Era il 1996 e in quell’anno uscivano titoli enormi come Mission: Impossibile, Twister o il Gobbo di Notre Dame, rimasti nell’immaginario collettivo fino ai giorni nostri.
Ma c’è stato un altro film che ha surclassato quei mostri sacri e che tutti, in un modo o nell’altro, hanno sentito rammentare almeno una volta (o magari l’hanno proprio visto, anche tra i più giovani): Independence Day.
Con un incasso al botteghino di oltre 800 milioni di dollari, il film consacrò il regista Roland Emmerich dopo essersi fatto già conoscere ampiamente con Stargate, uscito due anni prima (e scritto insieme a Dean Devlin).
Proprio mentre promuoveva quel titolo gli venne l’idea di Independence Day, rispondendo ad una domanda che gli era stata fatta sulle sue credenze relative alla vita aliena.
Sì, perché Independence Day unisce la sua passione per la fantascienza (dopo aver visto Star Wars decide di seguire il corso universitario per registi) con il suo evidente amore per i ‘disaster movie’ per i quali è principalmente conosciuto (Godzilla, 2012, The Day After Tomorrow).
La trama di Independence Day
Per chi avesse la memoria corta o non conoscesse proprio il titolo, Independence Day narra di un’immaginaria e quasi riuscita invasione aliena della Terra.
A New York, la nave aliena si piazza sopra l’Empire State Building e distrugge il grattacielo con il suo (iconico) raggio mortale azzurro.
L’esplosione travolge il resto della città. Stessa sorte tocca a Los Angeles, a Mosca e a tantissime città del mondo.
Tutto questo avviene il 2 luglio e nel giro di due giorni il gruppetto dei protagonisti riesce a debellare la minaccia aliena, in tempo per festeggiare il Giorno dell’Indipendenza, il 4 luglio, con i detriti dell’astronave madre invece che con i fuochi d’artificio.
Quel titolo orrendo…
Forse il punto di climax maggiore di tutto Independence Day è proprio il discorso motivazionale del presidente Thomas J. Whitmore pronunciato prima dell’attacco finale all’astronave madre, dove fa notare la coincidenza che porta gli americani a lottare per la libertà di nuovo in quella data.
Ma stando a sentire l’attore Bill Pullman, il Presidente Whitmore del film, il titolo avrebbe dovuto essere Doomsday, senza alcun riferimento al giorno più importante d’america.
Pullman racconta:
Dean Devlin e Roland Emmerich erano in lizza proprio allora con Fox per il titolo. Penso che sarebbe stato Doomsday. È quello che Fox voleva ed era un titolo tipico a quei tempi [per un] ‘disaster movie’
E ancora prosegue:
Volevano davvero che fosse Independence Day, quindi abbiamo dovuto fare il discorso davvero bene. Poi lo hanno sistemato e un paio di notti dopo Dean è venuto nella mia roulotte e ha detto: “Vuoi vederlo?”
Quindi inserì il VHS, mi mostrò il discorso, e io dissi “Mio dio, devono chiamarlo Independence Day”. E così fu.
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