A partire dai primi anni del II millennio A.C., Babilonia diventa la capitale di un regno che gradualmente estende il suo dominio in tutta la Mesopotamia. La civiltà babilonese raggiunse il suo massimo splendore in quel periodo, grazie al sovrano Hammurabi.
L’ Enūma eliš (‘quando in alto’) era il più importante poema cosmogonico di quella civiltà: parlava del mito della creazione del mondo e della guerra tra gli dei del pantheon.
Veniva recitato durante l’Akītu, il capodanno babilonese.
Molti degli dei dei quali vengono narrate le gesta furono ‘ereditati’ dalla precedente civiltà sumera, con riadattamenti più o meno importanti, a partire dal nome.
E’ così che la divinità sumera Nammu diventa Tiamat, una degli dei più antichi del pantheon babilonese.
Il nome forse deriva dalla parola accadica tâmtu, ovvero ‘mare’, oppure dal termine tehom (תהום) (abisso), o da thalatth, a sua volta legato al termine greco thalassa, ovvero ‘mare’.
Di sicuro tutti rimandi allo stesso concetto, infatti Tiamat è considerata la dea primordiale delle acque salate e degli oceani.
Tiamat: un’affascinante divinità
Da lei e da Apsu, dio primordiale delle acque dolci, nascono i due mostruosi serpenti acquatici Lakhmu e Lakhamu. Da questi ancora Ansar e Kisar, dio dell’Alto e del Basso, e da questi discendono il dio del cielo Anu, Ea, dio dell’acqua, e Marduk, dio della terra, civilizzatore e protettore di Babilonia. Con le divinità più giovani il cosmo passava da uno stato di caos primordiale ad un regime di ordine.
Tiamat però non tollerava la presenza di tutti questi dei, sentiva il suo dominio sempre più limitato, tanto che giunse alla conclusione che avrebbe dovuto eliminarli. Radunò, come un esercito, tutti i suoi figli, mostri giganteschi, infuocati, composti da membra provenienti da vari animali.
Si mossero per affrontare gli dei, tra i quali soltanto Marduk, il più valoroso, ebbe il coraggio di scendere in campo e combatterli.
Armato di arco, faretra, lancia e di una rete magica, quando i mostri lo videro furono sopraffatti dal terrore e fuggirono. Soltanto Tiamat lo affrontò, ma lo scontro volse a favore dell’eroe protettore di Babilonia.
Il corpo enorme di Tiamat fu diviso e con le due parti furono creati il Cielo e la Terra.
Nell’iconografia viene spesso raffigurata come un serpente marino o un drago. Aveva due facce, quattro occhi e quattro orecchie, un essere duplice androgino. Per questo la sua divisione permise la creazione del Cielo e della Terra.
Ancora oggi Tiamat fa parlare di sé e affascina i lettori, tanto che il suo nome è stato scelto per personaggi di vari videogiochi, per una band metal svedese e per una divinità del celebre gioco di ruolo Dungeons & Dragons.
Non solo, se le somiglianze con un altro celebre personaggio dell’immaginario collettivo non vi sembrano un caso, forse è perché non lo sono. Tiamat, prima di Daenerys Targeryen, era il personaggio inventato più vicino alla figura di “madre dei draghi” che abbia mai solcato il regno della nostra immaginazione. Non trovate?
Domande frequenti
Chi è la Dea Tiamat?
Tiamat è una dea primordiale della mitologia mesopotamica, legata al caos e alle acque salate. Nell’Enuma Elish, viene sconfitta dal dio Marduk, che usa il suo corpo per creare cielo e terra, simboleggiando il passaggio dal caos all’ordine.
Quante teste ha Tiamat?
Nelle interpretazioni moderne, come nei giochi di ruolo come Dungeons & Dragons, è rappresentata con cinque teste, ognuna di un colore diverso, simbolo di diversi tipi di draghi e la coda da viverna. Infatti, il suo simbolo è un drago a 5 teste.
Ti è piaciuto questo articolo? Dicci cosa ne pensi nei commenti qui sotto o esplora altri contenuti dal nostro menù!
Hai una storia da raccontare o un'opinione da condividere? Mandaci il tuo articolo scrivendoci a [email protected].
Vuoi unirti al nostro team e collaborare con noi? Scopri come candidarti alla pagina dedicata: collabora.