Circa 100.000 anni fa un gruppo di 36 uomini di Neanderthal camminava lungo una spiaggia, con i bambini che saltellavano e giocavano nella sabbia. Questa è la storia che ci raccontano gli scienziati, un team di paleontologi, dopo aver analizzato le impronte fossili lasciate da quegli individui in quella che oggi è la Spagna meridionale.
“Abbiamo trovato alcune aree in cui apparivano diverse piccole impronte raggruppate in una disposizione caotica“, ha detto Eduardo Mayoral, un paleontologo presso l’Università di Huelva e autore principale dello studio, pubblicato l’11 marzo sulla rivista Scientific Reports. Le impronte “potrebbero indicare un’area di passaggio di individui molto giovani, come se stessero giocando sulla riva della vicina area allagata“, ha riferito Mayoral.
Nel giugno 2020, due biologi hanno scoperto le tracce sulla spiaggia di Matalascañas, nel Parco Nazionale di Doñana, dopo un periodo di intense tempeste e alte maree. I biologi riconobbero la prima volta tracce di animali. Solo più tardi, dopo che il team di Mayoral ebbe analizzato le impronte, qualcuno si rese conto che alcune erano impronte di Neanderthal.
Mayoral ed i suoi colleghi hanno identificato 87 impronte nella roccia sedimentaria sulla spiaggia di Matalascañas. Le dimensioni e la distribuzione delle impronte suggeriscono che siano state realizzate da un gruppo di 36 individui Neanderthal che erano probabilmente imparentati, composto da 11 bambini e 25 adulti.
“Si può stabilire per correlazione con altri siti europei che esiste una relazione diretta tra la dimensione di un’impronta e l’età dell’individuo che l’ha prodotta“, ha detto Mayoral. Di particolare interesse sono le due impronte più piccole, lunghe circa 14 centimetri, che si pensa siano state lasciate da un bambino di circa 6 anni. Sono tra le numerose impronte raggruppate in modo caotico in alcune aree, probabilmente perché i bambini Neanderthal stavano giocando nella sabbia sulla riva.
L’analisi delle tracce mostra che la maggior parte delle impronte si trova ai margini dell’area allagata, ma gli individui che hanno realizzato le impronte non si sono mossi interamente in acqua, hanno scritto i ricercatori. Forse una strategia di caccia, è una delle ipotesi.
Ma il lato poetico dei bambini che giocano nella sabbia è sicuramente quello che più emoziona di questa storia che mostra le nostre radici più antiche, ma che non è una storia così diversa dal nostro presente.
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