Quando è nata la matematica? Dalle tacche al calcolo

Le origini della matematica: dalle tacche al calcolo

Quando, esattamente, la matematica ha fatto la sua comparsa nel cammino dell’umanità? La risposta, come spesso accade quando si esplorano le profondità della storia, non è semplice come potrebbe sembrare. Non c’è un “Big Bang” della matematica, un singolo momento in cui tutto è iniziato. Piuttosto, è una storia di lenta evoluzione, una combinazione di intuizioni e necessità che hanno portato alla creazione del potente linguaggio che oggi utilizziamo per comprendere il mondo.

Il conteggio come fondamento

Se dovessimo cercare gli albori della matematica, li troveremmo nelle incisioni silenziose di manufatti preistorici. Prima ancora di scrivere, i nostri antenati sentivano il bisogno di tenere traccia, di quantificare. L’osso di Ishango, ritrovato nella regione del Congo negli anni 50 e risalente a circa 20.000 anni fa, è un testimone muto di questa primordiale esigenza. Le sue tacche, raggruppate in sequenze misteriose, suggeriscono un tentativo di contare, forse oggetti, forse cicli lunari… Nel 1970 l’archeologo Alexander Marshack sostenne che si trattasse di un calendario. 

“Osso di Ishango” di Matematicamente.it 

Allo stesso modo, l’osso di Lebombo, scoperto nell’Africa meridionale e con un’età di circa 43.000 anni, con le sue incisioni regolari, potrebbe rappresentare un conteggio legato ai giorni del mese lunare o ai ritmi biologici. Queste scoperte ci dicono una cosa fondamentale: la matematica, nella sua forma più elementare di conteggio, è antica quanto la nostra stessa specie. Come ha osservato lo storico danese della matematica Jens Høyrup, le prime ispirazioni potrebbero essere arrivate dall’osservazione del cielo notturno.

La Mesopotamia e la rivoluzione numerica

Un vero e proprio salto di qualità nel pensiero matematico si verificò con la civiltà dei Sumeri in Mesopotamia, a partire dal quarto millennio a.C. Questa cultura, incredibilmente avanzata per la sua epoca, non solo inventò la scrittura cuneiforme, ma gettò anche le basi per la matematica come la intendiamo oggi. Furono i Sumeri a sviluppare un vero e proprio sistema di numerazione, con simboli specifici per rappresentare i numeri.

Ma la loro eredità più duratura è forse il sistema numerico sessagesimale, un sistema a base 60 che, influenza ancora oggi il modo in cui misuriamo il tempo (60 secondi in un minuto, 60 minuti in un’ora) e gli angoli (360 gradi in un cerchio). Con i Sumeri nacquero anche i primi concetti di aritmetica, con tanto di tabelle per la moltiplicazione e la divisione, e di algebra, con l’introduzione di simboli per indicare quantità sconosciute. Le loro necessità pratiche, legate all’agricoltura, al commercio e all’organizzazione sociale, furono il motore di questa straordinaria fioritura matematica.

Un mosaico di contributi dalle antiche civiltà

Dopo i Sumeri, il testimone della matematica passò a diverse altre grandi civiltà. L’antico Egitto sviluppò un sistema di numerazione efficace e competenze geometriche essenziali per la misurazione dei campi e la costruzione delle loro imponenti piramidi. La Grecia antica fu la culla di alcuni dei più grandi pensatori matematici della storia, come Pitagora, Euclide e Archimede, che introdussero la logica deduttiva, formalizzarono la geometria con gli Elementi di Euclide e fecero scoperte fondamentali nella teoria dei numeri e nel calcolo di aree e volumi.

Abaco

In India, si compì una rivoluzione con l’introduzione del sistema di numerazione posizionale, che includeva l’uso dello zero, un concetto che cambiò per sempre il modo di fare matematica. Gli Indiani fecero anche notevoli progressi in algebra e trigonometria. La Cina antica, con il suo ingegnoso abaco, sviluppò sistemi di calcolo avanzati e diede contributi significativi all’algebra e alla geometria. Infine, la civiltà islamica nel Medioevo svolse un ruolo cruciale nel preservare e tradurre le opere dei Greci e degli Indiani, arricchendo il campo con nuove scoperte in algebra, trigonometria e introducendo concetti innovativi.

L’invenzione del calcolo

Un’altra svolta fondamentale nella storia della matematica avvenne nella prima Europa moderna, nel XVII secolo. Due menti brillanti, Isaac Newton e Gottfried Wilhelm Leibniz, lavorarono indipendentemente alla formulazione del calcolo infinitesimale. Questa potente branca della matematica fornì un metodo sistematico per analizzare il cambiamento continuo, diventando uno strumento indispensabile per lo sviluppo della fisica e dell’ingegneria moderne.

Grazie al calcolo, fu possibile descrivere e prevedere il movimento, calcolare velocità e accelerazioni, e determinare aree sotto curve e volumi di solidi complessi. La loro invenzione, pur essendo stata oggetto di una celebre disputa sulla priorità, rappresenta un punto di non ritorno, aprendo nuove prospettive nella nostra comprensione del mondo naturale e nel nostro progresso tecnologico.

In definitiva, la “nascita” della matematica non è un evento singolo, ma un processo lungo e affascinante che affonda le sue radici nella notte dei tempi, con la semplice necessità di contare. Da quelle prime tacche incise su un osso, attraverso i sistemi numerici sofisticati delle antiche civiltà, fino alla potenza del calcolo moderno, la matematica ha percorso un cammino straordinario, plasmando il nostro modo di pensare e di interagire con l’universo.

Fonte: https://www.livescience.com/physics-mathematics/mathematics/when-was-math-invented

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