Secondo una recente indagine condotta tra i dipendenti, Ubisoft, sviluppatrice ed editrice di videogiochi francese, era ben al corrente degli abusi e dei comportamenti inappropriati di alcuni suoi dipendenti, tra i quali spiccava il protégé Serge Hascoët.
Le accuse prodotte dall’indagine vengono dalla penna di Jason Schreier, giornalista attivo nel campo dell’industria videoludica, conosciuto principalmente per la sua lunga attività per il blog Kotaku e autore di innumerevoli reportage.
Tra le molte accuse fatte da Schreier all’ex Chief Creative Officer di Ubisoft c’è quella relativa alla cancellazione di un videogame, Avalon, ambientato ai tempi di Re Artù creato da Mike Laidlaw, il designer del famosissimo Dragon Age.
Sembra che il parere negativo di Hascoët sul progetto, da lui stesso voluto, sia paragonabile ad un sabotaggio, secondo Schreier.
La storia dietro al gioco fantasy cancellato da Ubisoft
Il manager, infatti, avrebbe voluto la creazione di un gioco fantasy sviluppato in un’ambientazione che fosse allo stesso livello di quella de Il Signore degli Anelli dell’immortale J.R.R.Tolkien. Il livello qualitativo imposto da Hascoët non poteva che essere troppo alto ed il fallimento di Laidlaw era praticamente scontato.
Dopo appena quattordici mesi, Mike Laidlaw, ad inizio 2020, aveva lasciato il lavoro presso Ubisoft Québec, dove era entrato nel 2018.
L’inchiesta di Schreier fa comprendere il potere di Serge Hascoët, che poteva approvare o cancellare un progetto con una sola parola ed aveva praticamente vita e morte dei titoli futuri di Ubisoft nelle sue mani.
Sembra che nei mesi avesse bocciato tutte le proposte fatte da Laidlaw relative allo sviluppo per migliorare il gioco.
Questa accusa va ad aggiungersi a quelle già viste, e più gravi, che raccontano come Hascoët amasse avere subordinate donne e si circondasse di collaboratori con atteggiamenti predatori che rendevano invivibile l’ambiente lavorativo.
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