Quando pensiamo ai pappagalli, la prima immagine è quella di simpatiche cocorite dai colori sgargianti, che trillano allegramente o imitano le nostre voci. Ma nel Miocene, le cose erano un po’ diverse…
La rivista Biology Letters ha riportato la notizia che i fossili di un pappagallo gigante sono stati ritrovati nel sito archeologico di St. Bathans, nella regione dell’Otago Centrale in Nuova Zelanda.
Il sito è particolarmente famoso per essere ricco di resti fossili appartenenti prevalentemente alla fauna e alla flora del Miocene, più specificatamente delle prime ere di questa fase geologica. Anticamente, il sito era costituito da un lago non molto profondo, abitato da flora marina e anfibia, e da specie avicole che nidificavano sugli alberi circostanti. Proprio la presenza di un manto erboso e umido molto fertile e ricco di nutrimento ha reso l’area molto ospitabile per molte specie, ed è diventato un vero e proprio “cimitero degli animali”, dove sono state effettuate importanti scoperte, che sono servite a conoscere meglio la storia biologica della Nuova Zelanda.
Anche se Heracles è uno degli uccelli più straordinari mai scoperti finora, non ci sono dubbi che siano ancora molte altre specie animali ancora da rivelare in questo importante deposito biologico”
- Prof. Trevor Worthy
In particolare, quest’ultimo ritrovamento ha grande rilevanza per la zoologia, in quanto secondo il professor Trevor Worthy, che insegna alla Flinders University di Adelaide è l’unico pappagallo gigante estinto trovato finora sul pianeta.
La creatura è stata denominata scherzosamente Squawkzilla (un gioco di parole tra Squawk, il verso del pappagallo, e Godzilla, il kaiju leggendario a noi ben noto), ma il suo nome ufficiale è Heracles Inexpectatus, datogli in onore della sua impressionante stazza e della sua forza fisica (e probabilmente perché nessuno pensava di poter mai venire in contatto con un pappagallo così grosso).
Questo simpatico uccello, ricostruito a partire dai fossili delle sue tibie, viveva tra gli alberi che costeggiavano il lago, e la sua dieta apparentemente non era quella solita di un pappagallo; si ritiene infatti che grazie al suo potente e durissimo becco, Squawkzilla non disdegnasse un pasto a base di uccelli suoi simili e che fosse quindi anche cannibale.
La particolarità che rende straordinaria questa creatura è la sua grandezza: la sua altezza infatti era praticamente di un metro (Per la precisione, circa 92 cm), quasi quanto un bambino di quattro anni, il che lo renderebbe il pappagallo più grande mai esistito sulla Terra, superando così il Dodo, attualmente estinto, e il Kakapo, che invece è ancora vivo e vegeto.
I motivi per cui specie animali così grandi erano in grado di svilupparsi dipendono molto dall’ambiente circostante: non era raro che in tempi antichi, in zone più remote e difficilmente raggiungibili dai grandi predatori certi tipi di uccelli potessero raggiungere dimensioni enormi, essendo privi di nemici naturali e avendo accesso ad una quantità di cibo relativamente abbondante. Questo fenomeno biologico è stato riscontrato anche in arcipelaghi come le Fiji o le Hawaii, dove sono state scoperte diverse specie di piccioni e anatre giganti.
Ma spesso è proprio la stazza a costituire il principale problema di queste simpatiche bestiole: Spesso gli uccelli, in assenza di predatori che possano competere con loro, vivono relativamente in pace, diventando sempre più grossi e sempre meno in grado di volare o di spostarsi a grandi velocità, e cadono vittima del nemico più pericoloso di tutti: l’uomo. Proprio a causa dell’uomo abbiamo perso il Dodo, animale pacifico e totalmente innocuo, e rischiamo anche di perdere il Kakapo, specie attualmente a rischio.
Dal momento che il sito è ancora in esplorazione, e che nuove scoperte vengono effettuate ogni giorno, che ci siano altre specie di super pappagalli ancora da conoscere? Oppure verranno alla luce nuove straordinarie creature? Solo il tempo e l’immenso lavoro degli scienziati potranno dirlo…
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