Il Grinch, creato dal Dr. Seuss, è diventato più di un semplice personaggio letterario. Nato nel 1957 come protagonista del libro How the Grinch Stole Christmas, il Grinch rappresenta chiunque detesti ogni aspetto delle festività. La figura verde e pelosa del Grinch è stata ripresa e reinterpretata in vari formati, dal cartone animato del 1966 fino al film del 2000 con Jim Carrey, passando per la versione del 2018.
Il personaggio è noto per la sua evoluzione da anti-eroe a simbolo di redenzione, con il suo cuore che cresce di “due taglie” alla fine del racconto. Potrebbe esserci anche un rimando ad “A Christmas Carol” di Charles Dickens è evidente nella sua trasformazione, con il Grinch che, alla fine, trova la bellezza del Natale e la generosità, proprio come Ebenezer Scrooge.

Il Grinch
Un’icona del Natale e un’esperienza estrema per Jim Carrey
Il Grinch, nella versione del celebre film del 2000, è diventato un’icona delle festività natalizie. Ma dietro questa creatura antipatica si nasconde una delle trasformazioni più incredibili e difficili nella storia del cinema. Jim Carrey, l’attore che ha portato in vita il Grinch, ha rivelato nuovi dettagli su quanto quella parte sia stata dolorosa e psicologicamente devastante. A distanza di venticinque anni dall’uscita del film, emergono aspetti inediti che raccontano le difficoltà affrontate da Carrey e dalla produzione per realizzare una delle figure più indimenticabili del cinema natalizio.
Una spettacolare quanto impegnativa trasformazione
Quando Jim Carrey accettò il ruolo del Grinch, non immaginava quanto quella scelta lo avrebbe messo alla prova. La proposta iniziale era quella di fare un trucco verde, ma il make-up artist Rick Baker rifiutò l’idea. La sua visione era che il Grinch non potesse essere solo “verde”, ma fosse una figura fantasy, con un aspetto in grado di trasmettere tutta la malvagità del personaggio. Per farlo, Baker, contattò il popolare sito Ain’t It Cool News, ottenendo il sostegno del pubblico, che reagì con scandalo all’idea di un Grinch semplicemente “verde”, spingendo così la Universal a cedere. Questo significò affrontare un processo di trasformazione che durava fino a otto ore al giorno, durante le quali Carrey veniva sottoposto a una maschera che copriva completamente il suo viso, tanto da non poter respirare dal naso, ma solamente attraverso la bocca.

Il costume era fatto di yak, un materiale estremamente pruriginoso che causava all’ attoreun disagio continuo. Le dita, lunghe ben venticinque centimetri, gli impedivano di toccarsi il viso o di grattarsi, mentre le lenti a contatto, che coprivano l’intero occhio, gli davano una visione limitata a un piccolo tunnel davanti a sé. Nonostante le difficoltà, Carrey insistette per una trasformazione totale, determinato a restituire al pubblico l’immagine del Grinch che tutti conosciamo oggi, anche a costo di enormi sacrifici.
La sofferenza fisica e mentale sul set
A quanto pare, l’interpretazione del Grinch non è stata solo una sfida fisica, ma anche psicologica. Carrey ha raccontato di aver avuto attacchi di panico durante le riprese, tanto da minacciare di abbandonare il film. Dopo una lunga giornata di trucco e disagi fisici, Carrey si sentiva incapace di sopportare ulteriormente la sofferenza. La situazione era così critica che, racconta il regista Ron Howard, l’attore trascorreva il suo tempo tra un set e l’altro disteso a terra con un sacchetto di carta, cercando di riprendersi. La pressione e la frustrazione sembravano schiacciarlo, ma Carrey non si arrese.
Per aiutarlo a superare il difficile momento, la produzione assunse un esperto di resistenza alla tortura, Richard Marcinko, ex addestratore della CIA. Marcinko insegnò a Carrey delle tecniche per affrontare il dolore fisico e mentale, tra cui colpirsi sulle gambe, cambiare qualcosa nell’ambiente circostante e distrarsi con attività come ascoltare musica. Queste tecniche furono fondamentali per permettere a Carrey di sopportare il processo estremo di trasformazione e le ore interminabili passate sul set.
La musica dei Bee Gees come rimedio
Uno degli aspetti più sorprendenti del dietro le quinte de Il Grinch è il ruolo della musica. Nonostante le difficoltà e il dolore, Carrey ha trovato una fonte di sollievo nelle canzoni dei Bee Gees. Durante le lunghe sessioni di trucco, l’attore ascoltava in loop il catalogo del gruppo musicale, una pratica che gli dava una sensazione di gioia e spensieratezza.
Oltre alla musica, Carrey ha dovuto fare affidamento sulla sua determinazione e sulla visione del personaggio, motivandosi con il pensiero che stava facendo tutto per i bambini, il pubblico per cui il Grinch era destinato. Questa consapevolezza lo spingeva a proseguire, nonostante le difficoltà.
Un film che ha fatto la storia
Nonostante le difficoltà vissute da Jim Carrey, Il Grinch si rivelò un successo straordinario. Con un incasso globale di 346 milioni di dollari, il film divenne uno dei più grandi successi del 2000 e una pietra miliare del cinema natalizio. La sua popolarità è rimasta intatta nel corso degli anni, con il personaggio del Grinch che è diventato un simbolo del Natale, tanto da essere utilizzato per definire chiunque odi le festività.

Tuttavia, il ricordo di quei giorni difficili è sempre presente per Carrey. Sebbene oggi il suo aspetto nel film sia leggendario, l’attore ha confessato che sarebbe disposto a tornare a interpretare il Grinch, ma solo a condizione che venisse utilizzata la tecnologia moderna, come la motion capture, per evitare il trauma fisico del trucco estremo.
Dalla sua trasformazione fisica dolorosa all’esperienza psicologica intensa, la storia di Jim Carrey come Grinch è quella di un attore che ha dato tutto per un personaggio che è diventato leggendario. Il film del 2000 non è solo una commedia natalizia, ma anche il racconto di un’impresa epica e di un sacrificio che ha reso il Grinch un’icona eterna del Natale.
Fonte: https://www.vanityfair.it/article/jim-carrey-il-grinch-attacchi-panico-film






