Su Netflix arriva “Homemade”, il cinema che sfida la quarantena

Non si sono persi d’animo, hanno acceso la telecamera e hanno raccontato la propria vita durante la quarantena: sono nati così 17 cortometraggi realizzati da autori, registi e attori di ogni parte del mondo, disponibili su Netflix dal 30 giugno con il titolo di “Homemade”, fatti in casa.

Il cinema ha subito un duro stop durante la quarantena, arginato in parte dalla distribuzione dei film in streaming, che hanno permesso al pubblico di vedere direttamente a casa le pellicole attese in sala durante la primavera. I lavoratori di Hollywood hanno deciso allora di divertirsi, aiutati dalla casa di produzione italiana The Apartment e da quella cilena Fabula.

Quarantena in famiglia

Molti dei cortometraggi raccontano le giornate in famiglia, con i bambini che si mettono in mostra davanti alla telecamera (Khaled Mouzanar) o gli adolescenti alle prese con le lezioni online (Ladj Ly). Se non bastassero i soggetti delle riprese, la gran parte dei film è girata con lo smartphone, per rendere il tutto ancora più amatoriale, ancora più “homemade”, anche se dietro la telecamera si nascondono registi candidati all’Oscar.

Per noi spettatori questa serie diventa un modo per spiare nelle vite e nelle case di persone che sentiamo lontane, lontanissime. Scopriamo che anche loro girano in ciabatte e con la pinza tra i capelli, che anche i loro figli sono bambini come gli altri (Natalia Beristáin) e che anche loro hanno sofferto la quarantena. Forse l’unica cosa che ci divide è la differenza di metri quadri tra le loro case e le nostre.

Kristen Stewart e Maggie Gyllenhaal raccontano la solitudine

Non tutti hanno passato la quarantena circondati da bambini, cani Labrador e mariti amorevoli. C’è anche chi ha dovuto fare i conti con la solitudine, come l’attrice Kristen Stewart, nascosta dietro una finestra di Los Angeles a lottare contro l’insonnia. Maggie Gyllenhaal, sorella di Jake, ha mostrato il lato poetico e artistico dello stare soli, vivendola come un’avventura in mezzo ai boschi in stile Into the Wild. Ana Lily Amirpour invece non ci sta, e sfidando la quarantena mostra, in sella alla sua bicicletta, una Los Angeles deserta, colorata da tantissime opere di street art.

Pablo Larrain e Paolo Sorrentino la buttano sul ridere

Alcuni registi hanno scelto di focalizzarsi sulla paura di morire (Rachel Morrison e Gurinder Chadha), altri invece hanno deciso di ironizzare su una situazione talmente surreale da avere per forza dei lati divertenti. Pablo Larrain li trova nella videochiamata tra due anziani amanti, alle prese con erotismo a distanza e difficoltà tecnologiche. Il regista tedesco Sebastian Schipper, solo nel suo appartamento, si estranea talmente tanto dalla quotidianità che la sua personalità si divide in tre, diventando il coinquilino di sé stesso.

Il “nostro” Sorrentino invece, decide di chiudere in lockdown due figure giganti: il Papa e la Regina Elisabetta. Si tratta però di due statuine con la testa a molla, che obbligate a convivere in una Città del Vaticano vuota, si raccontano l’uno all’altra.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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