Ora che siamo ben lontani dal fatidico “momento elezioni”, possiamo finalmente parlare di pari opportunità e uguaglianza in Europa senza correre il rischio di essere associati a qualche corrente di pensiero politica.
E venire distrattamente linciati proprio da una di esse.
Evviva!
Avete appena letto la bella notizia. Infatti, secondo un’indagine condotta da Spotahome, l’Italia non risulterebbe neanche tra i primi 15 paesi ad offrire le giuste misure per le pari opportunità.
La ricerca è stata sviluppata combinando i dati ufficiali di quelli che sono ritenuti i criteri per il calcolo dell’indice di uguaglianza (IU da qui in avanti), ovvero:
Differenza di partecipazione alla forza lavoro tra uomini e donne (Confronta la proporzione tra la partecipazione alla forza lavoro delle donne rispetto agli uomini);
Differenze retributive in base al genere (Monitora le sproporzioni di paga tra uomini e donne);
Disuguaglianza di reddito (Misura la distribuzione del reddito e del benessere in una nazione);
Accettazione della comunità LGBTI (Guarda alla situazione dei diritti umani per persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali in Europa);
Qualità della vita (Basata sul rapporto tra i prezzi delle case e redditi, costo della vita, sicurezza, assistenza sanitaria, inquinamento, potere d’acquisto, trasporti e clima):
Diritti politici e libertà civili (Valutazione dei diritti politici e della libertà di espressione, compreso il processo elettorale, il pluralismo politico, l’espressione accademica e culturale);
Accessibilità per sedie a rotelle (Si calcola la percentuale di autobus e stazioni della metropolitana che sono accessibili in sedia a rotelle);
Accoglienza nei confronti dei migranti (Misura l’accoglienza dei migranti da parte della popolazione in base a gradi crescenti di prossimità personale);
La presenza di donne nelle aziende della lista Fortune 500 (Percentuale di donne che lavorano ai piani alti delle aziende in confronto agli uomini);
Donne in politica (La percentuale di donne impegnate nei consigli comunali rispetto a quella degli uomini);
Ogni categoria è stata elaborata con i dati più recenti, scelti in base alle fonti più autorevoli. Eurostat e Freedom Houses giusto per citare qualche nome.
Dunque, stando alle statistiche, il nostro Bel Paese occuperebbe la piazza n.18 con un punteggio UI di 6.57 su 10.
Al contrario, Norvegia, Danimarca e Svezia, sembrerebbero essere le nazioni più accoglienti dal punto di vista delle possibilità, dato che occupano i gradini più alti della classifica con un UI di rispettivamente 8.53, 8.39 e 8.30.
In sintesi, lo studio ha evidenziato come i paesi a occupare i gradini più alti dell’elenco spicchino particolarmente per fattori di uguaglianza di genere, libertà civili e politiche, accoglienza degli stranieri.
Il Lussemburgo, in quarta posizione, svetta per quanto concerne la parità di genere in termini di trattamento economico. L’Islanda, al nono posto, ha il ranking più alto in riferimento all’accoglienza degli stranieri.
L’Italia ottiene punteggi particolarmente bassi diritti garantiti verso gli omosessuali e la qualità della vita. Massimo ranking, tuttavia, per la parità di trattamento economico tra uomini e donne (10/10).
Ma non è tutto, lo studio ha coinvolto anche le maggiori città europee. In questo caso, Milano e Roma occupano piazze ancora più basse, nello specifico la 29esima e la 30esima, presentando evidenti carenze e margini di miglioramento in merito alla disparità di genere nel lavoro e in politica.
Cosa impariamo dai fattori rilevati dallo studio sulle Pari Opportunità?
Sembrerà ovvio quanto scontato ma l’inchiesta ci porta inesorabilmente a condurre una riflessione sui motivi che portano i giovani italiani a lasciare il nostro paese.
In una società sempre più globale e caratterizzata, il mondo ideale in cui s’intende vivere è quello a noi più favorevole o si intende vivere rendendo più favorevole il mondo in cui si vive già.
Non mi permetto di indurvi a conclusioni. Come sempre, questo è un diritto che spetta solo a voi lettori.
Nel frattempo, come afferma Cosimo Resta (Country Manager di Spotahome), noi ci limitiamo a
sensibilizzare le comunità su aspetti come uguaglianza di genere, differenze retributive, accettazione della LGBTI e qualità della vita che se migliorati, possono rendere le città più competitive rispetto allo scenario socio-economico europeo.
Che ne pensi, ci vediamo nei commenti? :)
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