La mitologia è una materia molto affascinante che trascina i suoi cultori in un mondo parallelo, fatto di eroi leggendari e vicende fantasiose.
Questa disciplina è fortemente radicata nella storia dell’uomo perché ogni mito viene tramandato in successione, da generazione a generazione; quando non esisteva la scrittura, infatti, le storie venivano trasmesse con il passaparola… E in questo passaggio, le narrazioni subivano sfumature differenti, diversificandosi nel corso nel tempo attraverso le varie popolazioni che le assimilavano.
Ciò nonostante, gli studiosi sono stati in grado di risalire alle origini di quasi tutti i miti in modo molto chiaro. La loro provenienza, infatti, può svelarci quelle verità celate e farci comprendere lo stile di vita – ma soprattutto il pensiero – di antiche civiltà. In cosa credevano, perché e quale culto predicavano per soddisfare i propri Dei?
Ma passiamo al succo della questione! Spesso, in narrazioni di popoli diversi troviamo più elementi somiglianti. Tuttavia, ogni cultura del passato possiede un mito distintivo che la caratterizza rispetto alle altre. Una popolazione che apparentemente non ha subito molte influenze dall’esterno è quella della Colombia Centrale: la Civiltà Chibcha. Ma troverete sorprendente quante similitudini è possibile osservare nella sua mitologia…
Il Dio Chibchacum
Era il Dio del mare, venerato dal popolo che ne assunse il nome in suo onore. Possiamo (solo) paragonarlo ad Atlante dell’antica Grecia.
Secondo il mito del popolo Chibcha, il Dio Chibchacum era il loro protettore ed era in costante lotta con il rivale Chiminagua (colui che risplende). Insieme a questi due, veniva venerato un’altro Dio: Bochica, il Dio creatore che insegnò loro le norme del vivere civile, del lavoro e del culto.
Chibchacum diffuse, tra i fedeli, cattivi insegnamenti come la bontà della vita e il divertimento. Ma presto, gli uomini si rivelarono infedeli, tanto da far adirare il loro protettore. Fu proprio Chibchacum a provocare il Diluvio uccidendo moltissimi uomini.
Non ci trovate qualcosa di familiare? Se la vostra risposta è si, allora ci avete azzeccato! Come Mosè ebbe l’onorevole compito di costruire l’Arca e salvare le specie animali nel Diluvio Universale descritto nella Bibbia, nel popolo colombiano invece, i superstiti chiesero aiuto a Bochica. Egli gli fece costruire una barca magica e, aprendo le cascate di Tequendama, fece cessare il Diluvio.
Nel frattempo, Chibchacum veniva punito con una terribile sorta: portare Bochica stesso sulle sue spalle per l’eternità. Un’altra versione, invece, afferma che la punizione di Chibchacum fu quella di portare la Terra sulle sue spalle (come nel mito di Atlante).
Da una singola storia nascono numerose versioni
Secondo alcuni studiosi, esiste una versione diversa del mito. Una parte del popolo, durante il Diluvio del Dio Chibchacum, andò nel tempio a pregare e fare sacrifici per ricevere l’aiuto di Bochica. Dopo numerosi tentativi egli ascoltò le loro preghiere, decidendo di aiutarli.
Egli disse loro dall’alto:
Ho ascoltato le vostre preghiere, e mi dispiace per loro e per il motivo che hanno nelle lamentele che danno a Chibchacum, sono sembrato venire a dare loro il favore nel riconoscermi: sono soddisfatto di come mi servono e mi affretterò a rimediare al bisogno in cui sono. Tanto la mia provvidenza tocca, e così via, sebbene non calmi i due fiumi, perché in un momento asciutto ne avranno bisogno, aprirò una montagna dove le acque escono e le tue acque sono libere. terre.
Così lanciò una verga d’oro verso il Tequendama e aprì le pietre dove ora passa il fiume e forma il Salto del Tequendama.
Nonostante questa variazione nella storia, la punizione rimane la stessa e il Dio Chibchacum trascorse l’intera esistenza a portare questo enorme fardello sulle spalle!
Una storia travolgente, con tante similitudini che si rispecchiano nelle diverse culture del mondo ma con un denominatore comune: Il Diluvio.
Ancora oggi esistono, nella Colombia, piccole tribù con individui appartenenti a questo antichissimo popolo, risalenti niente poco di meno che al 3000 a.C..
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