Pensano di aver scoperto un teschio alieno, ma la verità è molto più agghiacciante

In una cittadina del nord-ovest argentino, San Fernando del Valle de Catamarca, un normale scavo per l’installazione di una conduttura idrica si è trasformato in una scoperta archeologica inaspettata. Il 27 maggio scorso, gli operai si sono imbattuti in un piccolo scheletro umano, con un dettaglio che ha subito fatto scalpore: il teschio appariva allungato e schiacciato, in modo così bizzarro da sembrare alieno.
Il ritrovamento risale al 27 maggio scorso. Il teschio apparteneva a un bambino di circa 3-4 anni, sepolto almeno 700 anni fa. Nessun segno di trauma o violenza, ma una caratteristica impossibile da ignorare: una marcata deformazione della scatola cranica, di tipo “tabulare obliquo”. Una forma che, agli occhi contemporanei, risulta disturbante.. Ma è davvero così? Spoiler: no.

Quel teschio non viene dallo spazio, ma da una tradizione agghiacciante vecchia di secoli

Il teschio apparteneva a un bambino di circa 3-4 anni, sepolto almeno 700 anni fa. Nessun segno di trauma o violenza, ma una caratteristica impossibile da ignorare: una marcata deformazione della scatola cranica, di tipo “tabulare obliquo”. Una forma che, agli occhi contemporanei, risulta disturbante.

Cristian Sebastián Melián, direttore della Direzione Provinciale di Antropologia di Catamarca, ha chiarito subito l’origine della scoperta: si tratta di un esempio di modificazione cranica intenzionale, una pratica diffusa in diverse culture del mondo antico, spesso legata a codici estetici, simbolici o di appartenenza sociale.

il teschio trovato in argentina che assomiglia a quello di un alieno vista la forma allungata

Questa tecnica consisteva nell’applicare fasciature o supporti rigidi sulla testa dei neonati, sfruttando la plasticità delle ossa craniche durante la crescita. Nel caso specifico, la pressione è stata esercitata frontalmente e posteriormente, ottenendo un cranio allungato e appiattito, con una larghezza laterale accentuata. Un procedimento meticoloso, eseguito nei primi mesi di vita, e che oggi può sembrare inquietante, ma che era espressione di un preciso sistema di valori.

Accanto allo scheletro del bambino non sono stati trovati oggetti funerari, ma frammenti di ceramica in stile pre-incaico hanno permesso di datarne la sepoltura tra il 1100 e il 1300. Poco distante, la presenza di resti di lama bruciati e vasi in stile incaico testimonia la continuità abitativa della zona per oltre due secoli.

Colpisce un dato: il 90% dei teschi conservati nella collezione antropologica locale mostra segni simili di alterazione. Non un caso isolato, ma un costume largamente praticato. Il che solleva domande. Chi decideva la forma della testa dei bambini? Quale messaggio trasmetteva?

L’effetto visivo che oggi ci colpisce è figlio del nostro sguardo moderno, abituato a certi standard di normalità. Eppure, proprio quel teschio, giudicato “alieno”, era un simbolo perfettamente umano. Dice molto su cosa qualcuno può essere disposto a fare per aderire a un ideale, e su quanto il corpo, fin dalla nascita, possa essere modellato in funzione di valori, ruoli o aspettative.

Immagine di copertina a puro scopo rappresentativo

Gianluca Cobucci

La sua vita è cambiata quando ha letto una frase di William Edwards Deming: "Senza dati sei solo un'altra persona con un'opinione". Da quel momento ha iniziato a leggere e approfondire perché ha fame di conoscenza. Sa a memoria "Il Silmarillion" e cerca di diventare uno Jedi.
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