Linkedin è davvero un social professionale? 7 punti da discutere

Tra i social che spopolano sul web, alcuni dovrebbero avere una parvenza più professionale. Almeno secondo il canone e le prerogative della stessa piattaforma. Tutto è relativo però, purtroppo e per fortuna, ed è modellato ( nel caso della comunicazione tramite social network) in base a ciò che l’utente vuole condividere  e di come intende farlo.

Linkedin, seguendo la voce enciclopedica di Wikipedia (la più in voga per colmare i vuoti di memoria sul momento): è un servizio web di rete sociale gratuito, fondato nel 2002, ma lanciato ufficialmente il 5 marzo del 2003, il cui obiettivo è la creazione di un profilo in stile curriculum vitae  in grado di raggiungere dei contatti utili allo sviluppo professionale e di conseguenza lavorativo.

Attraverso il tuo settore di partenza la rete stessa ti darà costantemente dei suggerimenti su come far crescere il tuo profilo e con chi tenerti in contatto. L’obiettivo è incrementare il numero delle visite sul tuo profilo e suscitare interesse attraverso la condivisione di competenze che si crede di possedere  e che potranno essere confermate dalla rete di collegamento che ti segue.

25u4ktlOgni qual volta qualcuno andrà a visionare il tuo profilo sarai avvertito mediante una notifica sul social e una mail arriverà al tuo indirizzo di posta elettronica. A differenza di Facebook, dove (fortunatamente) nessuno comunica chi e perché ha preso visione della tua pagina, perché nella maggior parte dei casi tu utente potresti credere che si tratti di gente che voglia farsi “i fatti tuoi” ignorando spesso il fatto che  condividere la propria quotidianità su internet e pretendere una privacy è, a mio avviso, una sorta di scontro con i mulini a vento!

Su Linkedin, contrariamente, più il profilo è stato visionato, più significa che sta avendo successo e che tanti professionisti attinenti al tuo ambito lavorativo hanno speso il loro tempo per leggere le tue competenze e il tuo percorso professionale!

Se Linkedin avesse una concreta efficacia a livello professionale e riuscisse a garantire delle collaborazioni concrete fra persone, non si assisterebbe però ad una lista di “buchi neri” in cerca di risposte che elencherò qui sotto:

  1. Perché il social a volte ti suggerisce di collegarti con “utenti sconosciuti” con un profilo simile al tuo con cui poter potenzialmente collaborare, ma poi contemporaneamente per altri ti domanda se sono persone che conosci nella vita reale e non ti permette di inoltrare una richiesta di collegamento a meno che tu non sia: amico-familiare-già collaboratore-altro (e qui devi anche specificarne il motivo)? Di conseguenza, visto che non conosci quell’utente, come tutti gli altri (poi) con cui sei ugualmente in contatto, rinunci senza pensarci due volte alla richiesta di “scambio professionale”.
  2. Spessissimo le competenze che hai inserito per “addobbare” il tuo curriculum (spulciando e rovistando anche fra quelle degli altri) vengono confermate da persone che non ti conoscono minimamente, che non hanno mai avuto modo di prenderne atto per apprezzarle o smentirle. Così facendo il tuo profilo continua a crescere, ma sulla base di pure intuizioni aleatorie e spesso menzognere; perché diciamolo una volta per tutte  e onestamente: il curriculum vitae, essendo una pubblicità alla nostra persona, è frutto di una coesistenza di realtà e finzione.
  3. Raggiunti i 500 collegamenti non potrai più tenere il conto di quelli futuri, entrando nel limbo dei 500+.
  4. Ho notato che su 10 contatti che accettano di connettersi con il mio profilo, 7/8 sono sempre uomini!
  5. Non esiste una chat, ma spesso nella sezione dei messaggi è possibile che qualcuno chieda il numero di telefono, oppure che faccia degli apprezzamenti sulla foto del profilo (che precisiamo deve essere professionale, quindi molto simile ad una che sceglieremmo per il nostro cv convenzionale). A voi l’ardua sentenza!
  6. Sulla home page del social inizia a prendere piede la condivisione di link con aforismi, poesie in stile facebook, fino a giungere alle mostre enogastronomiche!
  7. Qualcuno ha concretamente trovato un lavoro grazie a Linkedin? No ditemelo, voglio  sapere se il problema sono io!

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Alessandra Pappaterra

"Da Chanel a Camel è solo questione di attimi" è la mia filosofia di vita. Nata, cresciuta e "pasciuta"a fiction e sit com americane a tal punto da credere di poter tentare un balzo oltreoceano. Non mi ha voluta la City University of New York, neppure la Notre Dame University ( che nonostante il nome sta nell'Indiana XD). Penso di restare in Europa ma non mi ha presa neppure il Trinity College a Dublino. Così dopo una visita "a mollo " presso Thunder road sono rotolata verso sud! Scrivo di tutto un poco e questo è il problema!
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