Sembra una stupidaggine ma è la dura verità: il futuro della regione, spesso definita come il polmone verde del nostro pianeta, l’Amazzonia, risiede nelle feci di uno dei suoi abitanti: il tapiro.
Com’è possibile, dite? Facile a dirsi secondo Lucas Paolucci, ecologista dell’Istituto di Ricerca Ambientale dell’Amazzonia.
I tapiri sono gli animali perfetti per aiutare a riforestare, tanto che in Brasile sono noti come i giardinieri della foresta: nomignolo non affidato loro casualmente perché sono una risorsa che in questo periodo così duro per l’ambiente non può che fare del bene.
Un tapiro contro il male della foresta
Se non sapeste di cosa sto parlando vi siete probabilmente persi qualcosa: da anni si discute dei danni fatti alla foresta amazzonica dalla eccessiva raccolta di legna ed altre pratiche che richiedono la rimozione di alberi.
E quando a distruggere la foresta non sono le azioni deliberate di noi umani, ci pensano gli incendi.
Lo scorso anno, il problema degli incendi si è presentato molto più forte di sempre, bruciando oltre diecimila chilometri quadrati di verde. E sia chiaro, il 2020 non ha portato un miglioramento a questa situazione.
Ma come possono i tapiri salvare la foresta da questo terribile fato?
Dal letame nascono i fiori
Si da il caso che i tapiri siano i più grossi mammiferi della zona e che le loro capacità “defecative” siano piuttosto prodigiose.
Inoltre, i loro depositi fecali sono ricchi di semi di ogni genere, compresi i grossi semi di grandi alberi che non passerebbero dal tratto digestivo di animali di dimensioni inferiori.
Sia chiaro, i tapiri non possono fare tutto da soli… Ed è per questo che è prezioso l’intervento di un altro animaletto di tutt’altra dimensione: lo scarabeo stercoraro.
In che modo? Questi piccoli insetti si nutrono di escrementi e sono soliti raccoglierli in piccole sferette che rotolano via e sotterrano vicino alle loro tane per farne degli spuntini.
Capirete da soli che succede quando si sotterra del letame, noto concimante, pieno di semi. Ma questi piccoli insetti sono in grado di recuperare il letame dalle enormi pile di feci dei tapiri?
Ricerche di cacca (di Tapiro)
Paolucci ha voluto mettere alla prova la sua teoria e ha eseguito due preziose ricerche che oltre a darci speranza sulla salvezza della foresta, ci ricordano quanto la natura sia meravigliosa.
La prima consisteva nel recuperare del letame di tapiro e nascondervi all’interno delle piccole sferette di plastica che simulassero i semi.
Osservando, dunque, il comportamento degli scarabei che si sono dimostrati capaci di staccare pezzi dalle grosse pile di letame, ha lasciato che facessero il proprio lavoro.
Tornando dopo 24 ore a verificare la presenza delle sferette che aveva nascosto nel letame, Paolucci ne ha constatato le mancanze, dimostrando che gli scarabei stercorari sono soliti piantare i semi contenuti nel letame degli animali.
L’altra invece ha monitorato i movimenti dei grossi mammiferi, tenendo d’occhio tre diverse zone e scoprendo che tendono a concentrarsi in quelle che hanno subito maggiori danni dagli incendi.
Probabilmente, suggerisce Paolucci, adorano il calore del sole…. E nelle radure, non coperte dalle fronde, riescono a goderselo al meglio.
La ricerca di Paolucci verrà elaborata e probabilmente pubblicata, l’anno prossimo. Nel frattempo, le notizie giunte sono decisamente positive. E chi avrebbe mai detto che la voglia di questi animali di un po’ di calduccio sarebbe stata la salvezza della foresta amazzonica?
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