Ho appena finito di leggere un nuovo manga. In soli 8 volumi ‘Pluto? di Naoki Urasawa mi ha stregato completamente vuoi per la mia neonata passione per l’intelligenza artificiale, vuoi perché ho un legame particolare con ‘Astro Boy’ di Osamu Tezuka (opera a cui si ispira). Volevo raccontarvi cosa mi è rimasto e perché vi consiglio di leggere questo capolavoro.
Robot che amano e odiano: l’universo emotivo di Pluto è lontano ma così vicino in realtà
Il manga ‘Pluto’ di Naoki Urasawa indaga i confini tra ciò che è umano e ciò che non lo è, attraverso la vita di robot avanzati che esprimono emozioni profondamente umane. In un mondo futuristico, questi automi si trovano a confrontarsi con questioni di coscienza e sentimenti, ponendo interrogativi fondamentali sull’essenza delle loro esperienze emotive rispetto a quelle umane.
Ispirato al classico ‘Astro Boy’ di Osamu Tezuka, si svolge in un contesto futuristico dove robot e umani coesistono. La trama si dipana seguendo le vicende di automi di alta tecnologia minacciati da forze oscure, offrendo al lettore un avvincente mix di giallo e riflessione filosofica.
Il fulcro della narrazione è un detective robotico che, nonostante la sua natura meccanica, vive tormentato da un passato tragico e da emozioni intensamente umane. La capacità dei robot di provare sentimenti solleva questioni sulla loro parità con gli umani, soprattutto quando si trovano ad affrontare dilemmi morali simili a quelli umani. Un po’ come gli NPC senzienti dei videogiochi.
Un episodio chiave che ho amato riguarda Brau 1589, un robot accusato di omicidio. Questo caso particolare pone in rilievo la questione della perfezione nell’intelligenza artificiale: se un robot perfetto può uccidere, cosa ci dice questo sulla sua “umanità”? La risposta nel manga è provocatoria: “Che era perfetto. Umano.” Questa affermazione sottolinea l’ambiguità morale degli esseri artificiali, stimolando una riflessione sui confini etici del loro comportamento.
A proposito di AI, vi invito a leggere cosa ho scritto riguardo un grosso errore che compiamo quando ne parliamo.
Con personaggi ricchi e una narrazione che alterna azione a dialoghi profondi, credo che Pluto sia soprattutto un’indagine sull’essenza della vita e sull’interazione tra tecnologia e morale. Attraverso un mix di mistero e filosofia, Urasawa invita il lettore a riflettere sul futuro delle intelligenze artificiali ma anche sulle implicazioni profonde delle loro “emozioni” in una società che potrebbe non essere pronta ad accettarle come reali. In questo modo, il manga diventa un’esplorazione non solo della tecnologia ma anche delle profonde questioni etiche e esistenziali.
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