Un gruppo internazionale di ricercatori ha rinvenuto i resti di uno spinosauro nel deserto del Sahara. Tra le ossa ritrovate dal team, anche una lunga coda. Questa scoperta rivoluzionaria, spiegano gli esperti, rappresenta la prova a partire della quale bisognerà riscrivere tutti i libri sui dinosauri. Infatti, è ora possibile affermare con certezza che il più grande dinosauro predatore era prevalentamente acquatico.
Il ritrovamento durante le campagne di scavo della National Geographic Society
A partire dal 2015 e per i quattro anni successivi, sono state condotte quattro campagne di scavo, che hanno portato alla luce 40 vertebre e altre numerose ossa della coda di un giovane esemplare di spinosauro. Tutto ha avuto inizio nel 2008, quando un beduino aveva rinvenuto i primi resti di quello che oggi è lo scheletro più integro dell’intera Africa continentale. Si tratta di un dinosauro predatore lungo più di 10 metri e con un peso superiore alle 3 tonnellate e mezzo. Il dottorando dell’Università di Milano, Gabriele Bindellini, ha sottolineato l’eccezionalità dell’evento:
Sotto il sole cocente del Sahara e quasi 50 gradi di temperatura, è stata una sfida al limite dell’impossibile: le vertebre della coda con quelle lunghe spine delicatissime erano intrappolate da 100 milioni di anni sotto una dura copertura di roccia che poteva essere demolita solo dai martelli pneumatici, e poi rimossa con attenzione chirurgica.
L’incredibile scoperta grazie al ritrovamento della coda: lo spinosauro era acquatico
La coda del dinosauro predatore era alta e piatta, composta da spine e potenti fasci muscolari. La sua lunghezza, inoltre, poteva raggiungere i 5 metri. Grazie ai muscoli e alle articolazioni estremamente flessibili che la componevano, lo spinosauro era in grado di muovere la coda con un movimento ondulatorio, che gli permetteva di destreggiarsi con grande abilità nei fiumi, similmente ai moderni coccodrilli. La rivoluzione consiste nel fatto che una coda di questa forma era totalmente inaspettata da parte degli studiosi. Prima del ritrovamento, infatti, era sempre stata ricostruita come quella dei dinosauri carnivori terrestri. La scoperta delle ossa dell’esemplare di spinosauro, invece, ha permesso di comprendere l’estrema forza propulsiva della coda, che consentiva al dinosauro di cacciare e cibarsi delle prede acquatiche del Cretaceo.
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