Gli antichi greci amavano attribuire un’origine divina a molti fenomeni naturali, in particolare alla nascita di alberi, piante e fiori. Anche di questo parla l’elegante mito di Clizia.
Vi proponiamo una leggenda legata a un bellissimo fiore, il girasole, così aggraziato che i greci decisero che questo rappresentasse una divinità. E dietro ogni individuo divino, nell’epoca classica, c’è anche una storia molto interessante. Questa leggenda, in particolare, proviene dal noto IV libro delle Metamorfosi di Ovidio, poeta romano noto per aver collezionato tanti altri miti legati a questo popolo e civiltà.
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L’amore per Apollo
Clizia era una giovane ninfa perdutamente innamorata di Apollo, il Dio Sole, che la sedusse per un breve periodo ma che poi ne rifiutò l’amore per una mortale di nome Leucotoe, figlia del re orientale Orcamo.
Apollo, per ottenere il cuore di Leucotoe, si trasformò in sua madre. Entrato nella stanza dove stava tessendo con le ancelle, riuscì a rimanere solo con la fanciulla e a sedurla.
Presa da una folle gelosia, la ninfa decise di rivelare al re l’unione di sua figlia con il dio del Sole. Orcamo, allora, infuriato dall’accaduto, fece seppellire viva Leucotoe. Nonostante i tentativi di Apollo nel farla resuscitare, il Destino si oppose e dal sepolcro dell’amata, nacque una pianta d’incenso.
Perduto quello che riteneva il suo amore, Apollo non volle più vedere Clizia la quale, per questo motivo, cominciò a deperire, rifiutando di nutrirsi e bevendo solamente la brina e le sue lacrime.
La trasformazione di Clizia in Girasole
Clizia non si rassegnò mai: stava seduta giorno e notte in un campo a guardare il suo amato che attraversava il cielo dall’alba al tramonto e con la testa sempre verso il cielo ne seguiva il percorso senza mai distogliere lo sguardo.
Tutto questo finché Apollo, impietosito, la trasformò in un fiore, in grado di cambiare inclinazione durante il giorno secondo lo spostamento del Sole nel cielo: il girasole appunto.
Di seguito un’altra nota citazione dello scrittore Ovidio con cui vogliamo terminare questo articolo. L’amore è un sentimento profondo e ancora incompreso:
“Benché trattenuta dalla radice, essa si volge sempre verso il suo Sole, e anche così trasformata gli serba amore”
Domande frequenti
Chi è Clizia in mitologia greca?
Nella mitologia greca, Clizia è una ninfa innamorata del dio del Sole, Apollo. Quando Apollo la rifiuta, Clizia soffre immensamente e trascorre i giorni osservando il sole mentre si muove nel cielo. Dopo nove giorni, viene trasformata in un girasole che simboleggia il suo amore e non corrisposto. Infatti, in natura il girasole si muove in base al movimento del sole.
Cosa vuole spiegare il mito di Clizia?
La mitologia può essere interpretata in diversi modi a seconda del lettore. In generale, Clizia, trasformata in fiore, rappresenta la persistenza dei sentimenti, ma anche la capacità di adattarsi, trovando un nuovo equilibrio. Il mito può anche essere interpretato come un monito sui pericoli dell’ossessione e dell’attaccamento, poiché Clizia si consuma per un amore irraggiungibile, perdendo la propria forma originaria.
Che origine ha il nome Clizia?
Il nome Clizia deriva dal greco klyzo che significa “essere sommerso” o “ondeggiare,” richiamando la forte emotività e l’amore travolgente della ninfa per Apollo nella mitologia greca.
Perchè Montale chiama Clizia?
Montale chiama Clizia una donna amata (identificata come Irma Brandeis) e la trasforma in una figura poetica che incarna salvezza e redenzione. Nel suo immaginario, Clizia è come una “messaggera divina,” simile alla ninfa del mito, che porta luce e speranza, contrapponendosi al buio e alla sofferenza del mondo.
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