L’oracolo di Delfi, dedicato al dio Apollo, è un luogo sacro dell’antica Grecia, ricco di miti e leggende, in cui si dirigevano ogni anno pellegrini provenienti da tutto il Mediterraneo. La figura enigmatica della Pizia, la sacerdotessa di Apollo, guidava i pellegrini alla ricerca di risposte, entrando in uno stato di trance, per pronunciare le profezie più misteriose.

Ma come faceva la Pizia a prevedere il futuro? Come riusciva a fornire risposte così precise, seppur enigmatiche, alle domande dei fedeli? E soprattutto, perché le sue parole erano così spesso impenetrabili? La risposta, che ancora oggi affascina storici e ricercatori, sembra mescolare elementi mitologici, scienza e una buona dose di mistero.
Il culto di Apollo
Delfi non era solo un luogo sacro: era una vera e propria “banca dati” dell’antichità. Situato sul monte Parnaso, il santuario era il cuore pulsante di una rete di scambi culturali e intellettuali che si estendeva ben oltre i confini della Grecia. Ogni anno, decine di città-stato greche, così come popoli provenienti da terre lontane, inviavano delegazioni a Delfi per consultare l’oracolo. Ma cosa rendeva queste profezie così speciali?
Una delle chiavi del mistero si trova proprio nella vasta raccolta di informazioni che il santuario aveva accumulato nel corso dei secoli. I sacerdoti di Apollo non solo curavano il culto del dio, ma erano anche custodi di un’enorme mole di conoscenze geografiche, storiche e politiche. Quando un fedele giungeva a Delfi con una domanda, non era solo l’intuito mistico della Pizia a rispondere: spesso, i sacerdoti erano in grado di usare il loro ampio database di informazioni per fornire risposte molto dettagliate e precise.
Delfi era diventato così il punto di riferimento per chi cercava consigli sulla fondazione di nuove colonie, sulle strategie militari o sugli equilibri politici. Questo spiega, almeno in parte, come l’Oracolo potesse sembrare così accurato: le risposte erano frutto di una combinazione di conoscenza concreta e di interpretazioni mistiche.

La Pizia e la trance mistica
Ma c’era un altro fattore che contribuisce al mistero dell’Oracolo: lo stato di trance in cui la Pizia entrava prima di rilasciare le sue profezie. Secondo la tradizione, la sacerdotessa era in grado di entrare in un particolare stato di euforia mistica, durante il quale si riteneva che fosse posseduta dallo spirito di Apollo. Qual era il meccanismo scientifico alla base di questa trance?
Il tempio di Apollo a Delfi si trovava in una zona geologicamente attiva, caratterizzata da numerose faglie. Alcuni ricercatori moderni suggeriscono che, proprio a causa di queste faglie, potessero fuoriuscire dai sotterranei del tempio gas naturali, come il metano, che avrebbero potuto alterare lo stato mentale della Pizia. Gas come l’etilene o il benzene avrebbero potuto indurre un effetto allucinogeno, permettendo alla sacerdotessa di entrare in una sorta di trance profetica.
Altri, invece, sostengono che il fenomeno sia stato molto più complesso, legato non solo a vapori o gas, ma anche a fattori psicologici e culturali, che alimentavano la convinzione della Pizia di essere in contatto diretto con il divino.

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Le profetiche risposte: ambiguità e interpretazioni
Una delle caratteristiche più affascinanti dell’Oracolo di Delfi è la natura delle risposte della Pizia: sempre criptiche, misteriose, e talvolta contraddittorie. Le profezie dell’Oracolo non erano mai dirette o concrete. Piuttosto, venivano pronunciate in versi enigmatici che richiedevano un’interpretazione. I sacerdoti di Apollo, che assistevano la Pizia, avevano il compito di “tradurre” questi messaggi in linguaggio comprensibile per i richiedenti.
Un esempio celebre di questa ambiguità si trova nella risposta data al re Croesus di Lidia, che chiedeva se avrebbe avuto successo nella guerra contro la Persia. L’Oracolo rispose: “Se attraverserai il fiume, distruggerai un grande impero.” Croesus, convinto che la sua vittoria fosse garantita, lanciò l’offensiva, solo per scoprire che l’impero distrutto fu proprio il suo. La profezia, sebbene corretta, era talmente ambigua che poteva essere interpretata in più di un modo.
Questa ambiguità, tuttavia, giocava a favore dell’Oracolo: indipendentemente dal risultato, le risposte avevano una certa “copertura” interpretativa, che permetteva di mantenere intatto il mistero e la reputazione dell’Oracolo.
L’Oracolo di Delfi e il suo declino
Con il passare dei secoli, l’importanza dell’Oracolo di Delfi cominciò a declinare, soprattutto con l’ascesa del Cristianesimo e la crescente ostilità verso i culti pagani. Nel 390 d.C., l’Imperatore romano Teodosio I decretò la chiusura del santuario di Delfi, segnando la fine di un’era.
Nonostante ciò, l’Oracolo di Delfi resta una delle testimonianze più affascinanti della cultura dell’antica Grecia, un luogo dove religione, mito e scienza si intrecciavano in un complesso gioco di previsioni enigmatiche. Le profezie della Pizia, avvolte nel mistero e nell’ambiguità, erano in grado di catturare l’immaginazione dei popoli dell’epoca, ma anche di suscitare riflessioni sulla natura del destino, del potere e della conoscenza.
Fonte: https://www.focus.it/cultura/mistero/perche-oracolo-di-delfi-indovinava-le-profezie




