Spy Party: recensione del gioco

Questa recensione vi confonderà le idee più di quanto le abbiate confuse di vostro. Ed è tutto dire, visto che leggete questo blog!
Del resto l’attività cerebrale avrà un’impennata di suo, se deciderete (per vostra fortuna o sfortuna? non lo so!) di provare uno dei giochi più semplici ma innovativi degli ultimi tempi. E considerate che ne parlo così quando ancora il gioco è in fase di early beta!

SpyParty

Vorrei tanto passare un sacco di tempo a descrivervi l’accessibilità, la grafica, l’accurata scelta del suono, il realismo, il dettaglio, la configurabilità delle opzioni e tutti i dettagli che noto ed apprezzo (o disdegno) in ogni singolo prodotto videoludico. Però non lo farò. E non lo farò perchè non lo posso ancora fare, visto che il gioco è in fase embrionale. Quindi niente interfacce carine, suoni fantasmagorici, niente colonna sonora. Niente grafica ultramoderna, scalabilità (di cui peraltro non avrebbe bisogno) o trucchi magici. Qui la validità del titolo si basa unicamente sul cuore del mezzo videoludico: il gameplay.

Stasera c’è un party a casa dell’ambasciatore. E come ben si sa, quando ci sono personalità di spicco nel mondo della politica internazionale ci sono anche i segreti. Ed assieme ai segreti, coloro che li vogliono scoprire. Nella folla festosa si nascondono infatti agenti segreti che fanno il doppio gioco ed una famosissima e scaltrissima spia con una serie di missioni da compiere. Il tempo però è limitato e la spia non ha il tempo come unico avversario. Ormai abituata a tutti gli stratagemmi messi in atto dai suoi nemici per catturarla ed alle trappole tese per lei quotidianamente, non ha difficoltà ad intravvedere un raggio, sottile ma visibile ai suoi occhi esperti, penetrare la vetrata. Non c’è dubbio, è il raggio di un mirino telescopico di precisione. Qualcuno ha parlato, la stanza è sotto tiro!

I’m watching you…

La soffiata è stata corretta e più fonti confermano: questa sera allla festa dell’ambasciatore c’è la famosa spia internazionale! Al cecchino, appostato sul palazzo di fronte alla terrazza della residenza dell’ambasciatore, non pare vero di avere questa ghiotta opportunità. non solo, ma gli è stata fornita una parziale lista delle missioni che stasera la spia dovrà compiere. E’ quasi fatta, quindi. L’unico ostacolo è però molto importante: nessuno è ancora riuscito a dare una descrizione fisica della spia, e potrebbe essere chiunque nella stanza. E’ chiaro che appena partito il primo colpo inizierà il trambusto e la spia, con la sua esperienza, troverà agevolmente modo di scappare. Bisogna perciò essere sicuri di sparare alla persona giusta.

Secondo me è quello con il vestitino giallo… dai, non puoi andare in giro conciato così!

I minuti passano lenti ma sembrano volare per la spia che si deve destreggiare fra un convenevole qua ed un drink la, fra un microfilm da recuperare da un libro ed una statuetta da sostituire con quella “fatta in casa”. Nonostante tutto sembra avercela fatta, e già si pregusta la valigetta di denaro che la ricompenserà dell’ennesimo successo. Ma proprio quando l’ambasciatore sta accomiatando gli ospiti a fine serata, alla spia pare di vedere con la coda dell’occhio un lampo di luce lontano. Segue un rumore di vetri rotti. Un corpo cade a terra… ma quale?

Il finale della storia lo deciderete voi ad ogni partita.

Insomma, al di fuori della drammatizzazione il concetto è esattamente quello esposto. Ci sono invitati mossi da un computer, un cecchino che può osservare la stanza dall’esterno sotto ogni angolazione ed il cui raggio laser è visibile anche alla spia. La spia deve compiere una serie di missioni in un tempo stabilito senza destare sospetti. Il cecchino ha un solo colpo e deve essere sicuro di chi sta per uccidere. Ovviamente è nelle possibilità della spia effettuare una serie di azioni “finte” in modo da ingannare il cecchino. Ognuna però deve essere eseguita alla perfezione e con un determinato tempismo, per evitare che si produca l’effetto opposto: una dissonanza che salta agli occhi. Parlo di tempismo perchè ogni azione ha un meccanismo tale per cui premendo il pulsante al momento giusto l’azione si svolgerà velocemente e nel modo in cui viene svolta dagli altri protagonisti del party (quelli guidati dal computer), mentre un click sbagliato la farà svolgere in modo più lento e più evidente. C’è anche un gesto preciso per la spia per guadagnare tempo, ma è molto caratteristico e possibile solo in un luogo specifico (vicini alle finestre), ed è un indizio che può aiutare molto il cecchino a selezionare i possibili obiettivi (posto che abbia notato l’incremento del timer). In qualunque momento la spia abbia terminato i suoi compiti rimarranno 10 secondi prima che la partita si concluda, per concedere al cecchino un’ultima chance. In definitiva si può dire che per entrambi i giocatori si tratti di un gioco di mente basato sull’abilità e sulla situational awareness. Per chi non ha problemi a sforzare il cervello ed entrare nella mente altrui, questo è un titolo da comprare. Con una decina di euro entrerete nella beta che vi garantirà il gioco in sviluppo e la versione definitiva al completamento dell’opera. Buon divertimento!

Sito del gioco

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Joliet Jake

Nato in una assolata e ridente (?) valle ai confini con la Svizzera, Joliet Jake sfruttò, dalla nascita, questo profluvio di orologi e cioccolato per la sua crescita. Un’errata proporzione nel mix ottenne lo straordinario risultato di farlo arrivare sempre in ritardo e di dipendere dal cioccolato per la propria sopravvivenza. Informatico per passione, ha molti interessi e mirabilmente riesce a fallire in tutto in modo omogeneo. Autore di testi di vario genere per formazione e velleità, si prodiga nella redazione di castronerie astrali. Vi conviene leggere i suoi scritti prima che scompaia ed il suo genio venga riconosciuto postumamente da archeologi in cerca di reliquie letterarie(digitali) di alto lirismo. Che però saranno convinti che la lingua dei testi sia il turcomanno antico.
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