Genshin Impact è un gioco che coinvolge, appassiona, emoziona. L’action RPG open world free-to-play della cinese miHoYo, disponibile per Windows, iOS, Android e PlayStation, ha fatto grandi numeri dalla sua uscita a fine settembre 2020.
Secondo vari analisti Genshin Impact è diventato il più grande gioco internazionale di tutti i videogiochi cinesi, accaparrandosi anche diversi premi nei Google Play Awards 2020. Si stima che ad oggi abbia reso a miHoYo circa 800 milioni di dollari.
La storia si snoda tra la cittadina dal sapore europeo di Mondstadt e la commerciale città portuale di Liyue; si sono aggiunti nei mesi personaggi diversi al roster da cui scegliere e si possono ottenere armi ed artefatti con cui equipaggiare i protagonisti dell’epica narrazione.
Ma proprio qui sta il dramma che si sta consumando in questi giorni: una serie incessante di attacchi hacker agli account dei giocatori a livello internazionale sta letteralmente distruggendo e vanificando le fatiche degli utenti.
Il meccanismo cosiddetto gacha (visto in decine di altri titoli) porta i giocatori a spendere la valuta del gioco per ricevere (con generazione randomica) i succitati oggetti di equipaggiamento, alla ricerca dei bramati artefatti leggendari, più performanti. La valuta del gioco (detta Primogem) è acquisibile in parte tramite l’avventura stessa, ma anche (o meglio, più rapidamente) tramite valuta reale. Pagando con euro, dollari, insomma.

Molti gli utenti che spendono denaro vero nel gioco. Chi sottoscrive una sorta di abbonamento mensile, per pochi euro, chi arriva invece a spendere centinaia di euro alla settimana o più per avere un bel gruzzolo di Primogem.
Adesso, dopo mesi di gioco e di spesa, sembra che diverse migliaia di account siano stati forzati da un numero imprecisato di hacker. Cosa se ne fanno? Cercano di rivenderli (per pochi euro), ma non sempre ci riescono perché il sistema di sicurezza del gioco permette (con fatica talvolta) di riappropriarsi del proprio sudato account.
Ma molto spesso, e qui viene la parte dolorosa, amara, gli hacker si dedicano alla distruzione sconsiderata, in particolare quando l’account non si riesce a vendere. La violazione diventa un sadico gioco in cui l’hacker distrugge ogni singolo artefatto di valore. Collezioni di armi che sono in apparenza solo pixel, ma che valgono anche centinaia di euro ciascuna.
E non c’è apparente soluzione, perché anche rientrando in possesso dell’account il giocatore lo trova saccheggiato e miHoYo non restituisce quanto andato in fumo per opera di terzi.
Sembra che i ticket (le segnalazioni delle vittime a miHoYo) ricevano indietro solo risposte di circostanza, sul forum ufficiale non sembra andare meglio. Quel che è perso è perso.
Il gioco ha problemi di sicurezza, è la voce che gira nella community: manca un sistema di autenticazione a due fattori (2FA) che impedisca l’accesso all’hacker di turno che, ancora da capire come, riesce ad entrare in possesso dei dati di accesso degli utenti. Si parla di data breach avvenuti in altri siti, di episodi ripetuti di phishing o di utilizzo, da parte di molti giocatori, di password troppo deboli. Qualcuno ha anche ipotizzato una falla nella sicurezza della miHoYo ma l’azienda ha smentito e tranquillizzato.
La community però vive nell’ansia, gli attacchi continuano, la paura di perdere il denaro ed i mesi di gioco investiti è tanta. Qualcuno inizia anche a parlare di boicottaggio: nessun acquisto con valuta reale fino ad una soluzione. Perché Genshin Impact ha fruttato a miHoYo 800 milioni di dollari ma il colosso cinese non sembra, finora, capace di porre fine all’attacco e di tranquillizzare davvero i suoi utenti.
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