Cari amici, è stata un’estate difficile sotto molti punti di vista ma in particolare per il nostro pianeta, il personaggio più sofferente.
Come ben sappiamo, l’uomo e gli animali vivono grazie all’ossigeno prodotto dagli alberi; questo fa di loro parti FONDAMENTALI per la nostra sopravvivenza perchè si sa, “per fare l’albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole l’albero, per campare ci vuole l’ossigeno, il seme e l’albero… “
Ah no! Non era proprio così la canzoncina, ma il punto è quello… Senza alberi non c’è ossigeno e, beh… Il resto è facilmente intuibile.
Ma tragedie a parte, questa estate può essere definita come uno dei peggior gironi dell’Inferno dantesco: fiamme provenienti da ogni dove.
Come ben sapete, il nostro paese è stato oggetto di tantissimi incendi causando gravi danni non solo a livello ambientale ma anche di sicurezza per i cittadini e, cosa non meno importante, la distruzione di bellissimi paesaggi e parchi naturali.
Per cause dolose, accidentali o naturali, i danni sono molti e anche i soldini che dovranno essere devoluti per cercare di recuperare il salvabile e sistemare i danni che sono stati arrecati.
Di seguito sono riportati alcuni, ma non tutti, gli incendi che hanno interessato il nostro paese e che hanno avuto una durata molto estesa rispetto alla media.
Lista degli incendi
Sicilia: le zone più colpite sono state Palermo ed Enna, infatti solo il 6 agosto ci sono stati 47 roghi, ma quelli più devastanti si sono verificati tra Chiusa Sclafani e Campofiorito dove più di 100 ettari sono stati distrutti dalle fiamme. Ma anche sull’Etna ci sono stati grossi incendi tant’è che gli abitanti hanno pensato che l’enorme colonna di fumo nero fosse dovuto al vulcano che stava eruttando; in realtà l’incendio si era sviluppato ai piedi del monte Santa Maria, versante nord dell’Etna.
Calabria: le zone del cosentino sono state quelle più colpite come Rende e la Presila, un vasto incendio sviluppatosi a Rose fino ad arrivare al Fago del Soldato in Sila per la quale è stato necessario l’evacuazione di abitanti del posto e turisti, abitazioni evacuate anche a Luzzi, ripetutamente colpita Montalto e le zone tra Rogliano e Piano Lago.
Puglia: il 25 Luglio, esattamente a 10 anni dalla tragedia che vide la morte di 3 persone a causa di un incendio che sconvolse il paese, ha avuto origine tra Vico del Gargano e Peschici, il “peggior incendio” come lo hanno definito i cittadini; l’origine è certamente dolosa in quanto sono stati trovati dei roghi in vari punti, causando la distruzione di decine di ettari tra pinete e macchia mediterranea. Anche nella pineta del convento dei cappuccini a Vico vi è stato un incendio ma subito domato.
Campania: non si fa altro che parlare del Vesuvio per i pesanti danni che hanno subito le riserve naturali, anch’esse di origine dolosa e necessaria l’evacuazione di abitazioni e ristoranti a Torre del Greco e Trecase. Anche qua una enorme colonna di fumo simile a quella di un’eruzione e si è sviluppata tra Ercolano ed Ottaviano. Smentite le voci sull’utilizzo di gatti vivi per accendere i fuochi, ma solo atti di vandalismo.
Lazio: A Itri in provincia di Latina sono stati bruciati circa 1200 ettari in solo 7 incendi mentre a Latina altri circa 3600 ettari. Ma il rogo più vasto si è sviluppatosi ad Alatri con 350 ettari in soli 2 giorni nei primi giorni di Luglio.
Abruzzo: sulle Alpi a Maiella addirittura abbiamo ben 10 giorni di fuoco incessante sul famoso monte Morrone Celestino V, nei pressi di Sulmona, dove è possibile visitare l’edificio religioso “Eremo di Sant’Onofrio” risalente al 1200. Sono stati mobilitati ben 50 alpini del 9° reggimento dell’Aquila più la protezione civile.
Toscana: a Camaiore (capitale versiliese dei roghi) da Marzo a Luglio sono stati bruciati 220 ettari di origine dolosa; a Monte Prana invece 3 giorni di fuoco con più di 80 ettari di vegetazione inceneriti. A Luglio si contano 216 incendi con circa 955 ettari e ad Agosto più di 210 incendi con più di 430 ettari andati letteralmente in fumo!
Liguria: Val del Vara, 4 giorni di fuoco estesosi fino al centro del paese e più di 30 ettari di bosco persi; ad Arenzano ben 6 giorni è durato con effetti purtroppo devastanti dal punto di vista ecologico ed ambientale. Qui di certo non ha aiutato la siccità e il forte vento che ha alimentato le fiamme.
A Viaggianello, nel parco nazionale del Pollino, il sindaco ha detto: “Mai visto un incendio così”; 4 incessanti giorni che hanno bruciato centinaia di ettari di bosco.
Un piccolo caso accidentale è avvenuto in Veneto a Camposanto di Padola in provincia di Belluno, dove il 3 settembre presso il cimitero una lapide avrebbe preso fuoco a causa di una candela lasciata da un parente al familiare deceduto; purtroppo hanno subito dei danni anche le lapidi vicine, ma è stato spento in tempo.
Insomma, ci sarebbe così tanto da dire che impiegheremmo l‘intero inverno; hanno lavorato incessantemente vigili del fuoco, volontari della protezione anti-incendio, protezione civile, carabinieri, forestale, elicotteri e canadair…
Non un solo istante di tempo per respirare hanno avuto tutti loro a causa di questi roghi che hanno divorato il nostro paese, ovunque.
Alcune stime di Legambiente:
- 24677 ettari di zone di protezione per tutelare l’avifauna e gli habitat
- 22400 ettari dei siti di importanza comunitaria (quindi preservare habitat e specie animali e vegetali)
- 21200 parchi naturali e aree protette
Regioni che hanno perso maggiormente il patrimonio:
- Calabria
- Sicilia
- Campania
- Lazio
- Puglia
- Sardegna
- Abruzzo
- Marche
- Toscana
- Liguria
- Umbria
- Basilicata
Queste sono grosso modo delle stime che ancora devono essere aggiornate in quanto continuano ad esserci incendi giorno dopo giorno…
Speriamo in una lunga tregua con l’arrivo dell’inverno, purtroppo il forte caldo che ha causato la siccità e la secchezza di sterpaglie, hanno contribuito all’alimentazione degli incendi.
Questi sono chiari segnali del brusco cambiamento climatico e ci fa capire che ancora non siamo preparati, ne tanto meno attrezzati ad affrontare le conseguenze delle nostre cattive azioni; nonostante la tempestività che hanno avuto tutte le forze che si sono mobilitate, non si è interventi con sufficiente vigore e molti luoghi hanno subito danni irreparabili.
Bisogna, inoltre, comprendere che le origini degli incendi sono avvenute quasi tutte per cause dolose e in gran parte, per spontanea volontà dei piromani (per puro divertimento).
Ulteriori stime e informazioni che ci fanno capire quanto importante sia la salvaguardia dei nostri boschi:
- al primo posto abbiamo il Portogallo con circa 120mila ettari bruciati:
- al secondo posto abbiamo l’Italia con i suoi più 80mila ettari;
- solo nel 2017 si è avuto l’81,5% di interventi da parte dei vigili del fuoco e delle forze a disposizione;
- nel giorno 17 Luglio invece 1030 interventi di cui 280 nel Lazio, 150 in Campania, 150 in Toscana, 110 in Calabria e 100 in Puglia…tutto in un solo giorno.
Inoltre, segnaliamo che i roghi vengono rilevati tramite satellite (individuando le zone più calde del normale e rispetto alle zone circostanti).
Da poco è stato avviato un progetto chiamato “Italia a fuoco”, un’organizzazione no-profit il cui scopo è quello di raccogliere le segnalazioni che arrivano da tutto il paese in modo da fare anche delle stime e dei paragoni rispetto agli anni passati, e non sono promettenti.
Ricordiamoci, amici, che è contro-producente soprattutto per noi distruggere una delle cose che ci mantiene in vita e di cui non possiamo fare a meno, abbiamo tanti bei posti che dovremmo solo proteggere e sostenere come meglio possiamo in cui poterci rifugiare quando siamo stressati, o vogliamo staccare la spina o goderci semplicemente qualcosa di NOSTRO, senza andare molto lontano.
Anche noi possiamo andare fieri del nostro paese a livello ambientale e faunistico, se solo volessimo ;)
Fonti:
-
meteoweb.eu
-
lastampa.it
-
studio93.it
-
ilLamentino.it
-
Legambiente.it
-
Ansa.it
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