I “Dire Wolves” di Colossal sulle orme dei lupi terribili originali

Chi erano i lupi terribili?

I “Dire Wolves” di Colossal Biosciences, non sono una comune cucciolata, bensí animali che, a soli sei mesi, stanno già superando i loro cugini lupi grigi per dimensioni e robustezza. Romolo, Remo e la piccola Khaleesi sono molto più di semplici cuccioli. Questi lupacchiotti sono il volto di una rivoluzione biotecnologica che apre nuove frontiere nella conservazione e affonda le radici in un passato molto remoto.

Per capire l’entità del progetto di Colossal, dobbiamo prima gettare uno sguardo sui lupi terribili originali (Canis dirus, o più precisamente, Aenocyon dirus). Per anni, si è creduto fossero i diretti antenati dei lupi grigi e dei nostri cani domestici. Le somiglianze fisiche, in effetti, erano notevoli. La scienza però, con i suoi strumenti sempre più affinati, ha ribaltato questa convinzione. Grazie all’analisi del DNA antico, è stato scoperto che lupi terribili non erano antenati dei nostri canidi.

 Modello a grandezza naturale del lupo terribile (Aenocyon dirus) al centro scientifico Heureka

La storia evolutiva dei lupi terribili

La loro linea evolutiva si separò da un antenato in comune con i canidi circa 5,7 milioni di anni fa. Questo significa che i lupi terribili hanno percorso un cammino evolutivo completamente indipendente per milioni di anni nel Nord America, molto prima che i lupi grigi arrivassero dall’Asia circa 250.000 anni fa. Alcuni scienziati, proprio per questa profonda divergenza, propongono di assegnargli un genere tutto loro, Aenocyon dirus, che evoca l’idea di un “lupo terribile antico”. Persino la loro parentela più stretta si è rivelata inaspettata. Questi potrebbero essere più vicini agli odierni sciacalli africani che ai lupi grigi. Tale ipotesi è un classico esempio di convergenza evolutiva, dove specie non imparentate sviluppano tratti simili a causa di pressioni ambientali analoghe.

The dire wolf is a recent addition to the Pleistocene fauna found at Tule Springs Fossil Beds. NPS illustration by Benji Paysnoe.

Stiamo parlando di uno dei canidi più grandi mai esistiti: simili in altezza ai lupi grigi più imponenti, ma con una corporatura decisamente più massiccia, potevano pesare in media 68 kg, con esemplari che superavano i 90 kg. Le loro teste erano più grandi e larghe, le mascelle potentissime e i denti più robusti, specializzati per schiacciare le ossa e raggiungere il nutriente midollo. I lupi terribili erano superpredatori, cacciatori di prede di grandi dimensioni come bisonti, cavalli estinti e, all’occorrenza, persino mastodonti e bradipi giganti. La loro scomparsa, circa 10.000 anni fa alla fine dell’ultima era glaciale, rimane un mistero parzialmente irrisolto. Probabilmente l’estinzione è legata alla sparizione delle loro prede, alla competizione con i più adattabili lupi grigi e l’avanzata degli esseri umani.

I “Dire Wolves” di Colossal Biosciences

Quando Colossal Biosciences ha annunciato la nascita di Romolo, Remo e Khaleesi, ha sollevato un’ondata di entusiasmo e, inevitabilmente, di dibattito. La società ha parlato di “prima de-estinzione al mondo”, un’affermazione che molti esperti hanno subito mitigato. È più corretto parlare di ingegneria genetica avanzata, dove lupi grigi moderni vengono modificati per assomigliare ai lupi terribili estinti, piuttosto che una vera e propria resurrezione della specie.

Lupo grigio

Colossal ha analizzato il DNA antico dei lupi terribili, recuperato da reperti come un dente di 13.000 anni e un osso dell’orecchio di 72.000 anni. L’obiettivo era identificare le differenze genetiche chiave rispetto al lupo grigio. quest’ultimo pur non essendo un diretto discendente, è stato scelto come base genetica per il progetto. Il team ha poi effettuato un numero record di modifiche genetiche precise: ben 20 modifiche in 14 geni diversi, con 15 di queste varianti appartenenti al lupo terribile. Queste modifiche mirano a conferire ai cuccioli i tratti distintivi degli antichi giganti: dimensioni maggiori, pelliccia più folta e chiara, una testa più larga e denti più robusti.

I primi cuccioli, Romolo, Remo e Khaleesi, sono nati tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 e stanno prosperando in una riserva ecologica sicura di oltre 2.000 acri negli Stati Uniti, sotto costante monitoraggio. Matt James, Chief Animal Officer di Colossal, ha confermato che i due maschi più anziani, Romolo e Remo, a poco più di sei mesi, pesano già oltre 40,8 chilogrammi, circa il 20% in più di un lupo grigio standard. Questo dimostra che “i geni del lupo nero stanno prendendo piede”, portando a “lupi di grandi dimensioni che sono molto più rappresentativi di ciò che abbiamo visto negli esemplari antichi.” Anche Khaleesi, sebbene più piccola e giovane, è già un 10-15% più grande di un lupo grigio della sua età. Il piano è di farla integrare nel branco con i due maschi.

Una reale “De-Estinzione” o similitudine funzionale?

Il progetto dei “Dire Wolves” di Colossal non è solo un tentativo di riportare indietro il tempo. Lo scopo della compagnia è quello di sviluppare tecnologie avanzate di ingegneria genetica e clonazione che possano essere utilizzate per salvare specie in via di estinzione oggi. Pensiamo ai lupi rossi, una delle specie più a rischio al mondo, con appena 15-20 esemplari rimasti in natura. Usando tecnologie simili, Colossal è riuscita a clonare quattro cuccioli di lupo rosso. Gli scienziati hanno usato la specie del coyote con una significativa percentuale di DNA di lupo rosso come donatori, dimostrando l’applicazione pratica di queste scoperte.

Un altro esempio straordinario viene dal Kenya, dove rimangono solo due femmine di rinoceronte bianco settentrionale. Il team spera di usare una femmina surrogata di rinoceronte bianco meridionale per salvare questa specie dall’estinzione funzionale. Si tratta di un processo che richiede una ricerca genetica incredibilmente complessa per creare embrioni da spermatozoi e ovuli conservati prima della morte dell’ultimo maschio.

Questioni etiche ed ambientali

Certamente, piani così ambiziosi non sono esenti da critiche. Sorgono importanti questioni etiche e ambientali: questi animali “ricreati” potranno davvero adattarsi a un ecosistema moderno? Quale impatto avrebbero sul loro ambiente naturale, ammesso che vi vengano introdotti? Colossal ha rassicurato che nessun animale verrà rilasciato in natura senza un’attenta considerazione e che, eventualmente, verranno introdotti in riserve ecologiche gestite. Il dibattito sul linguaggio usato per descrivere questi animali è altrettanto acceso: sono davvero lupi terribili o solo “funzionalmente simili”?

È improbabile che una “macchina del tempo” genetica ci permetta di clonare perfettamente un animale estinto. Il DNA antico non è infattimai conservato in modo sufficientemente integro. Tuttavia progetti come questo ci permettono di esplorare i confini della bioingegneria, della conservazione, e le loro implicazioni nella salvaguardia di altre specie in via di estinzione.

Fonte: https://www.iflscience.com/colossals-dire-wolves-are-now-6-months-old-and-theyve-doubled-in-size-79776

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