Pozzuoli: trovato un tempio sommerso di 2000 anni fa, appartiene a una civiltà di Indiana Jones

A Pozzuoli, gli archeologi hanno scoperto lastre di marmo incise e antichi altari che appartengono ad un tempio di 2000 anni fa. Costruito da immigrati di Nabatea, antico regno della penisola arabica il cui “Tesoro scolpito nella roccia” (il sito archeologico di Petra in Giordania) è apparso nel film Indiana Jones e l’Ultima Crociata.

La costruzione però è stata in seguito sepolta con cemento e terracotta, forse a causa di commercianti stranieri che lasciarono la zona, secondo uno studio pubblicato il 12 settembre sulla rivista Antiquity.

Michele Stefanile, archeologo marittimo presso la Scuola Superiore Meridionale, un istituto specializzato di Napoli, ha dichiarato a LiveScience per me questa è stata una delle scoperte più inaspettate“.

foto dall'alto del tempio sommerso di pozzuoli
Foto dall’alto del tempio sommerso dei Nabetei, a Pozzuoli

La zona del ritrovamento a Pozzuoli

Il tempio si trova al largo della costa di Pozzuoli, a circa 16 chilometri a est di Napoli. In epoca Romana la città era conosciuta come Puteoli, punto strategico di attracco per navi che provenivano da tutto il territorio romano.

Furono proprio i Romani a darle il nome di Puteoli (il cui significato è “piccoli pozzi”), probabilmente perché nella zona sono presenti tante sorgenti termominerali.

un fotogramma di indiana jones che osserva petra
Un fotogramma da Indiana Jones dove si osserva Petra, la meraviglia dei Nabatei

L’attività vulcanica nella storia ha inciso tanto sul cambiamento delle coste, sommergendo (e conservando, per fortuna) all’incirca 2 chilometri di edifici di epoca romana che appartenevano all’antico quartiere portuale.

Già nel XVIII secolo gli archeologi scoprirono manufatti nella stessa area che suggerivano la presenza di un tempio sepolto… Ma nessuno poteva sapere dove.

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Grazie alla mappatura dei fondali della regione, avvenuta nel 2023, gli studiosi hanno rilevato la presenza di due sale sommerse con muri di stile romano. Le pareti misuravano circa 10 metri per 5. Inoltre, i ricercatori scoprirono due altari di marmo bianco appoggiati ad una delle pareti. Gli altari possedevano anche diverse nicchie di forma rettangolare che forse contenevano pietre sacre.

Entrambe le stanze avevano anche una lastra di marmo con un’iscrizione latina “Dusari sacrum” (“Consacrato a Dushara”) dio più importante della religione nabatea.

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