L’obiettivo finale di ogni lavoratore – che sia dipendente o libero professionista – è quello di arrivare al termine della professione e godersi la meritata pensione. Per chi è lavoratore dipendente, i fondi pensionistici vengono già calcolati e trattenuti dagli organi competenti e specificati sullo stipendio; ma per chi è lavoratore autonomo il discorso è un po’ diverso ed entrano in gioco diverse varianti che ne definiscono l’importo destinato all’IRPEF e quindi al proprio fondo pensione. Ma perché non optare anche per la previdenza complementare?
Cos’è la previdenza complementare e come funziona
Il sistema pensionistico dei liberi professionisti e lavoratori autonomi è finanziato attraverso un prelievo annuo rapportato al fatturato e dichiarato ai fini IRPEF. Ovviamente, la pensione dipende dal tipo di attività che si svolge, dal regime cui si appartiene e se si è iscritti a un albo oppure no.
Chi è iscritto a un albo deve rivolgersi alle casse previdenziali di riferimento; chi invece non è iscritto ad un albo dovrà fare sempre riferimento all’INPS. Tuttavia, il possessore di partita IVA dovrà versare la propria pensione da solo e in base all’aliquota contributiva che è diversa a seconda del tipo di lavoro che si svolge.
La previdenza complementare è una forma di previdenza che si aggiunge a quella obbligatoria ma non la sostituisce ed è per questo che si chiama anche “integrativa”; rappresenta infatti un vantaggio e una sicurezza di cui ogni lavoratore (autonomo e non) può usufruire, con cui poter far accrescere la propria futura stabilità economica.
Ecco alcune caratteristiche:
- è volontaria, ognuno può decidere se farla oppure no;
- è a capitalizzazione individuale, ovvero i versamenti sono destinati a un conto personale del soggetto sottoscrittore, investiti e poi restituiti in forma di prestazione con i rendimenti maturati durante l’investimento;
- prima si aderisce, maggiori saranno i risultati.
E’ altrettanto importante sapere che gli investimenti vengono gestiti da soggetti ed enti di diritto privato che affidano le risorse accumulate ai gestori finanziari (ad esempio assicurazioni, banche o società di gestione del risparmio) che li investono nei mercati finanziari. Inoltre, l’attività dei fondi pensione e dei piani individuali pensionistici (PIP) è controllata dalla Covip – Commissione di vigilanza sui fondi pensione.
Chi può aderire alla previdenza complementare?
Anche se a usufruire della previdenza complementare sono maggiormente i lavoratori autonomi e liberi professionisti, tutti possono accedervi per costruire una propria rendita pensionistica. Vi possono quindi aderire:
- lavoratori dipendenti privati e pubblici;
- lavoratori autonomi o liberi professionisti;
- lavoratori con contratti atipici (ad esempio lavoratori a progetto od occasionali);
- soggetti fiscalmente a carico;
- tutti coloro che non svolgono un’attività lavorativa.
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