State of Decay 2 è l’esclusiva che serviva a Microsoft. L’arrivo del primo State of Decay ha dimostrato che dal panorama Indie è possibile -ancora oggi- ottenere delle piccole perle videoludiche.
Il secondo capitolo, finito da me in questi giorni, si è presentato come un gran miglioramento del primo ad un prezzo conveniente ed è stata una piacevole rivelazione. L’Undead Labs, studio di sviluppo di State of Decay 2, ha secondo me offerto un ottimo prodotto da non perdere.
Peccato esso non sia comunque esente da critiche nonostante abbia regalato – e continui a regalare – a possessori di Xbox e Pc, ore di divertimento.
MA STATE OF DECAY 2 PUO’ ESSERE DEFINITO UN CAPOLAVORO?
Il gioco è sicuramente uno dei migliori survivor presenti sul mercato. Ma di un survivor si tratta.

Catapultati mesi dopo lo scoppio dell’epidemia narrata negli eventi del primo capitolo, ci troveremo a gestire un gruppo di sopravvissuti in un mondo invaso da zombie ed abomini. E qui termina la trama. Se trama si può definire.
Il filone narrativo è semplice.
Non c’è.
Ma come già detto questo è un survivor horror, ciò che ci viene detto è che dobbiamo far star bene la nostra colonia e sopravvivere. Nulla di più. Nulla di meno.
Fortemente sconsigliato a chi cerca un nuovo The Last of Us, ma consigliato a tutti i fan del genere Horror / Survive / Gestionale.

Cercando risorse per le tre zone accessibili – ovvero le tre grandi mappe che possiamo scegliere alla fine del tutorial o all’inizio di una partita – avremo comunque il nostro bel da fare.
Aiutare altri sopravvisuti, eliminare infestazioni, ripulire zone infette e star attenti ai gruppi di sopravvissuti a noi ostili, sarà all’ordine di ogni partita.
Il tutto dovrà essere comunque gestito in parallelo con il fabbisogno del gruppo.
Capiterà infatti, mentre si aiuta qualcuno fuori dalla colonia o si lotta con gli zombie ad esempio, di essere chiamata alla radio da qualcuno dei nostri personaggi. Che abbia voglia di svago. Che desideri più Cibo.
O abbia voglia di un fumetto particolarmente raro mai trovato durante la vita normale che gli ha fatto venir voglia di cercarlo durante un’apocalisse di zombie. Dovremmo sempre preoccuparci della nostra felicità e quella dei nostri compagni. Cosa che rende l’assenza di trama non una così grande perdita.
Per le tre mappe ci sarà molto da fare in State of Decay 2 e l’approccio che decidiamo di adottare con gli altri sopravvissuti rende ogni partita diversa dalle altre.
IL GAMEPLAY
Presentandosi con la telecamera di un gioco Action in terza persona, State of Decay 2 pare essere -durante le prime battute di gioco- un Action vero e proprio. Avremo infatti un bell’arsenale di armi bianche e da fuoco che ci offrirà l’imbarazzo della scelta.
Non bisogna lasciarsi ingannare da questo. A causa della componente di crescita del personaggio con statistiche ed abilità sviluppabili nel corso della partita, State of Decay 2 si avvicina molto di più ad un Atcion RPG.
Per il bene della colonia la scelta delle abilità è fondamentale infatti. Offrire riparo ad un sopravvissuto che possa portare reale supporto alla comunità è la cosa più importante. Come è fondamentale la scelta del Leader.
Il Leader, che si può “eleggere” tra i sopravvissuti a nostra disposizione, oltre ad offrire bonus agli altri personaggi, offre anche una serie di sviluppo diverso per la base.
Un Leader abile nelle costruzioni fornirà determinate evoluzioni nella nostra base operativa altrimenti per noi inaccessibili.
Questo rende ogni minima scelta fondamentale per la buona riuscita del nostro obiettivo ultimo: Sopravvivere.
Diversi approcci di gioco consigliano la scelta di diversi Leader.
Parlare poi della possibilità di girare accovacciati per andare di Stealth o ad armi spianate ed agire di ignoranza è superfluo. Quasi ogni gioco ha ormai la possibilità di intraprendere la via del ninja o del rambo.
Magari a State of Decay 2 è sconsigliato agire sempre in un unico modo a causa dei nemici che incontreremo… Ma questo lo si può capire solo giocando.
Diciamo solo che se si approcciano determinati nemici ad armi sguainate non se ne esce bene. Considerando soprattutto che la morte di un personaggio è permanente.
IN CONLCUSIONE
State of Decay 2 è per me uno di quei titoli che non può mancare per i possessori di console microsoft. Un’esclusiva che al day-one costa 30€ – dopo che c’è stato propinato ReCore a 40€ – andrebbe presa senza pensarci due volte.
Soprattutto se consideriamo che ancora adesso Kingdom Come Deliverance lo troviamo a 60€.
Ripetendo per gli amanti delle belle storie che qui non ce n’è il mio consiglio rimane per tutti gli amanti del survivor gestionale nudo e crudo.
State of Decay 2 prosegue sulla strada spianata dal suo predecessore ampliando la formula che ha decretato il successo del primo gioco.
La struttura da Open World, il sistema di combattimento da Action e la componente gestionale e ruolistica così ben curata ci permette di chiudere un occhio verso quei piccoli Bug presenti qua e la nel gioco.
E per fortuna il comparto tecnico -non così buono- non offusca il divertimento che il gioco può regalare. Insomma, se vi piace l’idea di sopravvivere ad un apocalisse zombie questa è la simulazione perfetta per voi!