Incident On & Off a Mountain Road – La Cripta dello Zio Nex

Masters of Horror S1Ep1- Incident On and Off a Mountain Road, di Don Coscarelli.

In altre circostanze, probabilmente il nome di Mick Garris non avrebbe mai avuto il discutibile onore di trovare spazio sulle pagine di questa rubrica. Voglio dire, come capita a moltissimi appassionati di cinema horror, e in generale, a parecchie persone con un adeguato gusto dell’orrido, il mio interesse tende a ragionare per estremi, accendendosi di botto tanto in presenza di materiale di eccelsa qualità tanto quanto con roba così brutta e ridicola da risultare esilarante ed eventualmente arrivare al punto di trascendere qualunque canone estetico e di buon senso fino a toccare il sublime ed essere degna di rispetto e reverenza al pari di qualunque riconosciuto capolavoro. Ecco, Garris normalmente sarebbe escluso senza appello da qualunque cosa rientri nei degenerati canoni della Cripta del Buon Vecchio Zio Nex, confinato qual è in quel limbo esattamente al centro di questi due mondi: esempio cinematografico da manuale della definizione di “onesto mestierante”, il regista statunitense ha intrapreso una carriera senza infamia nè lode, legata principalmente agli adattamenti delle opere di Stephen King (su tutti, The Stand, Riding the Bullet e il The Shining televisivo), spesso lavorando con budget limitati e senza aggiungere un gran appeal autoriale al materiale di partenza. Curriculum sostanzialmente trascurabile, non fosse che il buon Mick a conti fatti ha sempre palesato un genuino entusiasmo verso il proprio mestiere e il genere in cui opera, esercitandolo in diverse attività collaterali, come qualche escursione letteraria nei dintorni dello splatterpunk (con esiti niente male, oserei definire), e soprattutto, un’invidiabile rete di contatti e amicizie tra gli esponenti più o meno illustri del terrore su celluloide, con cui ha preso l’abitudine di organizzare regolarmente cene e incontri a tema. E’ proprio in questo contesto che Garris (a braghe sbottonate dopo una vergognosa abbuffata e sbronzo oltre ogni umana dignità – almeno, mi piace immaginarmelo così) ha partorito la miglior idea della propria carriera, ossia un’antologia di mediometraggi in cui ciascun regista avrebbe potuto mettere in scena la propria concezione del genere più spaventoso in piena libertà.

La serie “Masters of horror” è figlia di genuino amore

Prontamente adottato dal network Showtime, il progetto presto vedrà la luce, con un formato da 60 minuti per episodio, pochi vincoli creativi e ancora meno censure rispetto agli standard della TV via cavo americana (anzi, mi piace pensare che questo format abbia attivamente contribuito al recente sdoganamento di contenuti “forti” anche nelle produzioni per il piccolo schermo); e un titolo che tiene largamente fede alla line-up coinvolta. Signore e signori, date il vostro più caloroso benvenuto ai “Masters of Horror”.

 

 

L’onore e l’onere di inaugurare l’ambiziosissima serie dei Masters of Horror tocca a Don Coscarelli, già autore dell’apprezzata serie Phantasm e dell’irresistibilmente assurdo Bubba Ho-Tep basato sull’omonimo racconto di Joe Richard Lansdale. E’ ancora dall’opera del poliedrico scrittore texano (“Incidente su una Strada di Montagna (e Dintorni)”, short novel edita dalle nostre parti nell’antologia “Maneggiare con Cura“)  che il regista italoamericano decide di trarre spunto per l’episodio pilota, con una formula che è tanto un densissimo concentrato delle convenzioni slasher, quanto un’efficace decostruzione del sottogenere. Semplice semplice la premessa: Ellen tampona un veicolo sul ciglio di un’isolata strada montana, prontamente scopre la brutta fine toccata al proprietario, e in men che non si dica si trova a fuggire dal responsabile dell’incidente, un killer deforme e mentalmente instabile particolarmente fiero di portare avanti quella tradizione che da Leatherface in poi, tante occasioni di ribalta ha lasciato a individui subnormali con impressionanti doti fisiche e uno spiccato istinto omicida. Semplice e scolastica, almeno fino al punto in cui Ellen si dimostrerà ben diversa dalla verginella sfigata, o la “sopravvissuta per caso” cui spesso & volentieri spetta il ruolo di protagonista nelle produzioni entro questi canoni. No, la nostra eroina a suo malgrado è una donna forgiata per resistere alle situazioni più estreme, come avremo modo di vedere tra le mcgyveresche trovate con cui si difenderà dal suo aggressore, e i numerosi flashback a ripercorrere l’incontro e il rapporto col marito, uno svitato “survivalist” pronto a dispensare consigli su come cavarsela in situazioni estreme, e lezioni di vita altrettanto formative per quanto meno gradevoli.

Incident off & on a mountain road è un classico con un twist

Il tono generale risulta un ideale preludio a quello che sarà l’andazzo della serie intera, inpenitentemente incline a utilizzare l’horror come chiave per veicolare un messaggi sociali e/o politici, idea che del resto Romero (tra gli altri) aveva formulato e perfettamente messo in atto già da trent’anni e oltre. E Forse è qui che risiede l’unico problema di Incident On and Off a Mountain Road, ove l’accento sul significato rischia di prendere il sopravvento sul significante al punto di sfociare nella pura retorica, affievolendo i meriti di uno slasher eseguito in maniera competente e con un ritmo godibilissimo, in favore di un “messaggio” di fondo sicuramente condivisibile, ma gestito con una mano un po’ troppo pesante.

Incident on and off a mountain road è uno showcase di un enorme potenziale

Resta il fatto che, nonostante le pecche del caso, Incident On and off a mountain roadriesce a mettere in luce l’abnorme potenziale del progetto , nonché le vellità generalmente condivise di creare qualcosa capace di andare al di là del semplice intrattenimento a base di sangue, frattaglie, brividi a buon mercato e qualche occasionale zinna. Poi eh, non che sta roba mancherà negli episodi che seguiranno, e ben venga che una produzione televisiva accetti di osare qualcosa più del dovuto, per contenuti e linguaggio visivo. L’appassionato non può che ringraziare di cuore e leccarsi i baffi di fronte alle prospettive che questa serie si riserva di offrire.

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Andrea Bruni

Vive praticamente di notte, ha un senso dell’umorismo estremamente malato, un cattivo gusto da annali, coltiva attivamente un senso critico/estetico che pure Ed Wood commenterebbe con un “Ma no, dai”, rifiuta con sdegno qualunque attività intellettuale che non sia coadiuvata da una bottiglia di birra dozzinale e ama scrivere di sé in terza persona senza una vera ragione. La cosa peggiore? Ne è perfettamente consapevole. Semplicemente, invece che affrontare e porre rimedio alle proprie cattive abitudini, questo individuo ha scelto di renderle socialmente accettabili, spacciandosi per sedicente esperto di horror.Pantomima riuscita al punto di convincere lo staff del Bosone di reclutarlo e affidargli una colonna ad hoc. Fino all’inevitabile momento in cui si accorgeranno dell’atroce errore commesso, il buon Nex sarà il vostro riferimento sulla roba spaventosa e/o truculenta in ogni sua forma.
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