Mens sana in corpore sano: l’equilibrio tra peso e salute mentale

Intorno tra fine del I secolo d.C. e l’inizio del II secolo d.C. Giovenale (Decimo Giunio Giovenale) riportò, nel contesto della sua decima Satira (Saturae X), la celebre frase: 

“Mens sana in corpore sano” 

All’epoca Giovenale stava mettendo in discussione i desideri spesso futili e le richieste superficiali che le persone rivolgevano agli dei. Egli osservava che gli uomini tendevano a chiedere beni materiali e transitori come ricchezza, potere, bellezza o fama, trascurando invece virtù più durature come la saggezza, l’equilibrio e l’armonia interiore. La sua frase era quindi un invito a riconsiderare le proprie aspirazioni, esortando a guardare oltre il superficiale e il transitorio verso i veri pilastri di un’esistenza appagante.  

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Ad oggi invece la frase ha assunto un significato leggermente differente, ma altrettanto nobile. Quest’ultima promuove un semplice ideale di benessere fisico e mentale, una continua ricerca di equilibrio personale, basato sulla propria unicità. Nella società odierna però il raggiungimento di questo obiettivo può essere molto simile ad una corsa ad ostacoli. A volte è molto complesso sentirsi bene con sé stessi e allo stesso tempo nel mondo.

Il peso delle aspettative esterne

Ci sono molte storie che si potrebbero raccontare per comprendere meglio come agisce la pressione delle aspettative altrui sul nostro benessere. Un caso tra tanti è quello di Autumn Lloyd, la quale sin da piccina, temeva che gli altri bambini non l’avrebbero accettata a causa della sua corporatura. Questa sensazione di essere sotto esame è purtroppo un’esperienza comune per molte persone. La nostra società, infatti, tende a nutrire idee preconcette sulla corporatura, spesso basate sull’erronea convinzione che il peso di una persona sia interamente sotto il suo controllo e possa essere gestito solo con dieta ed esercizio fisico. Questa visione semplicistica ignora la complessa interazione di fattori genetici, fisiologici, psicologici e sociali che determinano la corporatura di un individuo.  

Queste convinzioni possono portare a giudizi ingiusti e a un trattamento poco rispettoso, che si manifesta in vari contesti: dalle interazioni quotidiane ai luoghi di lavoro, dalle istituzioni educative fino, a volte, anche all’interno delle cerchie familiari e amicali. Oltre il 40% degli adulti negli Stati Uniti ha riferito di aver sperimentato personalmente queste forme di giudizio.  

La pressione sociale è tutt’intorno a noi

Un impatto profondo sul benessere

Le esperienze di sentirsi giudicati possono avere un impatto profondo sul benessere emotivo e fisico. Autumn Lloyd, ad esempio, ha raccontato di aver perso più della metà del suo peso corporeo al liceo attraverso un regime estenuante, e non grazie ad una dieta equilibrata. Tale risultato fu celebrato dai suoi coetanei e persino riportato su un giornale locale. Eppure, sentiva che i suoi successi accademici “non avevano mai avuto la stessa importanza di questo articolo di vanità”.  

Quando il peso è tornato, come spesso accade, Autumn si è sentita nuovamente sotto esame, il che l’ha portata a monitorare ossessivamente la sua alimentazione e l’attività fisica in pubblico, mentre si abbuffava in privato. La pressione per perdere peso ha contribuito all’autolesionismo e alla depressione. All’università, è stata ricoverata due volte per pensieri suicidi, e il suo peso era profondamente legato alla sua salute mentale. Queste pressioni costanti possono generare uno stato di tensione che influisce sul corpo, portando a un aumento dello stress e dell’infiammazione, e sono associate a problemi di salute mentale come la depressione e comportamenti alimentari non salutari.  

L’aiuto della chirurgia bariatrica ed il benessere post intervento

Un intervento chirurgico per la gestione del peso è una trasformazione che va ben oltre il semplice cambiamento fisico. Un recente studio, pubblicato sulla rivista Health Psychology dalla dottoressa Larissa McGarrity e dai suoi colleghi, ha esplorato a fondo questo fenomeno, rivelando una verità sorprendente: il motivo principale di questo miglioramento non è tanto la quantità di peso persa, quanto piuttosto il sentirsi meno giudicati dalla società e, di conseguenza, il modo in cui si percepisce il proprio corpo. Questo ci invita a riflettere su quanto le pressioni sociali e le aspettative esterne influenzino profondamente il nostro benessere interiore.

La chirurgia bariatrica: l’equilibrio tra mente e corpo per raggiungere il benessere

L’intervento bariatrico è riconosciuto come un trattamento efficace per la gestione del peso significativo, capace di migliorare notevolmente la salute fisica e ridurre rischi come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache. Tuttavia, è importante capire che non è una soluzione universale per ogni aspetto della vita. Alcuni aspetti, come il supporto sociale e la soddisfazione nelle relazioni sentimentali, se trascurati possono persino peggiorare dopo l’intervento.  

La ricerca della dottoressa McGarrity, che ha coinvolto quasi 150 pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica, ha rivelato un dato fondamentale: oltre il 90% dei partecipanti ha riferito di aver percepito giudizi sulla propria corporatura prima dell’intervento. Dopo l’operazione, la maggior parte (circa il 60%) ha sperimentato una significativa riduzione di queste percezioni negative. È emerso che proprio questa diminuzione del sentirsi giudicati, piuttosto che la perdita di peso in sé, spiegava perché alcune persone riportavano una migliore salute mentale e meno comportamenti alimentari disordinati.

I pazienti che hanno percepito meno giudizi hanno mostrato notevoli miglioramenti nella salute mentale e fisica, ed erano anche più propensi a mantenere un peso più basso. La dottoressa McGarrity ha sottolineato che “la perdita di peso è utile per molte cose, ma quel cambiamento nella percezione del giudizio legato al peso potrebbe essere la cosa più potente per la salute mentale e la qualità della vita nel tempo”.  

Quando le pressioni persistono

Nonostante i benefici, la dottoressa McGarrity ha evidenziato che “i pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica non sono immuni agli effetti delle pressioni sociali legate al peso, anche anni dopo l’intervento, persino dopo una significativa perdita di peso”. Circa il 40% dei partecipanti allo studio ha riferito di continuare a percepire regolarmente giudizi sulla propria corporatura dopo l’intervento. Queste persone presentavano un rischio maggiore di problemi di salute mentale, come depressione e ansia, e di comportamenti alimentari meno salutari rispetto ai loro coetanei che si sentivano meno giudicati.  

L’esperienza di Autumn Lloyd ne è un esempio lampante: dopo l’intervento bariatrico nel 2022, ha perso una quantità considerevole di peso, ma inferiore alla media, e si sentiva ancora giudicata dagli altri. “Se sembri una persona con una corporatura più grande e non hai raggiunto il tuo obiettivo di peso, sembri, ad alcuni, un fallimento”, ha detto. Questo dimostra che il cambiamento fisico, da solo, non garantisce la libertà dalle pressioni sociali.  

La sola perdita di peso non è sufficiente per raggiungere il benessere

Le sfide emotive del dopo intervento

Anche in assenza di giudizi esterni, i pazienti bariatrici affrontano sfide psicologiche uniche. Molti continuano a sperimentare problemi di immagine corporea, spesso lottando con la pelle in eccesso dopo una significativa perdita di peso, il che può essere angosciante e influire sull’autostima. Possono anche esserci la paura di recuperare il peso e difficoltà ad adattarsi a una nuova identità.  

Le relazioni spesso cambiano dopo l’intervento. I cari possono avere difficoltà ad adattarsi al nuovo stile di vita del paziente, o persino esprimere gelosia o resistenza alla loro perdita di peso. Anche le relazioni sentimentali possono essere tese, con studi che suggeriscono tassi di divorzio più elevati tra i pazienti bariatrici a causa di cambiamenti nell’autostima e nell’indipendenza post-intervento. 

Per molti pazienti, il cibo ha rappresentato un meccanismo di coping o persino una dipendenza prima dell’intervento. Dopo l’intervento bariatrico, i pazienti non possono più fare affidamento sul cibo allo stesso modo, il che può portare a una “dipendenza da trasferimento”, in cui gli individui sostituiscono la dipendenza dal cibo con altri comportamenti compulsivi come acquisti eccessivi, gioco d’azzardo o uso di alcol.  

Un impegno collettivo per un mondo più rispettoso

Per promuovere un benessere autentico per tutti, è essenziale un impegno collettivo per creare un ambiente più accogliente, comprensivo e rispettoso. A livello personale, possiamo contribuire al cambiamento per dare ad ognuno l’opportunità di vivere la massima “mens sana in corpore sano”. La dottoressa McGarrity ha affermato che tutti possono “fare di meglio con le persone nelle nostre vite che lottano con il peso, per non essere solo un’altra persona che trasmette il messaggio ‘basta mangiare meno e fare più esercizio'”.

Autumn Lloyd, dal canto suo, ha imparato ad affrontare l’aspetto delle pressioni sociali che può controllare: la sua percezione del proprio peso. “Il viaggio è molto difficile. C’è molto rumore da filtrare, e ci sono alcune battaglie che semplicemente non abbiamo la capacità di affrontare”, ha detto Lloyd. “Non sei rotto. Non stai fallendo perché non hai ridotto il tuo peso”.  Riconoscere e affrontare le pressioni sociali legate alla corporatura è un passo essenziale per promuovere una salute mentale migliore e un benessere duraturo, indipendentemente dalla propria taglia.

FONTE https://www.livescience.com/human-behavior/peoples-mental-health-often-improves-after-weight-loss-surgery-a-study-pinpoints-the-real-reason-why

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