Nuovi pianeti alla corte di TRAPPIST-1

Lei è, con le nostre conoscenze acquisite attualmente, “la più bella del reame”, e i sette che gli girano letteralmente attorno sono tutti potenzialmente buoni; no, non stiamo parlando di Biancaneve e i sette nani, ma di TRAPPIST-1, stella nana rossa nella costellazione dell’acquario, e della sua corte di sette pianeti, tutti di tipo terrestre, che le orbita intorno.
Noi del Bosone ne parlammo già qualche tempo addietro (questo è il link al nostro articolo precedente), ed incoraggiammo all’attesa di ulteriori notizie, come è d’uopo in questi ambiti, magari immaginandoci su.

La notizia data ieri dalla NASA, dunque, ravviva il nostro entusiasmo per questa branca della scienza sempre foriera di novità e contemporaneamente dà la certezza a voi che quello che scriviamo qui non è privo di fondamenta ma bensì frutto di un lavoro certosino e a noi che sappiamo centrare le notizie davvero importanti, in un oceano di informazioni, molte delle quali false o falsate.

Quando si dà spazio alla ricerca…

Tornando all’argomento principe, va detto che dietro a questa ulteriore scoperta vi è, come di consueto in questi ambiti, un enorme lavoro di ricerca e osservazione; sono in merito ben chiare le parole riportate nell’articolo relativo dagli amici di MEDIAInaf, che riferiscono di una campagna osservativa intensa, che ha sfruttato un gran numero di telescopi terrestri, tra cui il Very Large Telescope in Cile, i telescopi Trappist South e North (rispettivamente in Cile e Marocco), lo Uk Infrared Telescope alle Hawaii, i telescopi William Herschel e Liverpool a La Palma e il telescopio dell’Osservatorio astronomico del Sudafrica. Oltre a queste osservazioni, la campagna ha potuto contare anche sul telescopio spaziale Spitzer della Nasa, che ha monitorato il sistema per circa 20 giorni a partire dal 19 settembre scorso.

Grazie a questa intensa attività è stato possibile notare l’esistenza di altri pianeti in orbita attorno alla stella, facendo così salire il numero di questi da tre a sette. Il sistema emergente dunque risulta formato da almeno sette pianeti: Trappist-1b, c, d, e, f, g, h (in ordine di distanza dalla stella madre). Per i sei con le orbite più strette è stata ottenuta una stima dei periodi orbitali, che risultano compresi tra 1.5 e 12.4 giorni. La struttura così osservata sembra suggerire che i pianeti si siano formati in regioni più lontane e si siano poi avvicinati in un secondo momento alla stella.

trappist-1 schema planetario
L’immagine mostra le dimensioni del sistema Trappist in relazione alle orbite interne del sistema solare.

TRAPPIST-1: quello che c’è di nuovo

Trappist-1 è una stella di piccolissima taglia, con una massa pari all’8 per cento di quella del Sole e circa 80 volte le dimensioni di Giove. Sebbene si trovi abbastanza vicina a noi, ovvero a poco meno di 40 anni luce, la sua luce risulta molto debole. Gli scienziati si aspettavano di trovare sistemi planetari composti da più pianeti terrestri in orbite strette attorno a nane rosse, ma Trappist-1 è la prima in assoluto ad essere stata scoperta.

Le orbite dei sette pianeti sono molto strette, per capirci si trovano quasi tutte comprese entro l’orbita di Mercurio attorno al Sole. Tuttavia, a causa delle dimensioni ridotte di Trappist-1 e della sua bassa temperatura superficiale, i pianeti ricevono un’energia confrontabile con quella che colpisce i pianeti interni del Sistema solare. A livello teorico, dunque, tutti e sette i pianeti potrebbero ospitare acqua allo stato liquido sulla loro superficie, anche se, sulla base delle loro distanze dalla stella, alcuni candidati sono più solidi di altri. I modelli indicano infatti che i pianeti più interni (Trappist-1b, c, d) potrebbero essere troppo caldi.

Qui vengono riportati alcuni parametri noti dei pianeti di TRAPPIST-1, in paragone con i relativi simili dei pianeti terrestri del nostro sistema solare.

Il fatto che l’agenzia spaziale americana abbia ritenuto opportuno dare pubblica visibilità alla notizia, ci induce a pensare che altro lavoro c’è da fare appositamente in questa direzione, forse potrebbe essere obiettivo dell’Agenzia una esplorazione più accurata.
Ancora una volta non ci resta che aspettare gli esiti del lavoro svolto dagli addetti, magari fantasticandoci un po’ su.

 

Fonti:
MediaInaf, notiziario online dell’Istituto Nazionale di Astrofisica

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Giovanni

Sono alto nella media; sono robusto nella media; sono bello nella media; sono intelligente spropositatamente. Detto questo devo rendere noto solo che adoro la fantascienza in tutte le sue forme; gioco frequentemente on line al vecchio (immortale) Jedi Knight: Jedi Academy e mi diletto leggendo manga che considero 'di un certo livello'. Ho studiato fisica, perché mi hanno sempre incuriosito i meccanismi che regolano la realtà intorno a noi, ma l'oggetto vero della mia passione sta milioni di chilometri sopra di noi, e si mostra appena solo di notte, il cosmo, coi suoi oggetti affascinanti e fenomeni terribilmente meravigliosi. Il resto è vita comune, poco accattivante.
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