Insetti controllati con la mente: lo stanno facendo davvero

Negli ultimi anni, l’idea di fondere tecnologia e biologia ha smesso di essere solo fantascienza per diventare una realtà tangibile. Non stiamo parlando di uno scenario alla Man in Black con creature dai poteri cosmici, ma di esseri viventi che, pur mantenendo la loro essenza biologica, possono essere guidati e “comandati” per svolgere compiti specifici. Grazie ad un team di scienziati dell’Università di Osaka , guidato dal brillante Professor Keisuke Morishima , questa realtà è più vicina di quanto si possa pensare. I ricercatori hanno infatti sviluppato un metodo rivoluzionario per controllare gli scarafaggi cyborg, non con i tradizionali e invasivi impulsi elettrici, ma con il potere della luce ultravioletta.

Scarafaggio in natura

Un approccio rivoluzionario che sfruttare gli istinti naturali

Fino a poco tempo fa, il controllo degli insetti cyborg era un campo che spesso implicava l’imbracatura elettrica diretta al sistema nervoso dell’insetto. Efficace sì, ma anche invasiva, potenzialmente dannosa ed energicamente dispendiosa. Il Professor Morishima e il suo team hanno invece adottato una filosofia diversa, scegliendo di lavorare “con” la biologia dell’insetto piuttosto che “contro” di essa. Hanno sfruttato un comportamento istintivo degli scarafaggi: la loro naturale fototassi negativa alla luce UV . In parole semplici, gli scarafaggi non amano la luce ultravioletta e tendono ad allontanarsene. E’ proprio su questa avversione naturale che si basa il loro geniale sistema di controllo.

AI image: insetto con casco a sensori.

Per cominciare un piccolo casco leggero, capace di emettere raggi UV, viene montato sulla testa dello scarafaggio. Accoppiato a questo c’è un minuscolo zaino con sensori wireless . Quando lo scarafaggio si ferma, questi sensori rilevano l’immobilità e attivano selettivamente la luce UV su un lato specifico dell’insetto. Lo scarafaggio, rispondendo al suo istinto, si muove nella direzione opposta, permettendo ai ricercatori di guidarlo con una precisione sorprendente. I risultati sono stati a dir poco impressionanti: i test in hanno labirinto mostrato che ben il 94% degli scarafaggi equipaggiati sono riusciti a navigare con successo, un salto enorme rispetto al mero 24% delle loro controparti non attrezzate. Questo non solo dimostra l’efficacia del sistema, ma evidenzia anche come, un approccio più rispettoso della natura, possa portare risultati superiori.

Benessere dell’insetto e sostenibilità tecnologica

Ciò che rende questo studio particolarmente degno di nota è l’attenzione al benessere dell’insetto . A differenza dei metodi più invasivi, il sistema di Osaka è progettato per minimizzare lo stress. La luce UV viene attivata solo quando l’insetto è fermo, risparmiando energia e, cosa più importante, riducendo al minimo l’interferenza con i suoi movimenti e comportamenti naturali. Questo approccio non solo preserva la salute dello scarafaggio, ma rende anche il metodo di controllo più sostenibile, con un consumo energetico ottimizzato che prolunga la durata operativa del sistema bio-ibrido. Si tratta di un passo significativo verso una biorobotica che non solo innova, ma rispetta anche la vita con cui interagisce.

Un futuro pieno di potenziali applicazioni

Le implicazioni di questa ricerca vanno ben oltre il laboratorio e costituiscono un vasto orizzonte di possibilità pratiche. Si pensi alle missioni di ricerca e soccorso : scarafaggi cyborg piccoli e agili potrebbero infilarsi in crepe e fessure di edifici crollati o in aree disastrate troppo pericolose per l’uomo, localizzando sopravvissuti o mappando l’ambiente. Le loro dimensioni ridotte li rendono ideali anche per il monitoraggio ambientale , permettendo di esplorare ecosistemi delicati senza causare alcuna interruzione, o di raccogliere dati in ambienti inquinati o ostili dove l’intervento umano è rischioso.

Il team di Osaka non si ferma qui. L’idea è quella di integrare sensori aggiuntivi per rilevare la temperatura, la presenza di gas nocivi o altri parametri ambientali, trasformandoli in veri e propri “agenti” di raccolta dati in tempo reale. Questi insetti potrebbero inoltre trasmettere informazioni cruciali da un incendio o da una zona contaminata, fornendo dettagli vitali alle squadre di emergenza. 

La biorobotica e la necessitá di equilibrio tra innovazione ed etica

L’avvento di questi scarafaggi cyborg controllati con la luce UV segna una trasformazione fondamentale nel campo scientifico. La strategia dell’Università di Osaka riflette un delicato equilibrio tra il progresso tecnologico e un profondo rispetto per il mondo naturale. Allineandosi ai comportamenti intrinseci degli organismi, questo metodo propone un approccio alla robotica che non è solo innovativo, ma anche più etico. Il potenziale di questi insetti bioibridi di svolgere compiti in ambienti dove i robot tradizionali faticherebbero è immenso, segnando un avanzamento significativo per l’intero settore.

Equilibrio tra scienza e natura

Mentre continuiamo ad esplorare e sviluppare questi sistemi, ci troviamo di fronte a domande fondamentali sulle implicazioni per la scienza, la società e la natura. Come plasmerà il nostro futuro l’integrazione sempre più profonda tra biologia e tecnologia? Ma, soprattutto, quali responsabilità abbiamo nel garantire che queste innovazioni siano utilizzate in modo etico e sostenibile? La ricerca del Professor Morishima e del suo team non solo spinge i confini della scienza, ma ci invita anche a una riflessione più ampia sul nostro ruolo in un mondo in cui la vita e la macchina si fondono in modi sempre più complessi.

Fonte: https://www.sustainability-times.com/research/mind-controlled-roaches-are-real-scientists-use-uv-helmets-to-wirelessly-command-cockroach-cyborgs-in-chilling-new-experiment/

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