Per diversi mesi è girata voce che Netflix, la società di streaming on demand, volesse inserire degli spazi pubblicitari all’interno dei suoi contenuti. Sicuramente i vantaggi economici sarebbero notevoli per questa piattaforma. E si sono susseguiti articoli che presentavano la questione come probabile. Netflix non aveva ancora preso una posizione rilasciando dichiarazioni che potessero spiegare gli eventuali cambiamenti nella politica del colosso. Fino ad ora.
Infatti Reed Hastings, co fondatore e CEO di Netflix, ha risposto ai rumors. Sul blog che si occupa di tecnologia ed informatica, TechCrunch, Hasting ha ribadito la politica di Netflix dicendo che le voci sul probabile inserimento di pubblicità nei loro palinsesti, non corrispondono a verità. Il CEO ha ribadito la promessa fatta dalla società ai propri clienti. Riferendosi ai grandi colossi che guadagnano dalla pubblicità, l’uomo ha dichiarato:
Abbiamo un modello di businnes molto più semplice, che si concentra solo sullo streaming […]. Non raccogliamo nulla. Siamo davvero concentrati sul rendere felici i nostri membri. […] Vogliamo essere quel posto in cui si può esplorare, cercare nuovi stimoli, divertirsi, rilassarsi, e non abbiamo intenzione di avere controversie legate allo sfruttamento degli utenti tramite gli annunci pubblicitari.
Pare proprio che Netflix non introdurrà mai annunci pubblicitari mantenendo, così, la linea intrapresa fin dall’inizio. Dagli ultimi dati Netflix risulta avere più di 160 milioni di abbonati in tutto il mondo. Ma la vita per le piattaforme streaming di fa sempre più dura poiché la concorrenza diventa sempre maggiore. I canali nati più recentemente sono Disney+ e Apple TV. Disney+ arriverà anche in Italia da quest’anno, mentre Apple TV è già visibile.
Una novità introdotta di recente da Netflix riguarda il calcolo dei dati di visione. Prima veniva calcolata in base alla percentuale di programma visto. Serviva almeno il 70% della visione di qualsiasi titolo per calcolare la visualizzazione. Oggi bastano solo due minuti. Alcuni lamentano che la classifica dei più popolari ne risente un po’.
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