IT 2017: Recensione senza spoiler definitiva

1315 pagine in 2 ore? Impossibile.

Questo IT 2017 non è un film completo. E’ un altro mondo rispetto alla miniserie del 1990 e sarebbe stato un progetto più definito se trasposto come serie TV (o forse nemmeno). Un pò perchè volutamente diviso in due parti, un pò perchè è impossibile adattare migliaia di pagine di romanzo in due ore di film. Impossibile trasporre in maniera chiara quelli che sono gli aspetti più completi sia di tutti i personaggi che della cittadina di Derry. Perchè i personaggi nel romanzo sono caratterizzati in una maniera puntigliosissima mentre la città è un luogo che ha un legame profondissimo con il pagliaccio ballerino.

IT 2017

Nel complesso la pellicola è un film horror quasi perfetto, fedele agli stilemi del genere, lineare e fluido, con un buon livello di gore ed alcuni jump scares di tutto rispetto. Sicuramente non piacerà ai puristi kinghiani (e non gliene facciamo una colpa). Ma IT nella sua incompletezza riesce ad essere un prodotto cinematograficamente perfetto.

IT 2017

I limiti, laddove ci sono, sono dettati da quello che è l’accostamento con il romanzo. Ed è naturale. Ma tutto ciò viene compensato da un Pennywise (Bill Skarsgård) ritratto in maniera impeccabile. Ottima anche la marchiata caratterizzazione di alcuni personaggi come Richie (Finn Wolfhard di Stranger Things).

IT 2017

L’unico dubbio per completare almeno in termini progettuali l’opera sta nel sequel. Andrés Muschietti ha voluto scegliere la via della divisione in due tronconi, anzichè affidarsi a flashback e/o flashforward. Ed oltretutto ha spostato la linea temporale di 30’anni rispetto al romanzo. In tal modo fa ricadere l’infanzia narrativa dei personaggi in quello che è oggi la nuova età nostalgica (gli anni 80). Questo significa che il sequel sarà ambientato ai giorni nostri e sarà una vera e propria sfida sceneggiare il seguito di questa storia senza allontanarsi dal romanzo più di quanto non si sia fatto sin’ora.

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