Ritrovata testa di dinosauro-uccello conservata nell’ambra: è in ottime condizioni

C’era una volta un film in cui un’equipe di scienziati, a partire da una zanzara conservata in una grossa goccia d’ambra solidificata, riusciva ad estrapolare il DNA degli antichissimi inquilini del pianeta Terra: i dinosauri. Sì, stiamo parlando di Jurassic Par, e il motivo per cui lo cito è che questa notizia ha un sapore davvero molto giurassico. 

State tranquilli, trovare piccoli organismi perfettamente conservati nell’ambra è normale e non sarebbe una novità, film a parte, trovare una zanzara del giurassico in uno stato simile. Tuttavia, ancora nessuno ha ricreato dinosauri per farli scorrazzare in un parco divertimenti (non sarebbe neanche possibile tra le varie).

Ma stavolta quello che è stato trovato nell’ambra è decisamente più interessante.

Una testa di dinosauro-uccello nell’ambra

Parliamo di teste, perché un gruppo di paleontologi ha trovato nel deserto del Myanmar un frammento d’ambra contenente la testa di una creatura vissuta quasi 100 milioni di anni fa. Come sia finita lì dentro beh, non ci riguarda, quello che è interessante è che grazie al perfetto stato di conservazione della testa, che l’ambra ha preservato in modo eccelso, è stato possibile studiare questo reperto fossile identificandolo come appartenente ad una nuova specie di dinosauro-uccello. 

Si tratta a quanto pare dell’uccello più piccolo mai trovato ed ha caratteristiche morfologiche piuttosto particolar: intanto gli occhi sembrano essere estremamente grandi in relazione alla dimensione della testa (solo 7.1 millimetri di lunghezza!) e sul muso ha circa sessanta denti piccoli ed estremamente affilati. 

dinosauro uccello

Occhio per occhio, dente per dente

Ok, il significato di questo modo di dire sarebbe leggermente diverso ma occhi e denti sono le principali caratteristiche di questa creatura… Tanto da averle dato un nome che li mette in risalto. Gli scienziati hanno infatti deciso di chiamare la specie Oculudentavis khaungraae, in onore di questi elementi del cranio esaminato. 

Volete saperne di più? La rivista Nature è il mezzo che fa per voi. Lo studio del reperto, infatti, è stato pubblicato su di essa da parte di una equipe dell’Università di Geoscienze della Cina.

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