Ritorno al Futuro #1 – Recensione (IDW Publishing)

Bob Gale.
Basta questo nome per associarlo a uno dei prodotti cinematografici che tutt’ora fa sognare fan e collezionisti di tutto il mondo: Ritorno al Futuro.
E non solo e’ stato il co-scrittore, insieme a Zemeckis, ma ne è stato anche una sorta di sommo custode che nelle ultime tre generazioni ha risposto a quasi tutte le domande rimaste insolute sul film che i fan proponevano in varie convention. Difatti gli stessi fans hanno pregato più volte che ci fosse un nuovo capitolo di Ritorno al Futuro nel corso degli anni,ma Gale è sempre stato riluttante a riportare Doc e Marty a Hill Valley. Per lui, la storia era abbastanza completa coi tre capitoli della saga e sentiva che continuarlo con un ulteriore capitolo sarebbe stato solo ripetitivo.

E allora come ha fatto la IDW Publishing a convincerlo a firmare come autore di una serie a fumetti dedicata proprio a Ritorno al Futuro? Non abbiamo una risposta certa ma è lo stesso Gale che ci viene in aiuto in una lunga nota finale nello stesso numero 1,e ha deciso di “espandere” il film e non fare una nuova avventura rivelandoci eventi e legami che nel film non avevano spazio di esistere.

ATTENZIONE: Esiste anche una serie di fumetti dedicati a Ritorno al Futuro uscita nel 1991 edita da Harvey Comics. Qui si prende in analisi solo il numero 1 di IDW Publishing

Il risultato finale è che il fumetto di Ritorno al Futuro è un antologia canonica alla serie,divisa in due storie per numero intitolate Untold Tales and Alternate Timelines.  Progettata per essere divisa nei primi quattro numeri della serie, alla fine non sono altro che brevi racconti che fondamentalmente riempiono i vuoti narrativi dei film e sono impostate o prima o durante la trilogia cinematografica, nello stesso stile delle linee temporali intraviste nel film. Come già detto per ogni albo da 36 pagine ci sono due storie distinte e separate, una storia scritta da John Barber e l’altra da Erik Burnham ed entrambi lavorano sotto la supervisione di Bob Gale.

Il numero 1 fornisce l’affascinante storia di come Doc e Marty si sono conosciuti, tre anni prima del film originale. John Barber da vero fan riprende in maniera leggera e simpatica riferimenti al primo episodio cinematografico, creando una storia carina e soddisfacente che mette le basi per l’amicizia tra Marty McFly e Emmett Brown. La cosa interessante è che le storie stesse vengono introdotte da Doc Brown mentre monta la locomotiva nel Vecchio West, dopo gli eventi del terzo film,ai suoi stessi figli che fungono da “fan ipotetici” ponendo le domande che noi tutti, amanti della serie ci siamo fatti. I disegni di Brent Schoonover si attengono molto ai tratti facciali dei personaggi originali però rende tutto esteticamente troppo semplicistico.

Tutto questo è in contrasto coi disegni del secondo racconto di Dan Schoening che in realtà lo rende più cartonesco e stilizzato, in particolare, ricorda molto lo stile grafico del cartone animato dei Ghostbuster “The Real Ghostbusters” . Il regista Robert Zemeckis ha per anni convinto i fan che Doc Brown probabilmente ha preso parte al Progetto Manhattan da giovane e infatti la seconda storia sempre di Erik Burnham, infine, affronta questo concetto mostrandoci come Doc è stato inserito nel progetto. Non è terribilmente rivelatrice, ma i disegni rendono la storia abbastanza godibile.

Questo primo numero segna l’inizio di un nuovo progetto tra fumetto e cinema (o tv) di IDW Publishing che già deteneva i diritti per i fumetti di grosso calibro come “Ghostbusters”, X-files , Star Treck e fino a qualche anno fa anche Doctor Who che potrebbe durare più dei classici 13 numeri.

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