L’ultimo pianeta scoperto appartenete al nostro sistema solare, prima di venir declassato dagli addetti ai lavori, è stato Plutone, nel lontano 1930; ma tenendo conto della suddetta declassazione a Pianeta Nano, i tempi vanno ancora più in là, nel lontano 1846, quando cioè fu scoperto Nettuno, rimasto oramai l’ottavo pianeta propriamente detto.
Considerando queste premesse, la potenziale scoperta, da parte degli astronomi Konstantin Batygin e Michael E. Brown, ha dell’epocale (non come intendeva la Gelmini), dato che, a conti fatti, sono circa 170 anni che non venivano scoperti pianeti appartenenti alla corte della stella Sol (quindi facenti parte del sistema solare).
Stando ai dati raccolti e presentati dai due scienziati, questo pianeta dovrebbe avere una massa circa dieci volte maggiore quella terrestre e la cui orbita avrebbe un semiasse maggiore di circa settecento unità astronomiche ed una eccentricità pari a circa 0,6. A motivo di questo, il pianeta impiegherebbe tra i diecimila e i ventimila anni per compiere un’intera rivoluzione. I dati relativi alla scoperta sono stati ultimati ed inviati all’Astronomical Journal nel novembre 2015, ma pubblicati solo il 20 di questo mese. Nell’articolo pubblicato,di cui riportiamo il link (Articolo pubblicato su Astronomical Journal) ed una traduzione del riassunto di prefazione, vengono forniti dati, calcoli e prove teoriche riguardanti la teoria dell’esistenza di questo pianeta.
“Recenti analisi hanno dimostrato che le orbite distanti all’interno della popolazione dispersa su disco della Cintura di Kuiper mostra un raggruppamento inaspettato nei rispettivi argomenti del perielio. Mentre diverse ipotesi sono state avanzate per spiegare questo allineamento, ad oggi, un modello teorico in grado di spiegare con successo le osservazioni resta sfuggente.
In questo lavoro abbiamo dimostrato che le orbite dei lontani oggetti della Fascia di Kuiper (KBO) si ammassano, non solo in argomento del perielio, ma anche nello spazio fisico.
Dimostriamo che le posizioni del perielio e piani orbitali degli oggetti sono strettamente delimitate e che tali raggruppamenti hanno solo una probabilità di 0,007% di essere dovuti al caso, richiedendo quindi un’origine dinamica.
Troviamo che l’allineamento orbitale osservato può essere mantenuto da un pianeta distante ed eccentrico con massa ~10 m⊕ la cui orbita giace approssimativamente sullo stesso piano di quello delle KBO lontane, ma il cui perielio è a 180° dal perielio di corpi minori.
Inoltre tenendo conto dell’allineamento orbitale osservato, l’esistenza di un tale pianeta spiega naturalmente la presenza oggetti tipo Sedna con grande perielio, così come la nota collezione di oggetti, [aventi orbite] con grande semiasse maggiore e inclinazione tra il 60° e 150°, la cui origine era in precedenza poco chiara.
L’analisi continua degli oggetti del sistema solare esterno sia lontani che fortemente inclinate fornisce l’opportunità per testare la nostra ipotesi oltre che ulteriormente vincolare elementi orbitali e massa del lontano pianeta.”
Come riporta Focus, Se esiste, il nono pianeta è probabilmente più piccolo di Nettuno e ghiacciato, con uno strato gassoso esterno. Le influenze gravitazionali di Urano e dello stesso Nettuno avrebbero potuto lanciarlo al limitare del Sistema solare nei primi 3 milioni di anni dalla nascita del sistema solare stesso.
Giusto per farci un’idea di cosa stiamo parlando, riportiamo alcune immagini, tratte sempre da Focus, che rappresentano possibili dimensioni ed orbita del nuovo corpo celeste.
Al momento non sono state fatte osservazioni dirette, poiché la sua enorme distanza da noi e la sua posizione all’interno della Fascia di Kuiper ne rendono pressoché impossibile la visione strumentale, ecco perché i ricercatori hanno dovuto basare le loro indagini su quei corpi noti che, almeno in linea teorica, avrebbero potuto subire l’influenza del campo gravitazionale di questo possibile pianeta; e a conti fatti la cosa avrebbe senso.
Non resta dunque che aspettare gli esiti di accertamenti futuri in merito per sapere se il Sistema solare tornerà ad avere nove pianeti o se dovrà accontentarsi degli otto che già possiede.
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