Non siamo in una puntata di Black Mirror, o almeno non ancora. Nell’episodio Torna da me una giovane vedova tenta di scappare dal lutto con un robot molto fedele e i punti su cui discutere non mancano. Ma quello che ci racconta un emittente sud coreana può ricordare la scena di un film di fantascienza.
Il documentario, Meeting You, racconta la storia di una famiglia colpita da un lutto inaspettato. La piccola Nayeon, di 7 anni, viene colpita da una grave malattia, la linfoistiocitosi emofaocitica (HLH), e il malfunzionamento del suo sistema immunitario ne provoca una morte prematura.
Ma grazie alla realtà virtuale e alle tecniche di computer grafica la madre Ji-sung è riuscita a dirle un secondo addio. Nel video vediamo la donna con il visore per la VR che vede la sua bambina giocare e interagire con lei. Infatti non potrà evitare di accarezzarle il viso e rivivere con lei tanti momenti felici.
Come la Realtà Virtuale diventa un’occasione per un secondo addio
Le immagini sono state prodotte tramite la fotogrammetria che ha permesso di ricostruire il soggetto partendo da video e foto reali e da una modellizzazione della sorellina di Nayeon.
La bambina rappresentata è molto reattiva e interagisce in maniera intelligente con il soggetto esterno. Processo garantito da un’intelligenza artificiale e riconoscimento vocale integrato. La piccola Nayeon virtuale non può che toccare le corde di tutti noi quando ricorda al padre di non fumare o ai fratelli di non litigare troppo.
Anche se il video è in coreano le immagini e le emozioni di questa madre straziata dal dolore vanno oltre qualsiasi barriera linguistica.
Ma quanto è giusta questa rappresentazione? Quanto è macabro poter interagire con dei cloni dei nostri cari defunti? Può essere considerata un esperienza sadica o un modo per non accettare e superare un lutto?
La riflessione
A primo impatto tutto questo ci intenerisce e tocca corde molto profonde. Il dolore di quella donna ci colpisce e non possiamo non empatizzare. Ma accettare il lutto è sicuramente qualcosa di sano e ricercare un conforto sterile nella tecnologia può rivelarsi deleterio.
Questa famiglia in particolare non cerca di scappare dalla realtà vera per la realtà virtuale; e non sta cercando di dimenticare. Nel documentario vediamo come le fotografie della bambina siano presenti in casa, vediamo il tatuaggio della madre che vuole fermare questo ricordo e assistiamo anche a come ogni mese la famiglia visiti la tomba della bambina portandole in dono i suoi giocattoli.
Questa esperienza non ha potuto far altro che donare un secondo addio, uno più agrodolce tra una madre e la sua bambina. Come sempre la tecnologia dovrebbe essere al nostro servizio per supportarci e migliorare le nostre vita ma quando la si affronta in maniera negativa, può essere molto nociva.
Fonte: https://www.roadtovr.com/mother-meets-recreation-of-deceased-child-in-vr/