Se non lo sapeste, il suono ha bisogno di aria per propagarsi, motivo per cui nello spazio, fuori dalla nostra atmosfera, non è possibile sentire nessun rumore.
D’altrocanto, tutti conosciamo la nota frase “nello spazio nessuno può sentirti urlare” (dal noto film horror Alien, se ve lo steste chiedendo).
L’udito funziona attraverso delle ciglia che all’interno delle nostre orecchie, riescono a captare onde oscillatorie causate dalla fluttuazione della pressione dell’aria.
Le fibre dei nostri apparati uditivi dunque mandano determinati impulsi al nostro cervello, che vengono interpretati come quelli che noi chiamiamo suoni.
Ma allora, com’è possibile sentire del rumore nello spazio? La risposta è che non è possibile, ma che l’assenza di aria non preclude la possibilità che vi siano oscillazioni nei valori di qualsiasi dato catturato da un sensore.
E a quanto pare tali oscillazioni possono essere mappate, e trasformate in oscillazioni equivalenti dell’aria, che saremo poi in grado di percepire come suoni.
L’avventura di BepiColombo
BepiColombo è una sonda spaziale dell’agenzia spaziale europea, che è stata lanciata verso Mercurio il 20 ottobre del 2019.
Per trovare la giusta velocità però e rispettare la traiettoria, la sonda ha effettuato un volo assistito dalla gravità, ovvero un giro attorno al nostro pianeta necessario per regolarsi.
Questo giro è durato 34 minuti durante i quali, i dispositivi atti a registrare dati, hanno catturato cinque set di dati che l’INAF (Istituto Italiano di AstroFisica) ha esaminato e trasformato in onde sonore proprio al fine di farci percepire cioè che la sonda ha “sentito”.
Il “Suono” della Terra dallo spazio
Il risultato lo possiamo sentire sul canale youtube di ESA (European Space Agency), sul quale sono state caricate due brevi clip.
La prima, ci spiega il ricercatore del team ISA (Italian Space Accelerometer) Carmelo Magnafico, ci fa percepire il momento in cui la sonda passa sotto l’ombra della terra.
Possiamo, chiaramente, sentire una vibrazione iniziale che ci indica il passaggio all’ombra della Terra e una alla fine che identifica invece il momento in cui, al contrario, la sonda torna sotto la luce del Sole.
La seconda, invece, stata prodotta dai dati catturati dal Magnetometro MPO-MAG, mentre BepiColombo viaggiava attraverso la magnetosfera del pianeta.
I risultati sono a dir poco fantastici e vi consiglio vivamente di ascoltarli. E se vi chiedete che fine abbia fatto BepiColombo, beh, attualmente sta ancora viaggiando nel cosmo. Dato che il suo arrivo su Mercurio non è previsto prima del 2025.