Recensione: Infamous Second Son

La serie Marvel al Cinema, i lungometraggi tratti da romanzi sci-fi, e i fumetti in ripresa… E’ innegabile che avere dei super-poteri è un sogno sempre vivido e scatena l’immaginazione. Cosa potremmo fare con la Super Forza di Superman, la sublimazione della materia di Amelia Voght, la velocità di Flash, la combustione di Torcia Umana, il metamorfismo di Mystica, ecc… Anche a questo tema, tenta di rispondere questo titolo in esclusiva per Ps4.

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Supereroi si diventa
Delsin Rowe, ragazzino di 24 anni dalla “testa calda”, è dedito a piccoli atti di vandalismo che spazientiscono lo sceriffo Reggie, suo fratello. Nel prologo assistiamo a una evasione di prigionieri del DUP (Dipartimento Unificato di Protezione) in seguito ad un incidente. Ma uno dei conduit è rimasto ferito e Delsin tenta di aiutarlo; quando però il tocco con il bio-terrorista fuggiasco conferisce al ragazzo un potere, iniziano i problemi nella comunità Akomish. Delsin è visto come un “diverso” proprio dalla sua comunità che ha vissuto analoghi vicissitudini con il governo U.S.A.
Il ragazzo tenta d’inseguire il fuggiasco per ritornare “normale”, ma nello scontro in un palazzo in fiamme viene sorpreso dalla zelante Augustine Brook, conduit rinnegata. Qui siamo di fronte al primo grande bivio: salvarci la “pellaccia” mettendo in difficoltà la comunità, o confessare la nostra nuova natura andando personalmente in contro alle conseguenze…

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Seattle è la nostra culla per testare nuove abilità
Dobbiamo recuperare i poteri dai bio-terroristi scappati, ed erodere il controllo del DUP su Seattle manomettendo telecamere e altre strumentazioni. Quando usciremo allo scoperto, dando sfoggio dei nostri poteri, saremo accerchiati da una mole agguerrita di forze nemiche quasi come in Prototype.
Oltre alle missioni principali, c’imbatteremo in numerosi incarichi scevri da sotto-trame. Questo è un punto debole alla lunga poiché gli incarichi sono tutti uguali -da ripetere in ogni quartiere della città, come nella serie Saints Row– e privi di mordente a parte gli indubbi vantaggi nel recuperare dei frammenti -utili per incrementare le skill– abbattendo droni e avamposti DUP.
E’ tipico dei SandBox, avere queste azioni ripetitive, si è visto anche in Dead Rising 3 (rompere altoparlanti, telecamere del governo, recuperare piastrine di riconoscimento, ecc..), ma è anche vero che delle vere sidequest in questi casi aiutano molto nel dare respiro e profondità.

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Buoni o cattivi… Non è la fine
Il combat system non prevede cover system ma: un attacco base, uno potente (ad area), uno da lontano, e uno per stordire. Quest’ultimo è importante per decidere se giustiziare o meno il nemico impattando sul Karma. E’ la classica dicotomia bene/male, tipica di brand atavici come i Fallout, superata negli ultimi anni da mix più profondi e meno lineari come quello partorito dai Cd Projekt Red con The Witcher. Questo sistema d’allineamento morale entra in gioco anche durante le sparatorie: colpire alla testa o alle gambe focalizzando scelte cromatiche (luce rossa o blu) chiare, e concorre nell’individuazione del percorso etico che si sta intraprendendo; fondamentale anche per lo sblocco di determinati poteri.
Questa impostazione dunque permette di poter avviare, magari, una seconda run per vedere cosa cambia operando scelte differenti.

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Si parte anche stavolta col parkour per poi abbandonarlo successivamente acquisiti i nuovi poteri, tutti ricaricabili presso punti specifici della mappa. Per passare dall’uno all’altro è necessario trovare una fonte specifica; una scelta poco dinamica. Ad ogni modo possiamo contare su: Fumo, per viaggiare all’interno di condotti d’areazione; Neon per correre sui muri; Video per percorrere lunghe distanze, e un quarto che non vi svelo per non togliervi il gusto della sorpresa.

Le missioni iniziano spesso con una chiamata di Reggie un po’ come le telefonate in Mafia 2. E’ disponibile l’endgame per terminare tutte le azioni in sospeso, dopo aver portato a termine la quest principale.
L’Intelligenza è tarata verso il basso. Per avere una vera sfida bisogna impostare il gioco alla massima difficoltà, dove i poteri si ricaricano meno rapidamente e siamo chiamati ad una gestione oculata delle abilità.

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Delizioso effetto fasci luminosi in notturna
Seattle -la cui mappa non è molto grande- è viva, ricca di colori e negozi, con quartieri diversificati da sfogliare liberamente. Come se non bastasse, i particellari legati ai nostri poteri ci permettono di mutare la paletta cromatica con dinamiche pennellate -ancora più efficaci di notte- riuscendo a stravolgere il quadro emozionale.
Segnalo tecnicamente: un ottimo il sistema d’illuminazione, l’assenza di aliasing, e texture in generale buone a parte i modelli dei personaggi secondari. Ottima è anche la profonda linea d’orizzonte, anche se afflitta raramente da un leggero pop-up. Buone le animazioni del protagonista principale, realizzate in motion capture. Il doppiaggio si dimostra più che adeguato, idem l’effettistica.

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Commento finale: il titolo Sucker Punch ha avuto il grande merito di lanciare definitivamente una PlayStation 4 partita sì bene, ma priva di una line-up esclusiva; facendole vincere il primo round, contro la Xbox One. Questo è il terzo capitolo del franchise Infamous, il primo su next-gen. Pur non essendo un capolavoro si lascia giocare, se non si abusa troppo delle azioni secondarie alla lunga ripetitive.
Il plot tracciato non è originale: si presenta solido nella forma ma un po’ debole nei contenuti e non lesina cliché; tuttavia il ritmo cala nella seconda parte. Il punto forte dei ragazzi di Bellevue è decisamente la parte grafica e tecnica. Il gameplay è divertente e immediato, ma non aggiunge nulla al genere oltre che mancare di profondità e di combo, in tal senso fa un piccolo passo indietro rispetto a Prototype a cui pure s’ispira.

Voto 8

Titolo: Infamous Second Son
Genere: Action-Adventure
Sviluppatore: Sucker Punch
Lingua: italiano
Data di rilascio: 21 marzo 2014
Piattaforme: Ps4

Foto: immagini Google

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icniVadoDraNoel

Appassionato di romanzi sci-fi, scopre per vie traverse il mondo videoludico scovando per caso un floppy disk del padre. L’alieno oggetto in un mondo governato da Console a dvd, si rivelerà poi niente poco di meno che un titolo per Amiga. Da lì in poi nasce la passione, soprattutto per i titoli Obsidian e Bioware. Ora tra una lettura e l’altra, fantastica malvagie macchinazioni, imbracciando lame luminescenti alla ricerca di forzieri; lasciando la gloria ai veri eroi. Del resto senza i Villain, i buoni non esisterebbero.
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