Il film sulla storia dei due figli della Lupa è appena uscito, ma già fa parlare di sé attraverso le sue peculiarità. Ecco cinque motivi per cui un nerd non dovrebbe perdersi Il Primo Re!
Il Primo Re ha Cast e Produzione Nostrana
Il Primo Re vede alla regia Matteo Rovere, regista e produttore di molti lavori interessanti e variegati – ad esempio la trilogia di Smetto Quando Voglio, Veloce come il vento, etc. Un regista fresco ma non troppo, con esperienza sul campo ma senza ancora essere entrato in una categoria ben definita, il ché lascia spazio a crescita e sperimentazione. È certamente un buon prologo per un lavoro di spessore.
Nei panni di Romolo e Remo vedremo rispettivamente Alessio Lapice – Gomorra – e Alessandro Borghi – fresco della splendida interpretazione di Stefano Cucchi in Sulla mia pelle. Due attori che continuano a riportare successi nelle produzioni cui hanno partecipato.
Combattimenti, effetti speciali, trucco prostetico e stunt sono tutti del Bel Paese. “un’avventura in cui tutte le scene d’azione vengono girate con acrobazie reali” – afferma Rovere.
Presente la co–produzione da parte del Belgio ma in piena onesta intellettuale ammetto di non avere la minima idea se possa essere un pro o un contro.
Il Primo Re: un lavoro fatto per bene
Il sentore nell’aria di Kolossal americano trasmesso dai trailer promette e mostra in parte il grande impegno nella realizzazione del film.
Girato unicamente in Italia centrale – buona parte nel Lazio – per le riprese de Il Primo Re è stato deciso di utilizzare solo luce naturale per meglio riflettere le immagini di una storia antica, molto antica.
Come già citato, il lavoro fatto per gli effetti speciali è decisamente di alti livelli.
Insomma, un qualcosa che non siamo abituati a vedere dalle produzioni Rai, motivo per il quale – se il prodotto venderà adeguatamente – potrebbe essere il primo di una fortunata – e piacevole – serie di film fantastici firmati Rai.
La storia, tra l’altro, vedrà protagonista Remo, e Romolo – sebbene presente – portandoci un’ottica quasi in terza persona del mito dei figli della lupa. A me sembra un ottimo motivo per andare al cinema.
Latine dicere, sed ipsum sanguinem
Si avvisano miopi e ipovedenti, mettetevi nelle prime file: il film è quasi completamente sottotitolato! Scelta insolita quanto interessante, i dialoghi sono stati girati dagli attori in protolatino, un predecessore del latino classico, studiato nelle scuole. Niente allarmismi, poiché se siete qui a leggere l’articolo, sarete più che abituati a reggere 100 minuti di sub-Ita, non prendiamoci in giro! L’utilizzo di questo idioma perduto da oltre due millenni è stato possibile per merito di esperti di semiologia dell’Università la Sapienza di Roma, mescolando ceppi dell’idioma indo-europeo dove vi fossero lacune linguistiche di quanto tramandatoci nel tempo.
Con l’ampia presenza di scene d’azione, la recitazione in una lingua morta dev’esser stata un’opera molto faticosa, va reso il merito agli attori. Passiamo di palo in frasca ad un’altra peculiarità: il sangue.
Sembra che alcune scene, per la loro violenza, rasentino lo splatter, benché si stia parlando di un film drammatico/di avventura. Risvolto insolito per una produzione italiana ma indubbiamente è stato scelto un pubblico maturo per questa storia, cosa da tenere a mente quando si sceglie un film con i propri pargoli.
L’Italia che riscopre l’Epica
Già con il successo del film del 2017 Nuraghes S’Arena, cortometraggio che racconta una storia del periodo del Bronzo in Sardegna, l’Italia si è riscoperta interessata alle nostre peculiari origini, tramandate dall’Epica.
Matteo Rovere ha dichiarato che proporre una storia in periodo pre-romanico aiuterà gli spettatori a riscoprire un tassello fondante della storia di Roma, un qualcosa di nuovo e unico – per ora – per la storia del cinema.
Trovo che qualsiasi mezzo utilizzato per far riappassionare il popolo italiano ad uno dei più antichi tra i progenitori del Fantasy sia bene accetto, e certamente Il Primo Re sembra avere le carte giuste per riaprire questo capitolo cinematico di casa nostra. Chi lo sa, magari un’Eneide è in arrivo da dietro l’angolo…
Leggende e buoi dei paesi tuoi
È dai tempi di Sordi e De Sica senior che le storie dell’impero romano non venivano raccontate su schermo italiano in maniera consona.
La storia italiana è talmente ricca di eventi che spesso nella produzione cinematografica un periodo storico viene accantonato per un decennio o due, talvolta tristemente di più.
La speranza è che, con un prodotto che sembra essere all’altezza delle attese, si torni ad appassionarci del periodo, portando quindi a una produzione più diffusa di film epici sulle nostre comuni origini.
È proprio il caso di dire in bocca al Lupo, il Primo Re.
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