L’auto più famosa degli anni ’80, nonché tra le auto più iconiche e famose del cinema, capace di parlare e ragionare come un essere umano, si prepara a tornare sotto i riflettori. Universal sta lavorando a una nuova versione di Supercar, e al timone ci sono i creatori di Cobra Kai, già noti per aver trasformato un classico cult in un successo globale su Netflix.
KITT e Michael Knight tornano dopo quasi 50 anni su Netflix: ecco cosa sappiamo
Quando Supercar debuttò nel 1982, portava sul piccolo schermo un’idea allora avveniristica: un veicolo dotato di intelligenza artificiale, capace di supportare il protagonista Michael Knight (interpretato da David Hasselhoff) in missioni al limite dell’impossibile.
KITT, la Pontiac Trans Am nera e indistruttibile, non era un mezzo di trasporto, ma anche un vero compagno di avventure, capace di ironia e di strategia. Oggi, in un’epoca in cui l’IA è parte della vita quotidiana, il ritorno di questa serie è insieme un omaggio nostalgico e una sfida narrativa per il cinema: come rendere attuale un’idea che allora sembrava fantascienza?
Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg e Josh Heald (i tre autori che hanno portato Cobra Kai al successo) sono in trattative con Universal per scrivere, dirigere e produrre il nuovo adattamento, di cui tra l’altro si parla da anni. La loro esperienza è significativa: hanno dimostrato di saper intrecciare azione, comicità e dramma, bilanciando rispetto per il materiale originale e capacità di rinnovarlo.

Non si tratta solo di riportare in scena un’auto parlante, ma di creare una storia capace di dialogare con un pubblico che oggi ha familiarità con auto a guida autonoma e assistenti vocali.
Accanto a loro, il progetto coinvolge produttori di peso come David Leitch e Kelly McCormick, noti per titoli d’azione ad alto impatto. Questo mix di sensibilità suggerisce che la nuova Supercar cercherà di coniugare spettacolarità, tecnologia e un pizzico di autoironia. Un equilibrio delicato, che potrebbe trasformare il film in qualcosa di più di un semplice revival.
Vale la pena chiedersi: cosa può insegnarci oggi una serie che negli anni ’80 raccontava la lotta di un uomo e di una macchina contro criminali “al di sopra della legge”? Forse che il rapporto tra esseri umani e tecnologia non è mai neutro, ma sempre intriso di fiducia, paure e desideri.