Eris Edizioni ha annunciato che, in occasione del decimo anniversario dell’uscita del primo volume della serie, pubblicherà in un unico volume di 752 pagine tutti i 6 episodi di Prison Pit.
L’opera di Johnny Ryan è ormai diventata una delle più importanti nel panorama del fumetto indipendente americano, ma l’unica edizione italiana è stata finora quella della casa editrice indipendente The Milan Review, praticamente introvabile, che contiene solo i primi due volumi americani (la traduzione che decisero di adottare all’epoca fu Il pozzo di sangue, una soluzione non letterale ma indubbiamente molto suggestiva).
Prima di lavorare su Prison Pit (destinata col tempo, a diventare la sua serie più di successo) Johnny Ryan era principalmente noto per Angry Youth Comix, un fumetto estremamente provocatorio, di quelli che sembrano cercare qualsiasi scusa possibile per essere politically incorrect. Questo portava l’autore a sovraccaricare le vignette con fin troppi dialoghi dissacranti, togliendo molto respiro alle storie.
In Prison, Pit Ryan non cambia solo il genere (si passa dal fumetto umoristico a quello fantasy ma mantenendo in entrambi i casi dei toni adulti) ma anche lo stile di narrazione. Le vignette, ad esempio, si riducono sensibilmente di numero, facendosi molto più ampie e silenziose (i dialoghi, inseriti solo quando strettamente necessari per una battuta o una breve spiegazione, sono sempre scarni ed essenziali). L’autore inserisce, per rendere il racconto ancora più scorrevole, persino delle ottime transizioni in stile cinematografico, avvalendosi dell’ambiguità del bianco e nero. Questa leggerezza narrativa, unita ad una trama praticamente inesistente e ad un ritmo crescente costringono il lettore a non fermarsi mai troppo su ogni singola pagina, e lo spingono a divorare le tavole di Ryan per sapere cosa succede dopo.
Come già detto poco sopra, la trama di Prison Pit è pressoché nulla: il protagonista, Cannibal Fuckface (non viene mai chiamato così nell’opera, è semplicemente un “soprannome” datogli dai lettori americani in mancanza di un vero nome dato dall’autore) è una creatura che dedica tutta la sua esistenza al massacro ed al cannibalismo, e che viene pertanto condannata a vivere in una prigione che sembra un vero e proprio pianeta, popolata dalle più assurde e orrende razze aliene. Inizia quindi a sterminare qualsiasi rifiuto spaziale gli si pari davanti, affrontando minacce sempre maggiori, che si rivelano spesso molto più coriacee di quanto sembrino all’inizio. Negli ultimi volumi, grazie ad un leggero worldbuilding, si inizia a formare una trama vagamente più concreta, che non diventa mai, però, il punto focale dell’opera. Tutti i personaggi hanno una caratterizzazione volutamente superficiale, ed il focus rimane sempre sulle assurde scene di combattimento.
L’opera è piena di splatter, gore, black humor, cannibalismo e riferimenti sessuali piuttosto espliciti, ma Ryan condisce il tutto con assurde onomatopee cartoonesche e descrive situazioni talmente esagerate che dopo poco anche il lettore piu facilmente impressionabile le accoglie come scene assolutamente normali. Se nelle opere precedenti dell’autore i disegni sono solitamente molto caricaturali e dai contorni morbidi, in Prison Pit Ryan ha cercato di sviluppare un tratto relativamente più “realistico”, come ha rivelato in un intervista rilasciata ad Ian Burns. Risente inoltre di un’incredibile varietà di influenze, da capisaldi del manga horror come Go Nagai e Junji Ito, al wrestling WWE e all’heavy metal, fino ad arrivare, ovviamente, ad altre opere importanti nel panorama del fumetto indipendente americano, come Powr Mastrs di C. F. (Chris Forgues) o Night Business di Benjamin Marra.
Prison Pit è ormai un’opera celebrata in tutto il mondo, e la sua influenza sul fumetto contemporaneo è innegabile. Finalmente in Italia ne sarà disponibile un’edizione integrale, in grado di restituirne lo strano ma innegabile fascino.
FONTI:
http://classic.tcj.com/alternative/ian-burns-interviews-johnny-ryan-about-prison-pit/ (l’intervista fatta da Ian Burns a Johnny Ryan)
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