La spettacolare danza interstellare di due buchi neri

Nel 2019, i ricercatori della NASA hanno pubblicato l’immagine di un buco nero che sembrava qualcosa uscito da Interstellar. Ora, quegli stessi ricercatori hanno pubblicato un’altra immagine, ma questa volta i buchi neri sono due, una coppia di corpi supermassicci che può (teoricamente) piegare la luce.

L’astrofisico teorico della NASA Jeremy Schnittman è l’autore di entrambe le pubblicazioni. Sembra che lui ed i suoi colleghi della NASA abbiano lavorato sodo per inventare altri modi per pensare ai buchi neri. Nel video, Schnittman ed i suoi colleghi mostrano come la coppia di buchi neri oscillino l’uno intorno all’altro.

L’immensa massa e densità di ogni buco nero, e la conseguente intensa gravità, consente loro di agire come ‘lenti gravitazionali’ per la luce che, come si vede nella clip, proviene dal gas compresso dai rispettivi dischi di accrescimento, che si muovono attorno a ciascuno al 99% della velocità della luce. Parlando di dimensioni, Schnittman ha spiegato che il buco nero con il disco di gas rosso incandescente ha circa 200 milioni di volte la massa del Sole.

Un aspetto sorprendente di questa nuova immagine è la natura auto-similare rispetto alle immagini prodotte dalla lente gravitazionale’, ha detto Schnittman in un comunicato stampa della NASA. ‘Lo zoom in ogni buco nero rivela immagini multiple e sempre più distorte del suo partner’, ha aggiunto l’astrofisico.

I buchi neri si comportano come lenti gravitazionali perché la loro immensa gravità piega e distorce la luce, proprio come fa l’obiettivo di un telescopio. Ma in questo caso, poiché ci sono due ‘lenti’ che si muovono l’una intorno all’altra ed entrambe emettono luce, quello che vediamo è una bizzarra, impensabile combinazione di prospettive.

Entrambi i buchi neri producono immagini piccole e nitide del loro partner, afferma la NASA. Ma per produrle, ‘la luce dei buchi neri deve essere reindirizzata di 90 gradi, il che significa che stiamo osservando i buchi neri da due diverse prospettive, di fronte e dal bordo, allo stesso tempo’.

Ma come hanno fatto Schnittman ed i suoi colleghi a creare l’immagine? Con un supercomputer della NASA, ovviamente. In realtà hanno dovuto utilizzare solo il 2% delle possibilità di Discover, il supercomputer dell’agenzia spaziale dotato di 129.000 processori, per realizzare l’immagine della danza interstellare dei buchi neri. A questo punto ci chiediamo cosa potrebbero realizzare i ricercatori utilizzando il 100% di Discover.

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