Se dovessi iniziare questa recensione con un assunto fondamentale – cosa che di solito ho sempre fatto – questa volta potrei scamparla con un grande classico: “Gli esami non finiscono mai.”
Un lavoro facile, considerando che si parla di università. Ma quello che intendo con questa frase non è solo quanto meramente legato allo studio.
Parliamoci chiaro: chi è stato – o è tutt’ora – uno studente universitario può ben capire cosa sia intraprendere una tale esperienza, ritrovandosi catapultati di colpo in una situazione del tutto nuova.
Mangiare quando ci pare, fare le maratone di videogiochi, non doversi svegliare la mattina per andare a lezione, correre a lezione in ritardo perché ci si ricorda che quel giorno si prendono le presenze… tutti i grandi classici, insomma.
Ecco, Magnifico! potrebbe tranquillamente essere eletto a manifesto di tutto questo.
Non sentite già i ricordi che tornano a bussare alla porta?Scaturito dalla mente di Pietro B. Zemelo, mastermind dietro soggetto, sceneggiatura e disegni di tutta la serie – che passerà poi anche all’impaginazione (terzo volume) ed al lettering (terzo e quarto volume) – insieme ad Ivan Pelizzari al lettering (primo e secondo volume), l’assistente alla colorazione Damiano Mascolo (affiancato da Giorgia Lanza nel quarto volume), Debora Bertotto al proofreading, Giulia Chiarle all’impaginazione del quarto volume e l’editor Camillo Bosco, Magnifico! si prefigge un obiettivo semplice: raccontare, sottoforma di brevi storie prima prima e di trame più lunghe e complesse poi, la vita di un gruppo di ragazzi più o meno grandi, alle prese con la vita frenetica degli anni universitari.
Proprio in virtù di questo sono diversi i personaggi con cui il lettore impara a familiarizzare; per tutto il primo volume i protagonisti assoluti sono tre: Alessio (la giovane matricola), Oscar (il laureando nullafacente) e Luca (il laureato in piena ricerca di lavoro) che, dividendo lo stesso appartamento, diventeranno sempre più legati da una profonda amicizia, pur essendo sempre alle prese con piccoli e grandi problemi.
Con l’evoluzione delle situazioni ed il passare naturale del tempo, molti personaggi andranno ad arricchire le pagine del fumetto, mentre altri usciranno di scena; tra strani coinquilini che ragionano per hashtag, sapienti Master del gioco di ruolo, schede di personaggi ed esperienze Erasmus più o meno disastrose, Magnifico ci porta sempre di più ad entrare in sintonia con tutti gli attori di questa rappresentazione della realtà dei – più o meno – giovani, di cui tutti facciamo o abbiamo fatto parte.
Chi voglio prendere in giro, ho 27 anni, non sono giovane, sono praticamente il Luca della situazione.
Credo che la saggezza popolare dica: “Si ride per non piangere.”Come già detto, la modalità con cui le storie vengono narrate varia andando avanti nella lettura: se prima possiamo trovare maggiormente piccole, immediate storie della durata di una pagina (quella appena vista ne è un esempio) o poco più, continuando nella lettura avremo sempre più storie ad ampio respiro – mi sento di dire di aver avuto questa impressione soprattutto dal secondo volume in poi.
Non si deve pensare però che questo vada in qualche modo ad intaccare la qualità del racconto, anzi: con un giudizio assolutamente personale, ritengo che questa scelta permetta di avvicinarsi il più possibile ai personaggi, mostrandoci prima delle normali situazioni quotidiane, per permetterci di conoscere pregi e difetti di ognuno di loro, per poi permetterci di seguire storie più complesse – sia in fatto di avvenimenti sia sul lato “emotivo”.
Ed è proprio questo quello che più colpisce di questo lavoro, il lato emotivo.
Non è certamente la prima volta in cui sentiamo di un lavoro che voglia portare all’attenzione del pubblico la vita ai tempi dell’università – magari ad alcuni saranno già venute in mente alcune situazioni che è sicuro di trovare, dalle immancabili gag sugli esami alle liti tra personaggi per le pulizie in casa.
In questo caso, però, la forza risiede tutta nella capacità di narrare queste situazioni, che ci vengono presentate in maniera completamente naturale, senza cercare di strafare con l’umorismo, dando quel tanto che basta per rendere la scena divertente e soddisfacente nella sua brevità.
E poi sono cose che abbiamo fatto tutti, ammettiamolo.
Lo facevamo anche noi, giuro. Solo che noi cantavamo quella della serie animata di Batman di Cristina D’Avena.Dal lato ironico a quello più introspettivo, non si risparmiano situazioni “di cuore” – chi leggerà bene capirà quello che voglio dire – trattate sempre nel migliore dei modi, intervallando in maniera esemplare momenti di alta emotività alla battuta sempre pronta, in grado di risollevare l’animo del lettore – o del protagonista? O di entrambi?
Dal punto di vista grafico, il tratto semplice ci accompagna per tutta la storia, cambiando leggermente per regalarci sguardi deformati ed occhioni in lacrime nelle situazioni più ironiche o restando fedele ad una rappresentazione realistica nei momenti più importanti.
Oppure come in questo caso, in cui lo sguardo perso di Alessio fa trasparire tutto il dolore che scaturisce nel momento in cui si realizza l’ineluttabilità della vita. Però, ehi, un achievement!Magnifico! riesce a colpire per tutti questi motivi ed anche di più.
Forse perché – bene o male – queste esperienze le abbiamo avute tutti, chi più chi meno; o forse perché, proprio in virtù del suo modo di raccontarcele, riesce a farci entrare completamente in sintonia con la storia, regalandoci un attaccamento non comune da trovare.
D’altra parte è proprio dalla vita vera che scaturisce l’ispirazione: è l’autore stesso a dircelo, nell’introduzione al primo volume; introduzione che ci accompagnerà, sempre originata dalla stessa mano, anche nei numeri successivi – fino ad arrivare alla penna, ad inizio quarto volume, di Tito Faraci – se questo nome non vi dice nulla ANATEMA! (Cit. Mario).
In conclusione, Magnifico! è senza dubbio un lavoro di altissimo livello, che dietro un primo approccio sbarazzino riesce a mettere in scena momenti molto forti, tra amicizie che finiscono (ed altre che nascono? O no?), esami, tesi di laurea e confronti più o meno fortunati con l’altro sesso.
Ed ammettetelo, anche voi recitavate le vostre scene preferite quando nessuno guardava.
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