Master Chief è più di una Collection di 4-5 titoli in esclusiva Xbox
Master Chief rappresenta un pezzo di storia videoludica importante: è il tassello del lancio e dell’affermazione della console di Redmond, è la dimostrazione che un fps può essere giocato bene anche con un pad, e soprattutto ridefinisce il concetto stesso di sparatutto in prima persona.
Come si evince dal nome, questa collection è incentrata sulla leggenda di Master Chief, superstite del progetto Spartan II; questo giustificherebbe l’assenza di Halo Reach (prequel della saga, uscito nel 2010), e dello spin-off Halo Wars (titolo RTS sviluppato da Ensemble Studios, uscito nel 2009).
Halo Odst (altro spin-off della saga, uscito nel 2009), ambientato sulla Terra con protagonisti diversi — gli Orbital Drop Shock Troopers (marine umani) — è stato aggiunto solo in seguito come dlc scaricabile (gratuitamente per chi aveva acquistato il prodotto entro una certa data, al costo di circa 5 euro per tutti gli altri giocatori).
Quindi riviviamo le gesta di Master Chief messe in essere nei primi 4 capitoli principali della saga: possiamo scegliere da quale capitolo iniziare, senza rispettare per forza l’ordine cronologico.
Oltre alle campagne, sono presenti: tutte le mappe multiplayer (oltre 100) realizzate negli anni (incluse quelle in esclusiva per i primi 2 titoli pc); la Fucina introdotta in Halo 3 (un potente editor di mappe personalizzate), e la mini serie Nightfall a fare da collante tra il quarto e quinto capitolo.
La fortuna dell’epopea iniziata da Bungie fa leva sul concetto di duello, preso a prestito dagli arena shooter. La particolarità è data, dunque, da una contesa tra giocatori che non si esaurisce in pochi colpi o in un singolo headshot come, invece, avviene nella maggior parte degli shooter moderni.
Tecnicamente
Tutti i titoli sono stati portati alla risoluzione full-hd (1080p) a 60 frame (non sempre stabili solo in modalità split screen); tutti i capitoli sono giocabili anche in co-op locale a differenza del successivo Halo 5: Guardians (di cui trovate qui la mia recensione)
Il grosso del lavoro di “restauro” lo si vede soprattutto in Halo 2, d’altronde il primo episodio era stato già rimasterizzato nel 2011 (a dieci anni dall’uscita dell’originale) prendendo l’appellativo di Anniversary. Entrambi gli episodi godono ora della codifica audio surround e possono essere giocati anche col motore di gioco originale, tramite un semplice switch. Il passaggio dall’una all’altra versione è immediata: pigiando semplicemente un tasto.
Ad ogni modo, su ogni capitolo della serie è stato migliorato il sistema d’illuminazione, e uniformato il layout dei tasti; mentre il bilanciamento delle armi è rimasto invariato, per preservare feedback e giocabilità originari dei singoli capitoli. Le texture non sono sempre rifinite, ed è presente qualche glitch grafico.
A parte dell’asincronia nel labiale, Il doppiaggio in italiano è più che sufficiente, ma l’originale in lingua madre è chiaramente di qualità superiore.
Le musiche di Martin O’Donnel e Neil Davidge (quest’ultimo per il quarto capitolo), da sempre fiore all’occhiello della produzione, sono udibili in tutto il loro splendore.
Contesto nel XXVI sec
Nell’ambito dell’espansione dell’impero, la razza umana ha avviato spedizioni alla ricerca di nuovi pianeti. Uno dei vascelli s’imbatte, però, in una razza aliena “poco amichevole”: i Covenant. Questa è caratterizzata da combattenti micidiali e da un fanatismo religioso senza eguali; gli umani sono visti come un ostacolo al Grande Viaggio verso la divinità: devono essere sterminati.
In seguito all’incontro-scontro viene instaurato il Protocollo Cole: qualsiasi nave che entri in contatto con i Covenant non può far ritorno sulla Terra, le uniche opzioni sono fuga o autodistruzione; l’importante è che gli alieni non vengano a conoscenza dell’ubicazione esatta della Terra.
Intanto, sulla colonia Reach, è portato avanti il progetto Spartan II per creare formidabili soldati, anche attraverso la manipolazione genetica. 2 giorni prima del lancio della missione atta ad individuare il Pianeta Madre ostile, Reach viene attaccato. La Pillar of Autumn è l’unico mezzo a trarsi in salvo con a bordo l’ultimo Spartan II.
Halo: Combat Evolved Anniversary
Precedentemente, su questa remastered, erano già state ritoccate le cutscene e aggiunti piccoli spezzoni video (considerando gli sviluppi dell’intera trilogia e soprattutto del prequel) avviabili dai terminali come in Halo 3.
E’ il primo della serie, ergo vuoi per la novità, vuoi per la qualità della trama — al di sopra della cura riservata dai competitors — nel periodo di riferimento, è probabilmente ancora oggi il più amato.
John 117 viene scongelato dal capitano della Pillar of Autumn, Jacob Keyes, affidandogli la protezione di Cortana (preziosa I.A. custode tra le altre cose delle coordinate terrestri).
La nave ha tentato di fuggire dalla flotta Covenant nel rispetto del protocollo Cole, ma ormai è preda del nemico. Master Chief dovrà tentare l’approdo presso il vicino e misterioso pianeta artificiale a forma d’anello (halo in inglese).
Tra le fila Covenant affronteremo: i Grunt (attaccano in piccoli gruppi, scappano se attaccati), i Jackal (si riparano dietro gli scudi), e gli Elite (semplicemente combattenti micidiali). In seguito faranno la loro comparsa i Flood (razza aliena parassita).
Il level design è ripetitivo per i dettami attuali (soprattutto la Biblioteca) ma possiamo contare su diversi mezzi in campo aperto, tra cui: Warthrog (jeep corazzata), Ghost (veicolo terrestre), Banshee (velivolo monoposto ), Scorpion (carro armato).
Halo 2
Qui il lavoro è stato encomiabile, a differenza del primo capitolo, non era mai stata effettuata una rimasterizzazione. Sono state sostituite le precedenti cutscene (realizzate col motore di gioco) con delle nuove in computer grafica: circa un’ora di filmati curati da Blur Studio, che ha limato e aggiunto nuovi contenuti tenendo conto dello sviluppo delle vicende successive. Non solo è stato usato un engine più potente, ma sono state riviste: texture, shader, particellari, e sistema d’illuminazione. Un risultato migliore persino di quanto fatto con la versione Anniversary di Combat Evolved.
L’intreccio narrativo vede i 2 protagonisti (avversari sulla carta) Master Chief e Arbiter (massima carica a cui può ambire un Elite, elargita per missioni suicide atte a risanare l’onore macchiato) alternarsi in diverse vicissitudini, animate da un obiettivo “comune”.
La storia è buona grazie anche ai diversi colpi di scena, ma il finale è sbrigativo, corroso dalla tempistica stringente e dall’eccessivo hype maturato negli anni. Si evolve la figura di Master Chief: da guerriero solitario (scelto per la sua fortuna), a leader carismatico.
La novità più importante, per il gameplay, è rappresentata dalle doppie armi imbracciate (anche diverse). Come nuove armi, troviamo: la Magnum; il fucile da battaglia con mirino di precisione, il mitragliatore (grande cadenza di fuoco ma scarsa precisione), la spada Covenant (l’arma più potente del gioco), e il Battle Rifle.
Halo 3
Doveva rappresentare la fine della trilogia di Bungie. Tecnicamente, a parte qualche ritocco di minor spessore, il titolo è rimasto invariato.
Il Profeta Verità (massima carica politico-religiosa dei Covenant) è diretto sulla Terra per attivare l’arca: una tecnologia in grado di avviare tutti gli Halo – creati dai Precursori – contemporaneamente. Ma a contrapporsi vedremo gli UNSC (United Nations Space Command) e Master Chief da una lato, e gli Elite ribelli guidati da Arbiter dall’altro.
La novità, nel gameplay, risiede nei gadget: una bolla energetica protettiva, uno scudo statico eretto da terra per ridurre i danni da attacchi frontali, e una scarica gravitazionale. Tra new entries, per le armi, menziono: lanciafiamme, fucile Brute e Martello Gravitazionale.
La nuova fazione alleata richiede un ri-bilanciamento: il Battle Rifle subisce una riduzione del rateo di fuoco, e viene ridotta l’efficacia delle doppie armi. Tra i nuovi veicoli, menzione d’onore per: Brute Chopper (velivolo agile), Mongoose (sorta di quad), Hornet (velivolo ascensionale), Prowler (simile al Warthrog), Elephant (enorme e lento, ma quasi indistruttibile).
Halo 4: titolo principale targato 343 Industries
A livello tecnico, qui c’è il minor lavoro in assoluto. Nel 2012 riesce a spremere la Xbox 360, come mai prima d’ora un’esclusiva era riuscita a fare: ottimi effetti particellari, e paletta cromatica più viva. Persino l’aliasing (atavico tallone d’Achille della serie) viene ridimensionato. La realizzazione tecnica della flora e delle costruzioni su Requiem sono stupefacenti, per l’epoca.
La tecnica narrativa viene curata come mai in precedenza: Halo è ormai un prodotto che trae linfa da più media (fumetti, web-series e libri). E questo capitolo può essere compreso appieno solo visionando prima la web-serie Forward Unto Dawn.
La campagna è più solida, incentrata sulla caratterizzazione del rapporto tra Cortana E John 117. L’I.A. è elevata a protagonista principale al pari di Master Chief, mai così loquace. La durata è inferiore alle 10 ore, tempistica in linea con l’andazzo generale moderno, e le vicende risultano meno diluite che in passato, tutto a vantaggio del ritmo.
Cortana decide di scongelare Master Chief dal sonno criogenico quando la nave Forward Unto Dawn è in rotta di collisione con il pianeta Requiem. L’I.A. è entrata nel l’ottavo anno di vita — è ormai anziana — il deterioramento dei circuiti ci mostra la sua instabilità e paura: mostra le debolezze di un essere umano.
Stavolta si affronta una nuova minaccia: i Promethean, organismi sintetici creati dai Precursori per difendere il pianeta e i suoi tesori. Tra essi ritroviamo: i Crawler (agili quadrupedi), i Knight (dalla stazza imponente, dotati di teletrasporto su brevi distanze), e Watcher (con mansioni prettamente di supporto: rigenerare i caduti, nonché respingere ogni tipo di granata). La nuova razza dona nuova strategia agli scontri, rendendo più profondo un combat system consolidato.
Per la prima volta l’arsenale bellico è suddiviso in 3 categorie: fanno la loro entrata, in grande stile, le armi dei Precursori tra cui troviamo il mitragliatore Saw, e la pistola a carica remota.
Halo: Nightfall
La mini-serie consta di 5 episodi di circa 20 minuti l’uno, e narra il ritrovamento di un potente e antico manufatto alieno. La vicenda vede protagonista l’agente Oni (Office of Naval Intelligent) Jameson Locke (importante interprete di Halo 5).
L’opera completa, prodotta dalla Scott Free Productions, si presenta come una sorta di film sci-fi di discreto valore, fruibile anche da coloro che non hanno mai avuto a che fare con la serie su Xbox.
Titolo: The Master Chief Collection
Genere: fps
Sviluppatore: 343 Industries
Data di rilascio: 11 novembre 2014
Piattaforme: Xbox One
Foto: immagini Google
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