E’ ben noto che dietro a un sito come il nostro, ci siano persone che si occupano di niente poco meno che… Scrivere! In quest’ambito, è facile perdersi tra guide, consigli e strampalati criteri di ricerca nell’aspettativa che Google ci fornisca l’ingrediente segreto per un blog di successo.
Ecco, paradossalmente, la prima bella notizia di questo articolo è che non esiste una formula magica per fare in modo che i vostri contenuti siano iper-cliccati. Ma nel nostro piccolo, possiamo affidarci ai metodi tradizionali che ancora oggi, ai tempi del digitale e dei social network, risultano utili e persino più efficaci che delle consulenze di qualche fantomatico guru informatico.
Uno dei sistemi che mi piace di più è quello del dialogo; un sano e genuino confronto con chi lavora nel tuo stesso ambito, non solo può aprire la strada verso nuovi spunti ma può regalare un’occasione di crescita per chi crede nelle potenzialità dell’interconnessione reciproca.
Del resto, George Bernard Shaw affermava:
Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.
Ed è per questo motivo che abbiamo chiacchierato con Alessia Lio, caporedattrice di Metropolitan Megazine Italia e curatrice della sezione InfoNerd del sito. Nella speranza che gli scambi siano di vostro gradimento e utilità, vi invitiamo a leggere l’intervista.
Come è finita Alessia Lio a scrivere di nerdate?
Ciao Davide, è un piacere fare quattro chiacchiere con voi! Allora, se dovessi tracciare un breve identikit su me stessa, inizierei col definirmi una tipa un po’ sopra le righe, con una passione inestinguibile per la scrittura. Hai presente quel classico effetto calamitante tra due elementi che, nonostante capiti si allontanino, alla fine tornano ad affiancarsi? “Una storia d’amore migliore di Twilight”? Sicuramente. E’ comunque l’esempio più calzante, atto a identificare il rapporto tra me e lei. Mi sono ritrovata a blaterare di roba nerd su Metropolitan Magazine Italia, per un caso pressappoco fortuito. Lorenzo Spizzirri, uno dei fari della mia vita e allora tra le colonne portanti del progetto, mi propose di iniziare a spendere due parole per la sezione che ancora non era stata inaugurata. Ad aprile dello scorso anno, con un articolo sul trailer di Star Wars-gli ultimi Jedi, ho sancito un doppio debutto: il mio e quello della categoria in cui mi identifico.
Cosa è Metropolitan e cosa fai per questa rivista?
MMI, oltre ad essere un giornale online, una webzine e un progetto ambizioso, è una famiglia allargata. Siamo un gruppo eterogeneo di ragazzi animati dalle stesse passioni, dal medesimo entusiasmo. In un anno e mezzo di vita abbiamo raggiunto dei risultati straordinari: ben oltre il milione di visualizzazioni, collaborazioni importanti con il Roma Web Fest e la fumetteria Forbidden della Capitale, media partner ufficiali dell’ASD Mammuth Hockey Roma e sponsor di una scuderia automobilistica. La mia missione qui è guidare gli unicorni di InfoNerd: la redazione votata a tematiche di cultura nerd a 360°.
Quanto è difficile gestire una redazione online e come hai convinto i tuoi redattori ad abbracciare questo progetto?
Quando sono stata investita di questa responsabilità, ho pensato subito ad affannarmi al fine di “fare bene”. Penso che, sui generis, non esista una modalità preimpostata da seguire per gestire una redazione online. Se c’è un aspetto irreversibile del modus operandi di un caporedattore, mi viene da dire: spirito di iniziativa e attitudine a creare coinvolgimento. Non è sempre facile, assolutamente no. Più che altro devi assicurarti di avere una credibilità e di stimolare gli altri ad esprimersi su argomenti in cui sono semplicemente ferrati. Io comunque non “governo” da sola, mi affianca una vice fantastica, essenziale e molto preparata, Antea Ruggero, siamo un duo molto affiatato che lavora in una simbiosi perfetta e invidiabile. I redattori di InfoNerd sono stati reclutati nella convinzione di poter godere di una riserva infinita di biscotti aggratis (?). Scherzi a parte, ai nuovi ingressi faccio sempre presente quanto possa essere gratificante e divertente scrivere di quello che ci piace. Credere in un progetto del genere significa pensare di poterne fare anche il proprio lavoro.
Secondo te è ancora possibile, per i giornali emergenti, ritagliarsi una fetta di popolarità in un web sempre più competitivo e costellato da iniziative simili?
La rivalità sul web, si sa, è appunto molto accesa. Diciamo che la possibilità di riservarsi un posticino nella matassa, esiste solo se si prova a differenziarsi con qualcosa di originale. E’ molto semplice lasciarsi prendere dallo sconforto e perdere progressivamente la volontà di provarci. Noi di Metropolitan Magazine Italia, in accordo con questo tentativo, abbiamo dato luogo a Metrò: una realtà che dal web diventa evento live. Su Roma sono state disparate le serate organizzate, in svariati locali della Capitale, durante le quali sono stati invitati diversi artisti, musicisti, attori, cantanti. L’obiettivo era e rimane quello di dar voce a loro, ma anche a noi. Il lettore, in questo modo, capisce che dietro i nostri articoli ci siamo noi. Si instaura un tipo di rapporto diverso, più realistico. La serata del 30 giugno, a Largo Venue, ha riunito 500 persone! Il nostro è solo un esempio di quello che intendo io per “diversificarsi”. Talvolta occorre davvero rompere gli schemi per ottenere dei riscontri gratificanti, tali da non fare arrendere.
Cosa vorresti suggerire a chiunque voglia intraprendere il cammino della scrittura o più specificatamente, quello della scrittura online?
Consiglierei loro di mettersi in gioco e di fare ricorso a tutta la riserva di passione e buona predisposizione che hanno! Se parti colmo di paturnie, sfiducia e poco coinvolgimento, è solo tempo perso. Osare, soprattutto, non temere di esprimersi con le parole, usare i giusti filtri e far confluire una parte di sé stessi in quello che si vuole comunicare. Se arrivi e trasmetti qualcosa, l’appagamento è già dietro l’angolo, e non è cosa da poco.
Contenuto o Algoritmo? Qual è la formula più efficace per far emergere un testo dalle profonde acque del web?
Posso procedere con una risposta da, passatemi il termine, “paracula”? Un mix di entrambe le cose. Non penso sia possibile propendere per una delle due. L’una è subordinata all’altra, sul web, ormai. Certo è, come sostengo da sempre e continuerò a farlo a costo di risultare asfissiante, è ovviamente fondamentale che il contenuto venga curato nei minimi dettagli. E, per curato, intendo che deve essere personalizzato al meglio; un consiglio spassionato che do sempre ai ragazzi della mia squadra. Abbiamo l’opportunità di poterci esprimere esulando un tipo di scrittura impersonale, tanto vale sfruttare al massimo questà realtà! L’algoritmo, poi, è l’altro ingrediente che determina il successo di un pezzo a discapito di un altro. Ovviamente bisogna essere anche calcolatori, in questo ambito, scegliere di trattare, dopo un’attenta procedura analitica, un tema che può destare di più l’interesse dei lettori. Capita che la chiave sia spesso legata a ciò che è diventato mainstream. Il click, in quel caso, è spesso immediato.
Secondo te, i nerd hanno vinto davvero?
E’ una domanda epica, questa. Dipende cosa intendiamo per vincere. Considerando quanto fossero emarginati agli esordi, quando si era il bersaglio semplice del più stereotipato dei bulli tra i corridoi scolastici, adesso essere etichettato come “nerd” fa figo. Da questo punto di vista, almeno, passioni che prima venivano solamente derise, adesso sono state legittimate e riconosciute. Penso che l’aspetto positivo di questa diffusione risieda nel fatto che le possibilità di aggregazione siano aumentate in maniera esponenziale, permettendo ai ragazzi più timidi di stringere amicizie e sentirsi protetti. Non è una conseguenza trascurabile, anzi, è super positiva. Ma esiste il rovescio della medaglia.
Non ti da fastidio che questo genere di culture (di stampo nerd) siano diventate di moda, diventando di fatto di dominio pubblico e non più riservate a delle nicchie?
In tutta sincerità? Seh (un’affermazione, come vedi, molto di pancia ahahah). Ecco il rovescio della medaglia della vittoria di cui si parlava prima. Ammetto che è un problema principalmente mio, che non mi entusiasmo nel ritrovarmi a seguire contenuti super inflazionati. Considera che quando una serie va troppo di moda, mi ritrovo a visionarla in silenzio quando gli altri l’hanno già finita. Stessa cosa per le fiere del fumetto, i comicon. Fare cosplay prima era molto entusiasmante, eravamo in pochi, e andava bene così. Ho smesso perché ho una tolleranza limitata e un filino di misantropia andante che non mi permette di apprezzare luoghi troppo affollati e spiriti competitivi atti a svalutare hobby divertenti che dovrebbero rimanere tali.
Che tipo di attività nerd svolgi nella tua quotidianità?
Escludendo le azioni meccaniche di ricerca di notizie generali di cultura nerd, coltivo principalmente il mio titolo di otaku selettivo visionando alcune serie anime che scelgo accuratamente. Idem per le serie tv. Proprio ieri sera, in ritardo, ho iniziato Boku No Hero Academia e ho in cantiere di cominciare Westworld. Altro? Leggo. Sono indecisa, a tal proposito, se tornare per l’ennesima volta sulla saga di Harry Potter. Così, tanto per non abbandonare le tradizioni.
In che modo, secondo te, si informa un nerd? Qual è lo spirito del rapporto tra un nerd e una news?
Partiamo dal presupposto che il nerd è tra gli utenti che aspetta con maggiore ansia e trepidazione una notizia sulla sua opera preferita. E’ fondamentale stimolare la sua curiosità, giocando su questa “debolezza”. La premura è anche quella di privilegiare news che diano visibilità a questi argomenti, incentivando un riscontro affiatato dall’altra parte
Come racconteresti la tua esperienza in Metropolitan?
Unica, formativa, preziosa. Metropolitan Magazine Italia è diventato, a tutti gli effetti, un valore aggiunto alla mia vita. Mi ha dato la possibilità di conoscere persone straordinarie, speciali dal mondo interiore sconfinato e stimolante. Da Alessia Spensierato, fondatrice vulcanica e creativa, ad Andrea Mari, pilastro inamovibile e indispensabile. Sono felice di far parte di questo team e ci auguro di arrivare lontano. In fondo, ce lo meritiamo.
Sempre più spesso, l’odio delle persone si raccoglie alla corte dei social network. secondo te, sono ancora uno strumento in grado di condividere l’entusiasmo e il genuino scambio di opinioni?
Per quanto mi riguarda, tutto è relativo all’uso che se ne fa. Un mezzo come un social network può essere sia potenzialmente dannoso che potenzialmente utile. E’ la persona che lo usa a determinarne l’orientamento. Quindi, alla tua domanda, rispondo: certo. Può ancora veicolare un confronto equilibrato, purchè ad essere equilibrate, e meno esagitate possibili, siano le persone che si espongono usandolo. Anche se, ti dirò, lavoro sul web e vivo sui social per forze di causa maggiore, ma..i confronti face to face restano impagabili.
Ringraziamo Alessia per la sua cortese disponibilità e vi invitiamo a visitare le pagine virtuali di Metropolitan Megazine qualora vogliate saperne di più. Con l’augurio che la chiacchierata sia stata una profittevole opportunità, vi consigliamo di rimanere sintonizzati con noi perché nei prossimi giorni avremo nuove sorprese e nuove interviste. Passo e chiudo!
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