Tra la punta meridionale del Sud America e la Penisola Antartica si apre una frattura nell’oceano che mette alla prova anche i lupi di mare più navigati: il Passaggio di Drake, 965 km di acque tumultuose dove le onde possono alzarsi fino a 25 metri d’altezza. Niente di magico dietro questo fenomeno, al contrario delle coste marine che si illuminano: c’è una spiegazione, come sempre, scientifica.
Attraversare il Passaggio di Drake è un’esperienza indimenticabile e davvero spaventosa
Questo tratto di mare incute tanto timore per via della sua particolare configurazione geografica. Il Passaggio di Drake funziona come un imbuto naturale dove confluiscono le correnti oceaniche e i venti dell’emisfero australe.
Questi ultimi, liberi di soffiare da ovest verso est attorno all’Antartide vengono accelerati nel passaggio, creando condizioni di navigazione estremamente difficili.
Chi ha attraversato queste acque conosce bene i due volti del di questo tratto maledetto: il famigerato “Drake shake“, quando la nave sobbalza violentemente tra le onde in tempesta, e il più raro “Drake lake“, quando il mare si presenta insolitamente placido. Quale dei due si presenterà non è dato sapere: fa parte dell’esperienza quasi traumatica e a sorpresa.
Il passaggio dalla terraferma sudamericana all’Antartide rappresenta uno dei cambiamenti più bruschi che si possano sperimentare sul nostro pianeta. In poche ore, la temperatura può scendere drasticamente, segnando l’ingresso in un ecosistema completamente diverso.
Ma oltre alla sua fama temibile, questo “corridoio” svolge un ruolo fondamentale nel sistema climatico terrestre. Funziona come una barriera termica naturale che protegge l’Antartide dalle masse d’aria calda provenienti dal nord, contribuendo a mantenere il continente bianco nelle sue condizioni glaciali.
Gli oceanografi hanno anche scoperto che, grazie al continuo rimescolamento delle acque, il Passaggio di Drake assorbe quantità significative di carbonio, agendo come un importante regolatore del clima globale.
Pensate quanto è assurda e paradossale a volte la natura: creare un luogo terribilmente pericoloso per chi lo naviga, ma assolutamente vitale per il nostro pianeta.