Kratos è l’incarnazione della furia, non conosce dolore, è mosso dalla rabbia e non contempla la pietà. Un personaggio non profondo psicologicamente, non ricco di sfaccettature ma… Un’inarrestabile macchina da guerra accecata dalla vendetta. Ai polsi porta le catene che imbrigliano le Spade del Caos, a testimoniare la sottomissione ad Ares, il Dio della Guerra, che in passato salvò il suo esercito da morte certa.
I capitoli di God of War sono da sempre spettacolari nelle scene: ricche di locations mitologiche, pervase da ultraterreni Boss, e nemici mastodontici. Nulla è normale, tutto è smisurato, esagerato e violento.
Al mio segnale, scatenate l’inferno
La narrazione riprende proprio dove ci aveva lasciato la precedente interazione: il Fantasma di Sparta brama il compimento della propria vendetta, diretto all’Olimpo. Ancorato alla schiena del Titano Gaia, è deciso a regolare i conti con tutte le figure che oseranno pararsi dinanzi la sua. Nulla può irrompere il suo incedere. Il fuoco che l’arde è animato da una rabbia senza pari.
Non è solo, al seguito figurano altri giganti pronti ad affrontare l’esercito di Zeus: Ade, Ermes, Elio, Poseidone… Proprio quando ha la meglio su quest’ultimo viene però scagliato giù dal Monte Olimpo dal Dio del Cielo e del Tuono. Lo spartano è appeso a mezz’aria ma Gaia non riesce a salvarlo, e Kratos perde la presa.
Piomba nell’Ade, nelle “acque” dello Stige. Sopraggiunto alle soglie della riva s’imbatte nelle anime degli inferi che lo privano di tutti i poteri. Rimane solamente con le Ali di Icaro, il Tridente di Poseidone, e il Vello d’oro. Ma quando pare tutto perduto, ecco comparire il fantasma d’Atena; in passato l’aveva privato del fratello ma ora pare essere intenzionata ad aiutarlo…
Non è un action che punta al tecnicismo come Bayonetta, le combo non spiccano per complessità e alla base del combattimento c’è del button-mashing. Le fasi più cruente sono bilanciate da sezioni puzzle-solving, che crescono d’intensità nella seconda parte. Come sempre ci sarà del sano e blando backtracking a cullare il giocatore durante la decina di ore necessarie per portare a termine la prima run, alchè si potranno sfruttare tutti gli oggetti e affrontare nuovamente le sfide con una difficoltà maggiore.
Rimane ancora oggi un dei migliori Action-Adventure
Gli scontri prevedono numerosi nemici, ergo le armi sono state studiate per scatenare caos su un’area più che concentrarsi su target singoli. Le armi secondarie non sono molte così come le combo, ma al giocatore è lasciata una notevole libertà nella scelta delle mosse -che aumentano quando si vince uno scontro contro una Divinità, giacché si recuperano nuovi equipaggiamenti e specialità– e una buone dose di velocità garantita dal cambio pressoché istantaneo delle armi, grazie alla croce di selezione digitale del pad che non interrompe le combo già in atto. Un’approccio simile a Devil May Cry, ma più immediato e semplificato.
E’ inoltre possibile spendere le anime per aumentare l’efficacia di armi ed equipaggiamento.
La difesa si poggia sulla schivata e sulla parata, quest’ultima risulta preferibile vista la notevole mole di tempo richiesta per il recupero della prima.
Come sempre sono presenti i Q.T.E. nelle fasi finali delle Boss Fight, a sottolineare l’epicità degli eventi, cadenzati da un ritmo pronto a rimanere impresso nelle menti dei giocatori. Meccaniche simili si erano già viste nelle battaglie finali tra Starkiller e i vari maestri Jedi in Star Wars: The Force Unleashed, ma in God of War sono state studiate decisamente meglio.
L’ambientazione è ispirata: dal Monte Olimpo all’Ade, si varcano immaginari zone tipiche della mitologia greca. Sono privilegiati gli spazi imponenti.
Sul cinereo spartano risalta sempre il segno vermiglio, in ricordo del fratello rapito. La paletta cromatica affonda le pennellate su tonalità vivide, sature e dal forte contrasto.
Tecnicamente si poteva fare di più
Le potenzialità della nuova console permettono a questa rimasterizzazione di vantare una risoluzione in full-hd con 60 fotogrammi per secondo (rispetto ai 30 dell’originale), ma i filmati non sono stati ritoccati né nella compressione né nei frame (rimasti sui 30). Le texture sono più nitide, qualche piccolo dettaglio in più, anche se alcuni elementi ambientali in secondo piano mostrano visibilmente i cinque anni sul groppone. Discorso analogo sui personaggi: quelli principali sono più curati.
E’ stato fatto un buon lavoro sul sistema d’illuminazione ma solo nelle situazioni più emblematiche, il resto lo fa un miglior post-processing. Buona invece l’implementazione del filtro anti-aliasing.
Discreto il doppiaggio in italiano, migliore quello in inglese. Buoni i temi musicali, si adattano molto bene alle varie fasi di gioco.
Commento finale: è inutile negare che questa generazione di console è stata caratterizzata più dalle rimasterizzazioni che dalle nuove esclusive. Se per The Last of Us Remastered il lavoro è stato egregio, con l’aggiunta di extra come i dlc e un lavoro certosino sul comparto tecnico, non si può dire altrettanto di God of War 3 Reamastered: ci si è limitati al compitino. Particolarmente discutibile è stata la scelta di riportare in auge il solo terzo capitolo, che prosegue le precedenti gesta di Kratos: mi sarei aspettato una collection alla Nathan Drake o un’opzione alla Gears of War, con il primo capitolo rifatto e la possibilità di scaricare i successi fino al 31 Dicembre.
Mi chiedo quale sia il senso di avere un terzo capitolo in full-hd quando gli altri episodi non possono essere riprodotti sulla ps4.
E’ stato difficile decidere il voto: il titolo originale per me vale un 9 pieno e lo consiglio ancora oggi, ma mi trovo dinanzi a una remastered e devo giudicare il lavoro svolto su questo tipo di operazione commerciale, per cui…
Voto 7,5
Titolo: God of War III Remastered
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore: Santa Monica Studios
Lingua: italiano
Data di rilascio: 15 luglio 2015
Piattaforme: Ps4
Foto: immagini Google
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