Forse è con questo interrogativo in testa che alcuni scienziati del Goddard Space Flight Center della NASA hanno deciso di metter a punto una simulazione di come ci apparirebbe un buco nero e lo spazio che la circonda.
In accordo con i dati fino ad ora raccolti il risultato della simulazione è riassunto dalla gif qui sotto: una parte di cosmo così distorta da sembrare surreale.
Tale distorsione è un effetto relativistico dovuto all’immensa gravita attiva al centro della singolarità, una forza di tali proporzioni incurva così tanto lo spaziotempo da impedire a qualunque cosa gli finisse troppo vicino, compresa la luce, di poter trovare una direzione d’uscita.
L’immagine prodotta dalla materia appena fuori dal punto di non ritorno, noto come orizzonte degli eventi, subisce una attrazione tale che, nel roteare attorno al centro di gravità, accelera così tanto da divenire luminosa tanto l’incandescenza è elevata, e addirittura a motivo di ciò questa stessa materia arriva ad emettere radiazioni ad altissima energia, principalmente legate al fatto che l’intensa gravità la modifica a livello atomico, fino ai raggi gamma, che indicano una profonda alterazione dello stato atomico.
Tutto quanto descritto finora ha un’altra conseguenza: la materia distrutta e forzata a ruotare a velocità relativistiche, si comporta come se fosse in un acceleratore di particelle a d anello, e in conseguenza di ciò spesso si sono osservate in questi anelli di materia, che hanno il nome di “dischi di accrescimento”, particolari tipi di radiazione elettromagnetica noti come “emissione di sincrotrone” o “luce di sincrotrone”.
Alla fine di tutto questo processo c’è la singolarità centrale, che attrae inesorabilmente a sé tutto ciò che attraversa l’orizzonte degli eventi, e a motivo del fatto che non esiste una via d’uscita da lì neanche per la luce, tutto ciò che passa oltre si perde alla vista, gettandosi verso il cuore nero della singolarità.
Tutto questo, come potete vedere dalle immagini allegate, è ben riportato nella simulazione fatta dalla NASA.
E se a qualcuno viene in mente il fatto che quello che è uscito fuori da questa simulazione è del tutto simile all’ormai famoso Gargantua visto nel film Interstellar, non possiamo che far notare che evidentemente il suo co-produttore esecutivo nonché consulente scientifico Kip Thorne, ben merita la sua fama di uno dei maggiori esperti di relatività generale.
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