Da quando è stata rilasciata da Netflix lo scorso 31 marzo, Tredici è sulla bocca di tutti: è la serie del momento, il fenomeno di cui tutti parlano; la cosa non stupisce perché è davvero un ottimo prodotto e merita tutto il successo che sta ottenendo. Se non l’avete ancora vista fatelo!
Ma come tutte le serie che ottengono un successo strepitoso, anche per Tredici si parla già di una seconda stagione; i fan sono in brodo di giuggiole all’idea e persino Jay Asher, l’autore del libro da cui la serie è tratta, ha dato il suo benestare.
Ma ecco che la domanda sorge spontanea: è davvero necessaria una seconda stagione? Secondo noi no, e qui vi illustriamo il perché:
- Tredici è un prodotto perfetto: ottima storia, ben recitato, con una fotografia e una colonna sonora strepitose; difficile bissare l’incastro quasi miracoloso di tutti questi elementi e, partendo da aspettative così alte, una seconda stagione rischierebbe di non reggere il confronto
- Al centro della storia c’è Hannah Baker e il suo suicidio; la storia di Hannah si conclude ovviamente nella prima stagione, cosa potrebbe quindi raccontare la seconda? Del suicidio, o tentato suicidio, di Alex? Considerando però che il personaggio e il suo cambiamento sono stati ampiamente analizzati nel corso dei tredici episodi, si andrebbero a ripercorrere strade già esplorate, creando una stagione che altro non sarebbe che una copia della prima, cambiando essenzialmente il protagonista. Sarebbe qualcosa di già visto, e perderebbe gran parte della carica emotiva che ha avuto la prima stagione.
- Gli eventuali nuovi episodi potrebbero raccontare di come i protagonisti proseguono nella loro vita una volta svelato il mistero di Hannah, di come affrontano gli inevitabili cambiamenti e come tutto quello che è accaduto li abbia segnati e si ripercuota nel loro futuro, ma il rischio di far diventare la serie uno dei tanti teen drama visti e rivisti è altissimo, e ancora il paragone sarebbe impietoso.
- Tutte le questioni rimaste in sospeso non sono sufficienti a sostenere la trama dei nuovi episodi. Non lo è la causa intentata dai Baker alla scuola o l’eventuale processo a Bryce, che servirebbero solo per far sapere allo spettatore se alla fine qualcuno pagherà per quello che è stato fatto ad Hannah oppure no, anche perché Tredici non è un legal drama e nemmeno dovrebbe diventarlo (per quello ci sono i vari Law & Order, Suits, ecc…). Nemmeno il cliffhanger lanciato da Tyler e dalle sue armi nascoste potrebbe sostenere una seconda stagione, che dovrebbe essere incentrata ancora sul bullismo e non sulla diffusione delle armi negli Stati Uniti, per quanto questo sia un argomento che senza dubbio meriterebbe molti spunti di riflessione.
- Ipotizzando allora che venga raccontata una nuova storia, che cosa potrebbe accadere ancora? Ci sono stati un suicidio, un incidente stradale causato da una notevole negligenza, violenze, pestaggi, umiliazioni di varia natura. Quali altre vicende possono succedere in un liceo senza scadere nel trash di quelle serie alla Don Matteo, dove sembra che tutti i crimini si concentrino in cinque chilometri quadrati?
- Tredici è una serie d’impatto proprio perché reale, credibile, cruda. La sua stessa brevità la rende verosimile: la narrazione non si disperde in altre sottotrame collegate tra loro da strani ghirigori e voli pindarici. La storia è lì, è quella e niente altro. Allungandola o modificandola si rischierebbe di perdere in realismo e in drammaticità. Tredici è bella proprio perché è un pugno nello stomaco e una seconda stagione non avrebbe più lo stesso effetto.
Queste sono le motivazioni che ci fanno propendere per il no. Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuta la serie e vorreste dei nuovi episodi o siete d’accordo con noi? Fateci sapere.
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