Osomatsu-san: Recensione

Probabilmente non lo sapete, ma i giapponesi adorano ridere. Molte delle loro trasmissioni sono comiche ed esistono diversi modi per far ridere. Uno di questi è l’assurdità, le stranezze di particolari personaggi.

Non è un caso, considerato ciò, che un’opera come Osomatsu-san abbia fatto breccia nel cuore dei giapponesi (e non solo loro) e come esso sia stato il successo della stagione appena passata, arrivando a superare le 100.000 copie vendute con il solo primo BD.

I sei fratelli Matsuno in una scena della opening

Anime che trae origine da Osomatsu-kun (originariamente un manga di Fujio Akatsuka, di cui poi sono state trasmesse ben due serie animate negli anni sessanta e ottanta) racconta le vicende dei (ben!) sei gemelli Matsuno, pestiferi e casinisti come pochi, NEET incalliti e fancazzisti all’ennesima potenza, ciascuno con una caratteristica fisica e caratteriale ben precisa (ad esempio Choromatsu, il terzo, è raffigurato come un’otaku delle idol, Ichimatsu dei gatti… E il resto sta a voi scoprilo). I nostri, che hanno vent’anni circa (il motivo per cui la serie si chiama san è perché sono degli adulti – infatti san si traduce in signore, kun è un suffisso usato per indicare i ragazzi giovani), si dividono tra l’amore dell’unica ragazza che li considera un minimo, Totoko (ovviamente non sono ricambiati); le cene a base di udon da Chibita, con cui hanno il conto aperto (ovviamente); le litigate con Iyami, nemico storico dei gemelli che spera di rubare il ruolo da protagonista a Osomatsu, il maggiore dei Matsuno, come fu nella serie degli anni ottanta; e Hatabo, l’unico che li ritiene degli amici.

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Come già detto, i giapponesi adorano ridere. E in Osomatsu-san si ride tantissimo, in un tripudio di nosense imperante in alcuni punti e umorismo tipicamente nipponico, dove viene sottolineata la battuta e il motivo per cui dovrebbe far ridere. Non ci si dimentica però di mettere all’interno anche un pizzico di drammaticità e quindi ci troviamo davanti ad episodi letteralmente strappalacrime, senza che smettano comunque di far ridere. Perché l’obiettivo principale della serie è quello di divertire, sempre e comunque.

C’è da dire, però, che non è per tutti. E’ per palati fini, per coloro che riescono ad apprezzare una buona dose di surrealismo e sospensione della realtà. Perché l’unica cosa che importa davvero è godersi le disavventure, assolutamente assurde, in cui i gemelli si trovano, tragicomiche vicende che sanno anche di realtà (come il secondo episodio, dove si parla del lavoro, arrivando anche a denunciare una parte del sistema giapponese… O forse sono io che ci vedo troppo) ma senza trattarla troppo approfonditamente. Insomma, se state cercando un anime “normale” cadete male. Se invece siete pronti alla follia più totale che viene mostrata anche nella ottima sigla iniziale, allora è per voi.

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I nostri con Iyami nella tipica posa di quest’ultimo. SHEEEEEH!

Piccola curiosità: la prima puntata dell’anime è stata tolta dai siti internet dov’era possibile vederlo legalmente (Crunchyroll per l’esattezza) poiché all’interno vi erano troppe parodie, cosa non permessa dalla legge giapponese. Un vero peccato, perché si poteva avere un piccolo assaggio della follia contenuta dentro l’anime.

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Giochino: quanti anime riconoscete?

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