Quanto può essere difficile valutare la storia? A volte molto, molto difficile, soprattutto per cercare il metro di paragone giusto, devo cercare di considerare quello che è oggi il medium videoludico o devo tornare con la testa a quello che era l’anno 1999, quando i videogiochi esistevano da un bel pezzo, e quando SEGA esisteva, non solo come software house ma anche come creatrice di console. Come avete letto dal titolo, questa recensione andrà a vedere nel dettaglio che cosa presenta questa collection del I° e II° capitolo di Shenmue, per vedere se è passato troppo tempo oppure se ancora l’epopea del giovane Ryo Hazuki sarà ancora godibile 18 anni dopo.
Partiamo però dalla domanda fondamentale, quella per cui voi avete aperto la seguente recensione, questa Remaster di Shenmue merita? La risposta è sì, ma anche no.
A livello grafico il primo Shenmue è stato tirato a lucido, sono state sistemate le texture, sono stati sistemati gli effetti di luce, ma non è cambiato nient’altro dall’opera originale, stiamo parlando di una grafica che trasuda “retrogame” da tutti i pori, e probabilmente il design vi riporterà in mente i bei ricordi di quando vi mettevate davanti alla PS2, o alla prima XBOX oppure, appunto, al Dreamcast, giocando tutto il pomeriggio ai vostri giochi preferiti. Insomma, se volete assaporare un’era ormai perduta, questo Shenmue è adatto a voi, soprattutto perché in questo modo andrete a recuperare una delle opere che più ha cercato di ammodernare il mondo video-ludico dei tempi, senza però purtroppo prendere veramente il videogiocatore che in quegli anni non sapeva, o probabilmente non voleva, un openworld, oramai diventato un modus operandi in quasi tutti i videogiochi delle ultime generazioni.
Shenmue 2 invece non ha avuto lo stesso trattamento da parte degli sviluppatori di questa remaster. Il team d3t ha infatti deciso di utilizzare la versione di Shenmue 2 per la XBOX, con i relativi miglioramenti già fatti ai tempi, aggiungendo quel poco per rendere la versione adatta a PS4, X1 e PC. Entrambe le versioni girano a 30 fps e l’unico difetto sembra essere nella presenza di bande nere molto grosse nelle cutscene , un piccolo problema che però non rinnega che la lucidatura fatta dal team sia stata ottima, e sia stato fatto il possibile per far girare entrambi i giochi sulle console odierne.
A non tenere purtroppo il passo, di queste versioni tirate a lucido, è l’audio di entrambi i giochi; per quanto in queste due versioni siano state rese disponibili l’audio giapponese oltre a quello inglese, non presente nell’originale opera, la qualità dell’audio non è assolutamente buona, e l’impossibilità (o la non volontà) di ri-doppiare entrambe le opere non soddisfano proprio le orecchie di chi vuole ascoltare il nostro Ryu.
Per quanto riguarda invece la ost (original soundtrack), rimane sempre di una qualità inferiore rispetto ad altre opere moderne ma comunque apprezzabile e nella sua main theme, da brividi. I controlli non hanno invece avuto lo stesso trattamento, la telecamera è “dura” e difficile da controllare, i movimenti non sono proprio quelli di un gioco moderno e sarà molto difficile controllare il nostro Ryu Hazuki con annessi invocazioni di santi quando proverete anche solo ruotare il nostro Ryu Suzuki, insomma un feeling “anziano” anche nei comandi che purtroppo potrebbe riportare vecchi incubi a molti giocatori e che non permette così al sistema di combattimento di brillare come potrebbe fare oggi, anzi, ci tengo a sottolineare come il sistema di combattimento presenti comunque animazioni niente male e diversi stili di lotta che faranno certamente felici chi scalpita per i combattimenti, ma come ho scritto sopra, la telecamera impossibile da ruotare durante i combattimenti e la poca sensibilità rendono l’esperienza non soddisfacente.
Tirando le somme, Shenmue I & II HD presentano delle problematiche, soprattutto sul lato gameplay che sente molto la pesantezza degli anni, per quanto rimanga lo stupore e il livello di dettaglio che si è andato a toccare in questo antenato degli open world. Non mi ritrovo però a sconsigliare questa collection per il semplice fatto che rimane un pezzo di storia videoludica, un pezzo sfortunato ma che comunque aveva i suoi pregi. La collection dei primi due Shenmue non è però solamente un pezzo importante della storia del videogioco che dovrebbe essere coperto da quelli che vogliono addentrarsi di più nel medium, ma anche un buon esperimento per riportare in auge vecchi giochi che non possono purtroppo permettersi di avere uno studio che compia un Remake con i fiocchi come Resident Evil 2 o Crash Bandicoot. Insomma, per quanto le problematiche per molti saranno un feeling vecchio dei comandi; la storia, l’ambientazione, e l’idea che aveva alla base Shenmue deve essere provata, e per una cifra irrisoria come 30 euro potreste portarvi a casa 50 ore un perfetto antipasto di cosa potrebbe essere prossimo anno Shenmue 3, forse un nuovo punto importante della storia dei videogiochi.