La Ruota dei Giganti: lo Stonehenge del Medio Oriente?

Il nostro mondo è ricco di sorprese archeologiche, alcune ben nascoste dal tempo ed altre situate proprio sotto al naso ma difficilmente rilevabili. Come in questo caso, grande e alla luce del sole ma paradossalmente, nessuno se ne era mai accorto… Finora.

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Lo Stonehenge invisibile del Medio Oriente

La ruota dei giganti

Sul nostro pianeta esistono reliquie dell’antichità a cui non abbiamo mai fatto caso ma che sono presenti da milioni di anni.

Tra queste, spiccano senza ombra di dubbio i grandiosi complessi preistorici.

La domanda che vi starete facendo è: se sono cosi grandi come fanno a non essere notati?

Risposta: non lo so! Però possiamo risalire a qualche spiegazione osservando uno dei più recenti quanto interessante ritrovamento: la ruota dei giganti.

Gilgal Refaim: la ruota dei Giganti

In arabo si chiama Rujm El-Hiri, mucchio di pietre del gatto selvaggio.

Non si tratta di un singolo oggetto o di una ruota particolarmente grande, ma di un vero e proprio sito archeologico.

Sulle alture di Golan, Israele, a 16 Km dalle coste del mare di Galilea, giace questo monumento preistorico. Ciò che suscita tante domande, tra esperti e ricercatori, sono i 5 cerchi perfettamente concentrici che formano l’intera struttura a mo di labirinto.

La sua costruzione è cosi imponente e sembra un paradosso che le nostre tecnologie non siano state in grado di rilevare questo luogo fino a oggi. Questo fantastico sito risale a, niente poco di meno, 4000 anni fa.

Al centro vi è un’unica entrata chiamata Cairn che porta nell’entroterra della ruota. Uno spazio piccolo ed angusto  dove sono stati ritrovati alcuni oggetti risalenti all’età del bronzo quali orecchini d’oro, monili, punte di frecce di ferro, ceramiche.

I ritrovamenti sul luogo risultano comunque pochi perché nel corso dei secoli è stato saccheggiato ripetute volte (per cui dare una datazione precisa di questi oggetti risulta difficile).

E’ considerato lo Stonehenge del medio oriente, in quanto contemporaneo a quello inglese. L’area è cosparsa di centinaia di Dolmen, mappati solo negli anni ’60 del secolo scorso.

Le pietre che sono state utilizzate sono più di 42 mila e tutte di origine basaltica.

Ci si chiede come sia possibile che un popolo cosi antico e dalla conoscenza e mezzi limitati, abbia potuto costruire qualcosa di simile.

Ipotesi

Sono state fatte diverse ipotesi sulla sua costruzione:

1) che sia una struttura militare segreta dell’epoca? A questa domanda ci si risponde prontamente con un No! Studiando la struttura, si è visto che non c’è nulla che possa ricondurre a una base militare in quanto troppo vecchia e senza alcun passaggio sotterraneo.

2) che sia un luogo di sepoltura? Beh, a primo impatto potrebbe esserlo, ma anche questa ipotesi è stata esclusa. Non sono stati ritrovati ossa umane di alcun genere.

3) magari una bussola! Questa è una delle ipotesi che più si avvicina alla realtà. Alcuni popoli credevano che fosse un modo per comunicare con gli Dei.

E di fatto, si è arrivati ad una conclusione plausibile: aveva un significato astrologico, era un orologio per calcolare i solstizi. Il sole all’alba del solstizio di giugno e dicembre, si allinea con le aperture nei cerchi della ruota ed il raggio colpisce direttamente l’unica entrata.

A cosa si deve il suo nome? Perchè proprio “la ruota dei giganti”? Un’antica leggenda narra di un Dio dalle grandezze inimmaginabili, che si era accoppiato con una donna umana dal qual avrebbe avuto un figlio… Il primo dei giganti.

E’ ovvio quanto sia assurda una cosa del genere. Esiste tuttavia un nesso tra il mito di queste creature e la realtà, ovvero i riferimenti presenti nella Bibbia. Trattasi di uomini particolarmente alti rispetto alla media del periodo storico?

Qualunque sia la verità, è probabilmente a questo che dobbiamo il nome dell’artefatto.

Che ne pensi, ci vediamo nei commenti? :)

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Tiziana

Difficilmente avvisterete questa donzella in città. Ama la natura e tutto ciò che ne fa parte ma non mettetela alla prova; farebbe di tutto per salvare il pianeta Terra, non si direbbe altrettanto per alcuni umani. Adora gli animali a tal punto da aver sviluppato un linguaggio che usa per comunicare esclusivamente con la fauna. E’ costantemente in compagnia dei suoi più fedelissimi collaboratori: Mirko e Billy. Laureata in Scienze Naturali, nel tempo libero decide di condividere le sue conoscenze con il Bosone. A proposito, Billy e Mirko non sono umani. Sono i suoi zupi.
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